E' l'anno 1950 e Mr. Catalano Sr. celebra il suo ottantesimo a Nelson.B.C. dove ha costruito una casa a pietra e calce come quelle di Bocchigliero'unica in Canada. 'Luigi Perri'
corrispondenza da Trail Canada di Luigi Perri
capitolo Quarto:
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Capitolo Quarto
Da bambino ,mio padre mi insegno il modo corretto si adoperare un’ accetta Cosi che non mi troncassi i piedi; anche il modo di usare la sega a mano e come curare e affilare gli attrezzi prima di metterli via cosi che sarebbero pronti al tempo del bisogno.Per altro io come gia dissi in altre pagine ,avevo fatto apprendistato con lo zio Nicola che attualmente aveva fabbricato alcuni dei suoi attrezzi lui stesso per operare in casi di grande precisione ed esattezza . Lavorando con Zio dovevo usare estrema cautela nell’uso dei suoi “ ferri “,il che era parte dell’apprendere il mestiere inoltre,imparai che il duro lavoro, ma che piace, non ammazza nessuno mentre l’ozio ammazza milioni di gente anche se non lo sanno. Comunque ritorniamo alla mia storia. Durante l’estate del1912,alla fine, per essere precisi, la nostra raccolta di grano fu molto scarsa e papa credeva che non sarebbe abbastanza per tutto l’anno ;ma sapeva di un piccolo locale, al sud di noi, dove avrebbe potuto comprarne un paio di some. Mio padre prese in prestito un altro mulo da un amico e lui ed io un mattino presto ci imcamminammo verso questo paesello in cerca di grano. Io non ero mai stato su questa strada prima d’ora e il tutto mi apparve differente dagli altri luoghi usati.Il terreno consisteva di colline e non un albero in vista;questa era veramente terra di grano,potevi vedere il taglio basso delle spighe come una coperta di oro per miglia e miglia.. Intorno alle sei del mattino io vidi un edificio in distanza sulla vetta di una collina molto lontana da noi ”E’ quello disse Papa; L’edificio non sembrava tanto lontano ma impiegammo piu di un’ora prima di arrivarci.Ora erano le sette e avevamo camminato per quattro ore e la sola cosa in vista era questo edificio ed io ero molto disilluso perche mi aspettavo di vedere un nuovo paese Or almeno un villaggio.Mio padre mi spiego che questo era solo un deposito e che il villaggio era un altro paio di miglia piu in la, passato quelle colline . Provammo aprire la porta ma era ben serrata,papa comincio a gridare il nome del signore che doveva incontrarci,ma non ci fu alcuna risposta.Ebbene,disse papa, credo che dobbiamo andare a chiamarlo a casa” E’ meglio che tu ti sdrai qui e riposi perche devi aspettare il mio ritorno” Il sole appena spuntava ma era molto freddo.Tutt’intorno pero c’era tanta paglia, piu di dieci centimetri alta, e incoraggiava farne un comodo letto. Osservai papa sparire dietro la collina e mi sdraiai e caddi in un sonno profondo. Forse avevo dormito per un’ora quando mi svegliai e con un grande bruciore su tutto il mio corpo;credevo fosse il calore del sole,ora alto,ma alzato sento prurito dappertutto e comincio a stropicciare e alzata la gamba dei calzoni scopro che sono coperto di macchiette rosse come se avessi il morbillo or varicella.Mi tolsi la camicia e allora le vedo.Le mie vesti sono infestate di pulci; Ora il sole brucia di piu e I pulci mi attaccano da ogni parte;saltellando in cerca di farli cadere vedo che tutta la paglia ingiro e piena di pulci,in vero, potevi vedere la paglia muoversi come fosse viva.Nel frattempo anche il mulo fu attaccato dalle pulci e scalpitava cercando di sfuggirli;questo era il mulo in prestito e avevo paura che scappasse.Subito lo sciolsi e lo tirai all’altra parte dell’edificio dove all’ombra avemmo un po di respiro ma io ancora ero in fiamme.Da qui mi avvidi di uno stagnone di acqua a cento metri di distanza;era usato per irrigare il giardino poiche ne vidi due “macchie” sotto il burrone vicino; Riattaccato il mulo io mi fugai verso l’acqua,e gettato il resto dei vestiti salto dentro e benche non fossi capace di nuotare non avevo paura,mi attaccaia al muro econtinuai fino al punto dove potevo toccare il fondo.Al contatto con l’acqua le pulci mi lascirono e io le schizzavo per farle sparire piu presto. Il godimento dell’acqua fresca mi aveva avvolto completamente in piacere da farmi dimenticare mio padre che ora era li infronte e non guardava molto lieto. “ Caspita,non dovevi entrare nel serbatoio”esclamo il Signore che ora con mio padre era sul muro mentre io mi affrettavo a vestirmi;” ci sono tanti contadini al disotto di qui che usano questa acqua per bere “‘ .”Mi dispiace ,risposi,ma non mi son potuto controllare tanto era la pena e il bruciore,le pulci mi manciavano vivo e vedete come mi hanno combinato”,mostrando le braccia e le spalle che ancora non avevo finito di vestire. “Buon Dio” disse il signore nel vedere il danno”io avrei fatto lo stesso nelle circostanze” Mio padre disse che sarebbe meglio affrettarci a fare gli affari e allontanarci dal luogo al piu presto. Ci volle solo pochi minuti per riempire quattro sacchi e pagati e caricati si disse “Arrivederci”al signore ma no arriverci a quel luogo ; mai piu per me. Grattando e scracciando per tutta la via ero ancora in pena quando arrivammo a casa.Al vdermi,mia mamma era spaventata perche non sapeva la causa del mio colore.Io dovetti raccantarle minutamente tutto quel che avevo sofferto e come I pulci mi avevano mangiato vivo e che ancora ero in grande pena.Sentita la mia storia lei confronto mio padre con minacciosi insulti per avermi causato il malore.Mio padre rispose che non era sua colpa perche non sapeva che il luogo era infestato di polci. Malgrado I miei strepiti, mi fece spogliare,e dopo lavato ,strofino’ tutto il mio corpo con purissimo olio di ulivo,mi ravvolse in un vecchio lenzuolo e mi mando a letto. Fu piu di due semane prima che il rossore si schiari.
Campana: L,ultimo viaggio col mulo quell’anno fu il trasporto di un famoso avvocato del nostro paese ad un altro paesetto chiamato Campana.Campana aveva La Corte Regionale,dove tutte le cause civili della regione venivano giudicate.Campana era anche il paese piu vicino al nostro.Era solo due ore di cammino e considerato molto vicino. Ora,per trasportare un avvocato,bisognava aspettare che finiva la causa e questo usualmente durava tutta la giornata. Quando eri impiegato a trasportare un granche come lui or un dottore or un prete,dovevi mettere un vera sella sul mulo e non il basto da carico.Nel mio caso,questa era la prima e l’ultima volta.Io non avevo mai fatto uso della sella e quindi fu una bella esperienza benche fosse molto corta da casa nostra a quella dell’avvocato e poi dovetti camminare andata e ritorno, eccetto durante il varco del fiume.Questo giorno io presi il signore a casa sua e lo portai a Campana. Lo scesi alla Corte e lui mi disse di fare e andare dovunque io volessi ma di sicuro ritornare a pigliarlo alle quattro pomeridiane precise. In questo piccolo paese noi avevamo dei parenti, alcuni dei quail io avevo conosciuto in parecchie occasioni.Infatti uno or due dei giovanotti suonavano nella banda del paese.Il nostro paese non aveva una banda musicale e percio quella di Campana veniva spesso a Bocchigliero in occasione della festa diSt.Giuseppe,Madonna e Jesu,St.Rocco(St Rocco era il Protettore del nostro paese “ cosi si diceva”.Ognuna di queste feste era molto grandiosa e solenne.Io amavo la musica ed ero molto invidioso di questo paese di quattro gatti e nemmeno meta del nostro ma ci aveva una ottima Banda. Quantungue la Banda doveva venire,io non potevo dormire per notti in aspettativa.,Io andavo ad incontrare la banda all’inizio del paese dove battevano la prima suonata e marciavano in paese.Attualmente dovevano passare proprio sotto la nostra finestra,ma come aspettare. Era tradizione che quando veniva la banda ogni possedente doveva alloggiare un musicante,immancabilmente noi ne prendevamo almeno due e a volte anche tre se c’era bisogno,specialmente se c’era un parente che suova.Questa era una grande gioia per me poiche mi lasciavano provare I loro istrumenti L’alloggio dei musicanti era considerato un grande onore e privilegio.La maggior parte era per una notte sola I musicanti raggiungevano il paese il mattino presto,seguivano la processione fino a mezzogiorno e poi venivano a casa per il pranzo.La sera facevano il Concerto in piazza,dove tutto il paese si recava a goderne la musica,dopo il concerto la musica e tutta la popolazione si recava fuori paese per guardare I fuochi artificiali. La banda lasciava il paese a piedi il mattino presto dopo la festa Il mio avvocato entro nella Corte ed io andai alla stalla publica li vicina, E attaccato il mulo mi diressi a visitare I miei lontani cuggini. Come gia’ dissi,in quei tempi nelle nostre parti, la gente era molto affettuosa(non so se lo sono ancora) poiche’ benche’ poveri avevano un cuore piu grande di una casa.Io sapevo dove abitavano,c’ero stato prima con mio padre. Bussai alla porta; la madre dei due ragazzi corse ad aprirmi e abbracciandomi mi voleva dare tutta la casa” Entra entra,tu sei il ragazzo di Serafino,evvero,no?Io risposi di si”;Ebbene dove e’ tuo padre?Come sta?Come sta tua mamma? E tutta la famiglia?” Io la rassicuro che tutti stanno bene,che mandano I saluti e continuo a spiegare come mi trovo li .;nel frattempo lei manda un ragazzino piu piccolo a chiamare Il fratello piu grande,quello che io conoscevo meglio,lui era un calzolaio or sarto,non ricordo bene,e aveva una piccola bottega in piazza. Il giovane non perse tempo e si affretto a venire e fu cosi felice di vedermi E premuroso ad accomodarmi; ma io come avevo spiegato a sua mamma, gli dissi che sarei partito quel pomeriggio e che ero li solo per salutarli ma furono insistenti che almeno restassi con loro per il pranzo. Ero imparazzato al caldo ricevimento,come fossi stato il figlio perduto,non Potevano fare abbastanza per me . Il tempo fuggi e mi licenziai per tornare alla Corte.Il caro giovane mi accompagno fino alla piazza e rimase con me fino alla mia partenza;non ritorno affatto alla sua bottega quel giorno. Io credo che quella era la ragione che la gente di allora era cosi felice,tutto era preso con calma ,non c’era fretta fretta come c’e ora;lo so che in quei tempi la gente non si preoccupavano con andare alla luna come facciamo ora noi.La mia teoria su questo affare di andare alla Luna e’ una Evasione;non ci si ammazza presto abbastanza,ora dobbiamo andare alla Luna prima dei Russi! Se fosse per me io li lascerei andare dato che credo che nessuno ne fara’ ritorno. Ora torniamo alla storia: Al mio ritorno da Campana,ero premuroso a raccontare a mia mamma e papa gli avvenimenti della giornata.Tutto ritorno’ al normale.Natale venne e passo’,l’inverno prese potere e non mi mossi fino alla primavera.Era meta marzo e si preparava per la coltivazione della vigna;lavorando un giorno, accanto a mio padre, lui mi dice”Lo sai che Don Nicola(Il nome dell’avvocato) non mi ha ancora pagato per il viaggio a Campana l’autunno scorso” “E’ vero?” Rispondo io; “Si,gli ho chiesto molte volte,ma non fa altro che promesse”Ti piacerebbe domandargli tu stesso? Dopo tutto tu hai fatto il viaggio con lui” “Lo faro’,rispondo lo faro davvero”.Non era il fatto che gli mancasse moneta,ma lui era il tipo che ti faceva consumare un paio di scarpe ad andare e venire da casa sua per ricavare il conto dovuto. Il giorno seguente andai alla casa dell’avvocato.Mi pare che tutti I ricchi hanno un formidabile portone che ci vorrebbe una armata per buttarlo giu e naturalmente e’ sempre serrato.La porta era fornita di un grande battente altrimenti nessuno l’avrebbe sentito.se avevano una serva,lei veniva ad aprire se no avevano una corda or una catena che usavano per tirare la sbarra della porta dal secondo piano.Arrivato da Don Nicola,bussai un paio di volte e sua moglie apri la porta.Io la riconobbi avendola vista molte volte prima.Buon Giorno dico io e lei rispondebuon giorno”Cosa vuoi”?Le dissi che avevo bisogno di vedere l’avvocato e lei credendo che portavo affair, mi fece entrare.”Vieni, ti faccio vedere dove e’ l’ufficio”La seguo per due lunghe scalinate e mi indica alla fine del corridoio la porta dell’ufficio.Senza bussare entro e sono innanzi a Don Nicola che legge e al mio “Buon giorno”alza la testa senza rispodere ma mi guarda con arroganza e mi grida:”Che vuoi”.”Be ,se la metti cosi,io voglio le dieci lire che mi devi per il viaggio a Campana l’Autunno scorso,ricordi?” Don Nicola tartagliava quando era eccitato,io non lo sapevo perche non lo avevo mai visto arrabbiato. Io ero molto annoiato alla sua attitudine e continuai”Don Nicola,un uomo di grado suo dovrebbe aver vergogna di farci apettare cosi a lungo per misere dieci lire”Ora posso vedere che il signore e’ veramente furioso ma non riesce a parlare;Pensavo che ora mi avrebbe scacciato fuori ed ero pronto a scansarmela quando tiro da tasca del denaro e avvicinatosi mi pone un biglietto da dieci.”Eccoti la tua moneta,ora via!” Fuggii!Senza ringrazii,corro fino al negozio e pongo la moneta in mano a papa che si fece una bella risata al sentire come l’avevo ottenuta.Mia mamma non la prese con piacere e mi chiamo’ impudente!”Impudente niente” gli va bene” ripete papa,ha avuto tempo abbastanza con le sue chiacchiere.Papa prese ogni occasione per raccontare la storia di Carmine e le dieci lire di Don Nicola. Questa era la primavera del 1913ed eravamo tutti occupati a coltivare le vigne,prima ad innaffiare e insulfare,poila macchia da adacquare,estippare,impalare I faggioli or andare al bosco per nuovi pali,insomma c’era’ sempre tanto da fare;meta Maggio cominciano gli ortaggi,fine Maggio ciliegie da raccogliere;allora l’unico modo di conservare era il seccare frutta al sole;e seccare ne facevamo a bizeffa e poi d’inverno quando si desiderava uno spuntino,venivano fuori I fichi,le prune,le pere,albicocchi, e castagne infornate;castagne !vi dico,con la C grande!La prima volta che comprai castagne qui in America io dissi al negoziante”da dove vengo io,castagne cosi le diamo ai porci!Quando si imfornava castagne a Bocchigliero si impalava 2 or 3 cento kili alla volta in un forno commune,era incredibile per quanto tempo rimanevano morbide,ma eventualmente diventavano dure e secche.ma anche allora erano buone dopo averle tenute a bagno a notte venivano bollite al mattino perche I valori nutritivi erano ancora grandi;il miglior e gostoso modo di cuocere castagne era l’arrostirle in una padella perforata sulla fiamma,ardente,l’effetto e’incomparabile. Per la raccolta di ciliegie,si chiamava sei or sette donne,generalmente parenti,or amiche per aiutare a raccogliere e poi a fine del giorno ogniuna portava a casa il piu che poteva nell’usuale modo di cesti e sporte in capo,il che faceva le ciliege molto preziose una volta a casa.Dato che siamo su questo soggetto,debbo raccontare un incidente che accadde quando ero appena di due anni.Voi non mi crederete ma io ci provo. Mia sorella Filomena che e’ piu anziana e ancora vive in ottima salute era li quando questo occorse. Io lo ricordo vividamente come fosse accaduto ieri.. Questo giorno,le donne,non so quante ce n’erano raccoglievano ciliegie,mia mamma e mia zia erano anche li;zia viveva con noi ed era come madre per noi. Tutte le donne erano su un gigantesco ciliegio e cantavano in coro or raccontavano barzellette(voi sapete come fanno le donne quando sono in gruppo) ebbene quando un cesto era pieno una donna scendeva e svuotava le ciliege gentilmente nella sua sporta e le altre le porgevano le loro ceste da svuotare nelle sporte individuali il che fatto ritornava sull’albero.Mia sorella ed io eravamo sotto l’albero e giocavamo e lei doveva guardarmi.Il cantare e il chiacchierare continuava ed io ero stanco e annoiato;immagina un duenne Spendere due or tre ore ad aspettare;chiamavo per mamma continuamente E la risposta da zia or mamma era sempre la stessa:”si caro veniamo presto. Finalmente molto stanco cominciai a piangere e furioso piu e piu strillavo in tal modo che mia zia scese e venne da me ma io ora volevo solo la mamma. Ora la mia furia era al colmo,battere di piedi,tirare sassi,e legni,correre su e giu senza sosta.Mia zia cercando di abbracciarmi per consolarmi si avvicino verso di me ma io per scansarla mi tiravo indietro quando all’improvviso caddi su una sporta piena di ciliegie.Allora zia acchiappatomi con una mano mi tiro fuori la sporta e con l’altra mano me ne diede senza misura a culo scoperto.Questo punto non lo scordero’ mai e quando ci penso quella parte del corpo ancora duole .Zia mantenne per anni che io furioso avevo deciso di danneggiare la frutta apposta.Dovettero buttarvia le ciliegie perche erano danneggiate.Mamma e zia erano cosi irate che mi fecero camminare a piedi tutto il viaggio di ritorno a casa:DueOre di Cammino!Le donne tutte avevano granpeso sulla tresta e ogni tanto si fermavano per riposo ma non erano permesse di aiutarmiFinalmente mia mamma mi voleva pigliare in braccio ma mia zia sopravvenne e la mia punizione fu consumata fino alla fine. Per lungo tempo tutti credettero che io sedetti sulla sporta apposta tanto che anche io ci credetti.ma a ripensarci ora io non credo che a quella tenera eta avevo la malizia di un tale atto. Dopo tutti questi anni,non ho ancora perdonato zia non solo per le sculacciate ma per avermi fatto camminare per due ore anche se questo mi aiuto’ nel futuro a diventare un abilissimo camminatore.Anche ora supero gente molto piu giovani A camminare.Da ragazzo amavo salire salire su alberi,pali e rocce,a volte camminando su stretti sentieri sopra burroni e precipizii il che faceva orrore ai miei genitori ma era gran piacere per me. L’estate1913 scivolava veloce verso la fine e mio padre aveva gia fatto piani di emigrare al Canada e naturalmente io ero lieto nel considerare una nuova avventura.Infatti papa aveva fatto domanda per tre passaporti,dico tre,perche papa aveva deciso di includere mio fratello piu giovane Giovanni.Aquel tempo In Canada c’erano parecchi paesani che scrivevano a casa con notizie di ben essere e buone paghe.Apparentemente la regione della British Columbia,era appena in inizio di sviluppo ec’era lavoro dappertutto.I paesani dicevano che ora guadagnavano $3.00 al giorno un grande salto da quando noi si guadagnava $1.25 nel West Virginia.Mio padre ave tutto in considerazione:Se tre di noi si guadagnasse $3.00 al giorno in due or tre anni avremmo moneta Da vivere bene tutta la vita al ritorno al vecchio paese.Il cambio a quel tempo era $1.00 uguale5 lire.In Italia un lavoratore faceva 25 centesimi se pure trovasse lavoro,e doveva lavorare una settimana per comprare un paio di scarpe mentre in Canada un paio di scarpe era un giorno di lavoro.Mio padre aveva I conti giusti,penzava bene e diceva che con un po di fortuna noi potremmo in due or tre anni accumulare 40 or 50 mila lire,una bella somma in quei tempi.. Con tutta la propieta che ci avevamo in Italia noi potevamo vivere da ricconi(Cosi credeva mio padre).Comunque alla fine di Agosto arrivarono I passaporti e si aspettava la conferma dalla compagnia Navale per il passaggio.Infatti I posti per noi tre erano pronti ma volevamo aspettare che tutti nel gruppo dei paesani che partivano volevano viaggiare insieme a noi data la nostra esperienza del precedente viaggio.Il 1913 fu il piu’ grande anno di espatriati per il Canada cosi noi dovemmo aspettare piu a lungo.Finalmente alla fine di Agosto tutti I biglietti erano pronti e il due Settembre lasciammo il Paese. Naturalmente la partenza fu dolorosa per noi tutti con l’usuale pianto, abbracci e baci.Per assicurare che I nove di noi partenti fossimo insieme ci radunammo in piazza.Tra parenti ed amici c’erano un paio di centinai di gente in piazza abrracciando e baciando I viaggianti,insomma un grande evento per il paese. Finalmente ci separammo dalla folla e inviatici per la via ,aggravati dal penziero che non saremmo mai piu tornati al paese nativo. Io non ne ebbi occasione di ritornare dato che tutti I nostri parenti vennero a raggiuncerci in Canada sette anni dopo la nostra partenza e la maggioranza ancora vivono in questo paese che ora e’ diventato il Nostro Paese(Purtoppo mio padre e mio fratello Giovanni sono passati). Arrivati a Napoli ,io facevo da guida per il gruppo,avendoci passato del tempo il primo viaggio.Li guidai allo stesso locale da noi usato,e dopo una bella lavata Andammo al ristorante per una buona mangiata.Purtroppo dato il grande numero era difficile trovare un locale da accomodarci poiche era importante che stessimo tutti insieme ad una tavola Il giorno seguente andammo all’ufficio di Emigrazione per il visa e poi all’ufficio navale per per imformarci del tempo di partenza per Halifax e per I biglietti ferroviarii da Halifax a Nelson B.C.questo essendo la nostra destinazione finale. Tutto questo consumo la maggior parte del giorno,sempre in lunghe file di aspetto ad ogni ufficio poiche c’erano migliai di emigranti in aspetto per il Canada e altre parti del mondo. Fu prima sera che finalmente eravamo tutti a posto,il tempo di partenza fissato alle due pomeridiane il giorno seguente,il visa ottenuto e d I biglietti del treno tutti insieme col passaporto attaccati al petto. Il mattino seguente andammo al negozio per fare rifornimenti per il viaggio e tutti ritornati all’Hotel insieme, pagati I conti, ci avviammo a piedi per il porto all’una precisa.A piedi, dato che non c’era una carrozza grande abbastanza per tutti noi e I nostril bagagli. Una cosa curiosa accadde sulla via al porto. Con noi c’era un paesano di nome Nicola,intorno ai trent’anni di eta ,direi. Nicola era un bravo uomo, ma un po semplice,e completamente analfabeta. Non era mai stato fuori paese e aveva la testa tra le nuvole la maggior parte del tempo.Era carico con tre pezzi di bagagli e ogni tanto li posava a terra per riposare le braccia,questo lo causava a rimanere indietro di tanto in tanto. Ogni tanto uno di noi scappava indietro a sollecitarlo ed aiutarlo a raggiungere il gruppo.Per coloro che non sono mai stati a Napoli e’ difficile fargli capire la Reazione dei napoletani alla vista di un gruppo di creduloni come noi camminare per le strade trascinando tonnellate di bagagli ,valigie sulla testa or sulle spalle. Si godevano la vista e ci deridevano.I napoletani sono buffoni naturali! Nicola era a quasi cento metri indietro e d era fermo ora.Uno di noi suggeri che Bisognava aspettarlo,poiche era facile tiro per le beffe dei napoletani e ora era importante stare uniti.Ma il tempo correva e bisognava affrettare il passo cosi un paesano grido:Nico,sbrigati! Uno dei ragazzacci che ci seguivano grido anche lui”Nico aspetta!” dirigendosi verso Nicola.Noi sospettando qualche abuso or Danno per il paesano corriamo indietro e arriviamo da Nicola allo stesso tempo . Il ragazzo ci chiuse un occhio come per dire”sentite questa” e prosegui a parlare con Nicola in tono amichevole ma autoritario Nicola, vai in America?’’ Si risponde Nicola;”No tu non ci andrai!tu sei troppo giovane,scommetto che non ci hai il dente del giudizio ancora,fammi vedere!” Cosi detto procede a guardare in bocca a Nicola. “Va bene, ce l’hai! Ora puoi andare”! Ora c’erano piu di una dozzina di gente intorno a noi tutti beffando e divertendosi alle nostre spese.Noi la prendemmo per scherzo e non ne penzammo piu ma Nicola credette che quello era un agente dell’emigrazione e lo credette.Il napoletano aveva adocchiato il semplice giovane e se ne fece giuoco per se e gli amici. Dopo un breve cammino uno del gruppo disse:”Sapete?Noi dovevamo rompere I denti a quel burlone!”Il problema era che nei dintorni del porto c’erano tanti ispettori delle diverse agenzie e non tutti in uniforme,e viaggiatori come noi senza esperienza non sai mai chi e’ che ti inerroga ai diversi punti di passaggio. Comunque dopo questo,Nicola non rimase piu indietro.Arrivati al molo eravamo tutti stanchi ,sfiniti,ma la vista della nave ela folla dei viaggianti in aspetto di imbarcarsi ci diede coraggio e messi I bagagli a terra ci infilammo alla fila ,che duro per ore e ore.Il ritardo era causato dal fatto che ogni passaporto,visa,biglietti dovevano essere controllati uno per uno e si avanzava un centimetro alla volta.Passata l’ispezione un altro ritardo:un gruppo di marinai ci consegna gli utensili per mangiare consistenti di un piatto di alluminio,una tazza,un cucchiaio,una forchetta ed un coltello anche questi di Alluminio. A tempo di mangiare ancora si faceva fila per prendere la razione di quel che servivano quel giorno,ma tra la folla e il lungo aspettare quando finalmente trovavi un posto di sedere sul ponteera freddo or perso per via.Anche in quei tempi I Vapori avevano sale di pranzo ,ma non questa nav!era un vero “gioiello’!Era stato un trasporto per animali ad un tempo e dovevi sedere a terra Per mangiare ,or camminare mezzo miglio e prendere cibo in cuccetta. In intemperie non si era piu fortunati poiche I letti erano nei corridoiCuccette di ferro a due livelli ed eri fortunato se ricevevi il piano basso,ma se l’occupante del letto di sopra aveva maldimare non rispettava che era il tuo tempo di mangiare.I primi giorni del viaggio era mare calmo e prendemmo parte ai cibi ma poi il tempo cambio per il peggio e Io,mio fratello e un altro ragazzo non mangiammo per giorni interi.Il vino era cattivo e il caffe era peggio ma gli uomini bevevano non dimeno.C’erano duemila passeggieri in questa nave e in buon tempo si godeva tra amici si giocava Bingo in diverse sale,in altre suonavano molti istrumenti e cantanti,ma appena il tempo cambiava tutti sparivano,nessuno rischiava il ponte. In questo viaggio ,incorremmo in densa nebbia e la nave dovette fermare parecchie volte; una fermata duro ventiquattro ore continuamente suonando La tromba.Dopo tre or Quattro giorni nella nebbia,sapevo che non avremmo rotto il record come fece il primo viaggio negli Stati Uniti. Dopo ventitre giorni arriviamo ad Halifax.!Non credo che il ritardo potesse essere causato solo dalla nebbia perche la nebbia causo solo tre or Quattro giorni di ritardo ma nessuno sapeva niente e intanto erano in mancanza di tanti bisogni specialmente cibi ;infatti il mangiare negli ultimi Quattro giorni consistette di patate e poco altro. Sbarcammo ad Halifax il 26.Settembre or intorno al 26 dato che dopo un si lungo viaggio avevo perso conto dei giorni e date.Non ricordo quanto tempo aspettammo il treno,ma nel frattempo cercammo dormire sulle panchine lungo il binario fino a che venne uno a dirci che non era permesso dormire li.Nessuno capi cosa voleva questo signore cosi appena se ne ando noi tornammo a dormire sulle banchine.La scena ripete due volte ancora e allora il signore penso che noi non comprendevamo quel che ci voleva dire e procedette a dimostrarci :”sdraiato sulla panchina in modo di dormire,mosse il suo indice in segno di dir no no;poi prese posizione di sedere e indico col segno della testa:si.si”.Io lo avevo compreso perfettamente la prima volta,ancora ricordavo molte porole dal primo viaggio e per agevolare il signore procedei a tradurre il suo ordine a tutti gli altri.L’uomo ora convinto che l’ordine era compreso si allontano di nuovo.Finalmente il treno che ci porterebbe alla meta finale arriva e lo stesso signore compare e ci indica di seguirlo e guidatocci al nostro compartimento dice”Ora potete dormire!”.Io credo che lui era lieto di lasciarci. Non so che ora entrammo sul treno ma doveva essere dopo mezzanotte perche dopo sette or otto ore di viaggio il conduttore ci avviso che la prossima fermata era Nelson.Ci tolse il biglietto che avevamo attaccato ai nostril cappelli e dice:’Voi dovete scendere alla prossima stazione”! “Nelson,la prossima stazione?’esclama mio padre!C’e’ uno sbaglio qui”! Qualcuno mi ha detto che da Halifax a Nelson ci sono molti giorni di treno!”Be dice un paesano,colui che ti ha detto quello non sapeva quel che diceva!” In pochi minuti ,il conduttore ci commando di lasciare il treno:”Questo e’ Nelson”.Cosi noi scendiamo, mettiamo I bagagli sul marciapiede e guardiamo in giro per vedere se c’e’ qualcuno venuto ad incontrarci;nessuno.Solo il capostazione e’ intorno.Aspettiamo nella stazione per una ore,due ore, nessuno appare,Mentre giroliamo tutti scoraggiati e disappunti che nessuno dei paesani si e incomodato a venire ad incontrarci,si cerca di giustificarli che stanno al lavoro altrimenti sarebbero qui.Domandiamo il Capo quanto dista il paese e lui ci dice:”Non c’e’ un paese qui,ci sono solo casalari di contadini.” Questo ci terrorizza,non possiamo mostrare I biglietti con la destinazione perche il capotreno se li prese allo scendere dal treno,mio padre pensa e decide di mostrare il biglietto della nave al capo. “Vedo,vedo,voi andate a NELSON B.C.” Si,si!urliamo tutti insieme! “Ma questo e’ Nelson Newbrunswick”. Pronunzia e ripete quel nome molto veloce e noi non sentiamo che Bruns,bruns! Ma noi non vogliamo capire,vogliamo I nostri paesani di venire ad accoglierci,ora,ora,qui!
E’ora mezzogiorno,no paesani,nessuno,.Il Capostazione penza che qualcheduno ha fatto un grande sbaglio quando ha fatto I biglietti. Avvicinatoci ci consiglia di ritornare ad Halifax.Cosi facciamo!Aggiungendo dolore alla piaga,dobbiamo pagare per il biglietto di ritorno ad Halifax e le tasche son ben vuote gia’!Comunque grazie ad un interprete siamo sbrigati presto in Halifax e siamo di nuovo in viaggio in un treno per Nelson B.C. (Speriamo ) Il vero primo giorno sul nuovo treno,verso le due del pomeriggio,il treno viene in una improvvisa fermata,nel mezzo dinulla.Tutti pensano perche ,che cosa, non c’e’ niente intorno,che fare? Dopo mezz’ora di sospesa ,vediamo gente lasciare il treno,senza bagagli,avviate verso il fronte del treno. Credendo che andassero a investigare che e’ successo,noi pure lasciamo il vagone e andiamo verso il fronte;Difronte su un altra linea c’e’ un treno merce!wagoni sparpagliati intorno per kilometri. Apparentemente due trini merci erano scontrati a velocita e le locomotive erano intricate l’una nell’altra. Qui troviamo tutti I passeggieri del nostro treno che sorvegliano il disastro;e che disastro!Forse quaranta or cinquanta vagoni, rozzolati,scompigliati,aperti,sottosopra, materiali e merci sparpagliate dappertutto!Ci sono mele,chocolate,farina,grano, chiodi e chi sa cosa altro. Come cominciamo a pigliare mele e cioccolate un uomo corre verso di noi gridando”Eh! Voi li! Andate via! Lasciate la robba!”Andate al diavole e al vostro treno! Buttiamo a terra quel che abbiamo in mano e ritorniamo al nostro treno! “Diavolo!Questi canadesi sono crudeli,vogliono piutosto sprecare la roba che lasciare un povero aiutarsene. Nel frattembo altri treni arrivano da ambi lati e la confusione ingrossa.Altre ventiquattro ore di ritardo finche la linea e’ chiara.Sembra che la nostra fortuna peggiora invece di megliorare da quando siamo arrivati in Canada. Come vanno le cose, ci vorra un altro mese, prima che arriviamo a Nelson B.C. Dopo sette giorni arriviamo ad un locale chiamato Kootenay Landing.In quei tempi qesto era il termine della ferrovia dall’Est.Da qui a Nelson si va via Barca!La barca a ruota e’ il “Nassukin”una bellissima nave su questo grande Lago.Ci aiutano ad imbarcare,siediamo comod, ma tutti siamo pensierosi;ne abbiamo avuto abbastanza di barche, navi!Non pensiamo affatto che questo ultimo tratto sara il piu gioioso di tutto il viaggio. Il lago e’ meraviglioso,I monti in distanza sono maestosi,le colline Verdi e lussuriose in contrasto alle praterie appena passate. Passiamo sei ore di viaggio esplorando e godendo le lussurie offerte da questa bella nave.Dal ponte possiamo gia vedere le luci della citta di Nelson.B.C. ben in avanzo dell’arrivo.Da qui in distanza Nelson ci pare Venezia,con le luci riflesse sull’acqua tremula e calma. Entriamo porto alle 8pm.,scendiamo sulla banchina ed ecco in attesa con braccia aperte,un gran numero di paesani.Non sappiamo se piangere or ridere,increduli che finalmente siamo arrivati.Siamo tra amici ora,I paesani portano I bagagli E ci accompagnano al “Kootenay Hotel”. Giovane in una Giovane Nazione il futuro e’ a mano “ . 20-04-2008 P.S. A presto verranno publicate le foto dello sbarco ad Halifax di Luigi Perri 51 anni fa
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