E' l'anno 1950 e Mr. Catalano Sr. celebra il suo ottantesimo a Nelson.B.C. dove ha costruito una casa a pietra e calce come quelle di Bocchigliero'unica in Canada. 'Luigi Perri'
corrispondenza da Trail Canada di Luigi Perri
capitolo terzo:
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Ora bisogna che ritorni alla mia storia: Durante I due anni di soggiorno in America per me e papa, l’Italia era impegnata in una Guerra con la Turchia.Brevemente dopo il mio ritorno, io fui testimone ad uno spettacolo che non sono mai stato capace di dimenticare.L’Italo-Turco Guerra era appena terminata, quando una grande propaganda avvolse il paese.In quei tempi il solo metodo di propagare al nostro paese era via il bando.Questo giorno il comune aveva impegnato due persone per propagare la grande notizia che due giovani soldati del nostro paese farebbero ritorno questo stesso giorno.Il paese era in grande euforia in preparare il benvenuto ai giovani eroi.Potete immaginare come in un piccolo paesello tutta la popolazione si ingolfi nel fare grande accoglienza al ritorno a casa.. E ad accoglierli a casa.migliaia si affollarono in piazza. Dopo ore di attesa,I soldati apparvero montati su muli,il solo metodo di transporto al paese.I mulettieri guidarono il corteggio al centro della piazza e un grande urra sorse dalla folla. I soldati furono diretti sul parapetto difronte la Chiesa che serviva da pulpito e in vista di tutto il popolo;Io conoscevo I due giovani , erano buoni amici della nostra famiglia. Io mi spinsi tra la folla cercando di avvicinarmi agli eroi e infatti mi accostai cosi vicino da notare ,con grande nausea, che erano ancora nell’uniforme di battaglia ed erano pieni di sangue.Credo che cercavano impressionare gli ignoranti. Il primo oratore del giorno fu un Ufficiale Civico,nostro parente in qualche modo,Benche non un laureato,ne’ un militare,era pero’ un grande oratore. Gloriando il valore dei due giovani soldati, esponendo il fatto che erano ancora insanguinati dalla battaglia, porto’ la folla ad un grande sfogo di patriottismo il che fece a me il contrario e rimasi disgustato a quella vista.
Voi crederete che che io sia troppo giovane per capire ma io compresi ben bene.Mentre il signore gridava al piu alto della sua voce gloriando le imprese dei soldati, un freddo percorse la mia schiena.Io dissi a me stesso”Non voglio sentire niente piu di questa Guerra, e scappai via.Io avrei tollerato queste scene se la guerrra era ancora in corso e,giustificare il patriottismo,ma la Guerra era finita e non potevo comprendere perche’ aizzare odio e disprezzo nei petti della nostra buona gente..Io non sono un codardo ma anche oggi non sono capace a comprendere il senso delle guerre. Non c’era molta delinquenza a Bocchigliero in quei tempi;ogni tanto si aveva notizie che un paio di ubriachi facessero baruffa e assaltarsi con coltelli,ma anche questo era raro.. Una volta io vidi un giovane contadino,venuto in paese per rifornirsi di alimenti;incontrati un paio di amici arrivarono alla nostra cantina per fare un bicchiere di vino.Ciascuno ebbe due bicchieri e dipartirono;la cantina era situata all’angolo della piazza,il centro di ogni piccolo paese. La caserma era anche visibile.I giovani lasciata la cantina scesero in piazza in cerca di altri amici or dare una occhiata alle ragazze che si recavano in chiesa.Nel nostro paese non vedevi mai una ragazza camminare con il fidenzato;questo non era ne incoraggiato ne tollerato affatto.I genitori erano molto cauti e proteggevano le loro preziose giovanette al costo della vita. L’onore di una giovane era considerato la piu sacra cosa del mondo e se una giovane accettava compagnia di un uomo che non era ufficiale fidanzato e accompagnata da una parente,riceveva la “nnomina” e nessun giovane di onore l’avrebbe piu desiderata.La tradizione era che se un giovane era interessato in una certa ragazza,lui non era permesso accostarla da solo.Benche accasionalmente incontri diretti occorrevano di tanto in tanto al nascosto era raro.Se il giovanotto ci ha coraggio,va direttamente dai genitori e domanda di avere la mano della figlia in matrimonio.Se non ci ha l’animo di farlo da se ,invia i suoi propii genitori a fare la domanda. Se la proposta e’ accettata dai genitori della ragazza allora e solo allora il giovane e’ permesso di visitare la ragazza a casa per fare migliore conoscenza ma gli innamorati non sono mai lasciati soli.Percio’ ogni ragazza e’ orgogliosa della sua castita’e la protegge con la vita se necessario. Voi sapete che ogni piccolo paese ha il suo gruppetto di delinguenti.Il nostro giovane contadino con gli amici entra nel centro della piazza giocando tra loroSenza disturbare,quando un gruppo di tre or quattroDelinquenti si infiltrano e circondano come per giuoco il nostro contadino e i suoi amici.Spingendosi l’uno contro l’altro in maniera di giuoco uno dei ragazzi e’ spinto violentamente contro il giovane,che con educate parole chiede di essere lasciato in pace,ma I delinquenti, e’ evidente, in cerca di baruffa cominciano a beffare e spingere il contadino che diventando irritato spinge uno di loro contro gli altri e presto sviluppa una baruffa tra il contadino e i quattro delinquenti mentre I suoi amici cercano separarli.Ma I ragazzacci sono ben decisi di far grande danno e il tutto attrae una folla incluso l’attenzione dei carabinieri che osservavano la scena dalle finestre della caserma che sovrastava la piazza. Essendo a disavvaggio uno contro tre ,il contadino tira da tasca il suo coltello. ne ferisce uno che manda un grande urlo di pena che mette fuga a gli altri attaccanti.A questo punto due carabinieri inervengono e ammanettano il nostro giovane; lo spingono verso la caserma , ma lui fa grande resistenza e altri due carabinieri, che apettano alla porta della casrma. lo forzano dentro. .Nel frattempo il ragazzo che e a terra pieno di sangue e’ trasportato nel negozio vicino e si manda per il medico,non avendo telefoni or ospedali fu lungo l’aspettare ma il ragazzo non aveva danno mortale e survive il colpo.Il contadino fu accusato di assalto con arma mortale.Le testimonie provarono che in suo favore come difesa personale e ricevette un sentenza condizionale. (Qui l’autore va a lungo con esempi di giovani in cerca di problemi per scherzo,e io ritorno a dati storici per Bocchigliero) Ritorniamo ora alla storia.: Vi ricordate che io ero appena ritornato dal Nord America..Poco dopo il nostro ritorno,mio padre compro’ un’altro mulo ,necessario al negozio e alla casa.Io ero ora al mio dodicesimo anno di eta ma ero di grande statura e sembravo molto piu anziano.Con la grande esperienza aquistata in West Virginia, con muli piu che cavalli,io ripresi la mia carriera da mulettiere,un lavoro per me molto piacevole. Mia mamma aveva gestito il negozio durante la nostra assenza ma , col ritorno di mio padre, la mamma venne incinta presto e mio padre con I debiti pagati e un po di moneta da parte era in voglia di riempire e rifornire il negozio.Papa era occupato a riparare e allargare il negozio ed io ero un giovanotto e mi impiego da mulettiere a transportare roba da Pietrapaola ,la stazione ferroviaria piu vicina;se l’ordine della merce era troppo grosso,papa inpiegava altri mulettieri ad aiutarmi ,questo succedeva poche volte.Generalmente andavo da solo, essendo ora considerato un esperto con muli or cavalli; I cavalli piu delicati ma di meno carico percio sono meno usati a Bocchigliero. Col nuovo lavoro io crescevo in esperienza e coraggio. il tutto mi soddisfava e avevo un senso di compimento il che mi piaceva,ora ero felice a questo punto della mia vita. Era ora la fine d’autunno1911 ed era arrivato un grosso ordine da prendere alla stazione.Essendo fine autunno,mia mamma non era lieta all’idea di me solo in questo viaggio;mio padre invece disse “o il tempo non e’ ancora cattivo e possible che inchiari prima che parti”Questo era il mio primo solo dopo il ritorno ed ero molto anzioso in andarci buon tempo or cattivo. Il mattino seguente mia mamma acconsente al mio andare e per le prime due ore c’e una pioggerella E piu mi avvicino al mare , appare il sole ed e’ piu caldo per il tempo dell’anno.Arrivto alla stazione ,do di mangiare al mulo e procedo a visitare il nostro amico il capostazione che mi consegna’ la merce.Lui mi da una mano a caricare il carro che io tiro vicino al mulo.L’agente e’ occupato al momento ma mi dice di chiamarlo quando sono pronto di caricare il mulo;Lo ringrazio dell’offerta;lui non sa che io ho gia fatta una scoperta.Vedete,dove era il mulo c’era una piattaforma dove la gente poneva la merce per caricare e scaricare i loro carri ,il mio piano era di mettere un sacco sulla piattaforma,portare il mulo accanto,poi portare il carro all’altra parte del mulo;poi messo un sacco sul basto,legatolo e saltando sul lato del mulo mettere l’altro sacco sul basto. Cosi feci e legate le corde,coperti i sacchi in caso di nuova pioggia,sono pronto a partire.;portato il carro indietro alla stazione con grande orgoglio della mia impresa dico ciao al capo che risponde ciao non realizzando che io sono pronto a partire. E dice non vuoi che ti aiuti a caricare?No grazie signore il mulo e’ gia carico. Incredulo che lo facessi da solo viene fuori a vederlo e” Come hai fatto a caricare da te solo? Ce l’ho fatto rispondo ma senza spiegare il processo. Non fu fino alla seguente primavera che svelai il mio segreto al capostazione sul metodo di caricare. Il paesetto di Pitrapaola e’ dieci chilometri dalla stazione sulla via verso Bocchigliero ,ma non decido di scansarlo ,continuando sulla rigorosa salita che precede il paese;appena giunto nel vicinato del paese alla vetta della salita,mi accorgo e noto parecchio lampeggio seguito da rumorosi tuoni.La strada e’selciata a pietra,come tutte le strade italiane fatte dai Romani,Siamo quasi alla fine della salita allorche il ferro alla gamba destra di dietroDel mulo si ingaglio tra due pietre, causandolo a cadere.Il problema e’ grande e ne sono preoccupato poiche non so se portando il mulo in paese avrei trovato qualcuno che lo potesse riferrare e con tutti quei segni di un temporale imminente non voglio perdere prezioso tempo,ma continuando’ dato il peso del carico’ di sicuro avrei causato grande danno al mulo;decido di far riparo e ricalzare il mulo io stesso.Questo e’ un affare per cui io non ho esperienza, ma avevo visto mio padre e altri mulettieri fare riparo per via,e cosi ci houna aidea come attaccarlo.La situazione e’ piu aggravata dal fatto che il mulo, essendo carico pesante, non puo’ tenere su la gamba per piu di pochi secondi,per altro c’e grande pericolo di rovinare il mulo cercando di inserire un chiodo sul ferro in quella posizione.Per fortuna, noi portavamo sempre con noi un sacchetto con chiodi,raspe,martelli e ferri sempre attaccato al basto,per fare temporari ripari durante lunghi viaggi.Assortiti gli attrezzi in vicinanza della gamba del mulo,procedo a preparare l’unghia con la raspa misurando di tanto in tanto la posizione del nuovo ferro.Lascio il mulo riposare la gamba per un bel po prima di inserire due chiodi nell’unghia,tagliando le punte sporgenti e assicurandole e poi inserendone altri due .continuando il processo fino a completare l’opera.Infine osservo minutamente lo zoccolo del mulo e soddisfatto del compito sento un grande orgoglio per aver tentato e compiuto una tale impresa proprio innanzi all’arrivo del maltempo che ora e’ molto vicino.Raccolti gli utensili e rimessi nel bastoSpingo il mulo in via cercando di affrettarlo ma e’ difficile dato il gran carico .I tuoni ed I lampi ora sono frequentissimi e molto vicini. Per laseguente ora la pioggia e’ a secchie e incessante.Avvicinandomi all’entrata del bosco il temporaleE’ una bufera,. Ora il buio aggiunge alla traversa del bosco una fantastica sempianza di arcano che il vento accresce ululando ,il suono di rami abbatuti sulla via ora un torrente, il tutto mi fa penzare alla possibilita di perderci la pelle in questo bosco; ma bisognava sbarcarlo.La via ora migliora,ma e’ affiancata da frasche molto dense oscurando in piu il cammino e quasi far perder vista del mulo a pochi passi di distanza.Ricordando il detto dei mulettieri,mi acchiappo alla coda del mulo ,sicuro che mi portera’ sulla via e salvo. fuorche non fossimo colpiti da un lampo tutt’e due.Io prego che si uscisse dal bosco al piu presto quando all’improvviso il mulo ferma ed io sbatto la faccia al culo della bestia,meglio che sbattere ad un albero”.Che succede ora”,io impreco. Mi avanzo in fronte e con orrore scopro un grande albero .abbattuto dal vento minuti prima . sbarra il passaggio completamente.Infatti l’albero arca quasi due metri sopra la strada,facile per me passarci sotto ma non per il mulo dato il grande carico.Se c’era mai stato per me un bisogno di un’accetta questo era il tempo piu preciso.,purtoppo quel che ci ho e solo un coltello.’I lampi e il vento ora non sono tanto spaventosi ma la pioggia continua a cati. iInvestigo la possibilita di andare intorno alla base dell’albero sapendo che alla base non ci sarebbero troppi rami e con un po di fortuna sarei capace di scansarci.Preso il mulo per la briglia,lo guido cautalmente tra le frasche cercando di evitare punture ai sacchi del carico dai rami rotti che spuntano dappertutto.Ogni tanto un piccolo ramo mi batte in faccia con. gran dolore ma non me ne importa purche scanzano I miei sacchi di farina che credo ora sono tutti strappati.Il giro per scanzarel’albero dura piu di una ora ma finalmente siamo sulla via ,che sollievo! Ora osservo il carico e per fortuna sembra intatto.Siamo ora fuori del bosco e da qui la via discende verso il fiume e fra un ora saro al fiume che ora ho paura sara innalzato data la pioggia.Arrivati alla riva del fiume il mulo si ferma e io salto sul culo del mulo che date un paio di sbruffi si imbarca nel fiume e senza sosto siamo sull’altra sponda e discendo dal mulo dando uno sguardo al fiume che ora non mi sembra tanto minaccioso.La traversata e’ l’epico della ventura,ora il tutto e’ superare questa arda salita Quattro miglia lunga.A mezza salita il temporale si rinnova con piu grande forza e ora I fulmini illuminano la contrada come seFosse mezzogior, ma immediatamente dopo completamente all’oscuro;ma io non sono piu pauroso dato che siamo cosi vicini alla meta.Siamo quasi due migli dal paese e sento tra tuoni una voce che grida il mio nome; Non mi e chiaro ma facendo piu attenzione riconosco una voce di donna che mi chiama;qualcuno e’ venuto a incontrarmi penso io.Io rispondo con un grido ed aspetto con ansia una risposta.La donna grida ancora il mio nome chiaro e forte,e’ mia mamma!Io sono grato ma irritato che lei mi viene a trovare in questo temporale Io affretto il mulo verso di lei che si precipita nel buio verso di me. Il mulo si ferma ma non ci si vede fino a che siamo quasi uno sull’altro.Il pianto di mia mamma che grida “ mio povero povero figlio”,mi soverchia ed io pure scoppio in pianto.Mi ricombongo presto e”Che piangiamo!Andiamo a casa “dico.Mia mamma continua per via a piangere e scaldarmi e chiamare mio padre malvaggio per avermi mandato a cosi grave pericolo e fuori se stessa tenta stracciare I sacchi di farina e buttar via la causa del mio pericolo ,io la interrombo dicendole che ora e’ troppo preziosa per me dopo tutto quel che ho passato per portarla fino a qui.Dopo un poco mia mamma si calma e vuole sapere in dettaglio tutto cio che mi e’ accaduto nel viaggio.Dopo aver esitato spendo il resto del cammino raccondandole tutto.”da ora non parlero piu con tuo padre;lui potra’ andare a pigliarsi la roba da se,lui non mandera te da solo mai piu’”Cosi parlando siamo ora vicini a casa ma mia madre e’ ancora agitata e impreca mio padre e Propone di far grande baruffa una volta a casa.Mio padre e’ li a prendere consegno del mulo e metter a posto la roba mentre io salgo in camera a pulirmi e cambiarmi per un po di cena e poi subito a letto.Sono stanco dopo un lungo lungo giorno.Non so che successe tra mia mamma e Papa quella sera ma io non fui mai piu mandato solo in lunghi viaggi. Mi mamma era una brava e caritatevole donna piena di amore per la famiglia e tutti.Benche passata a migliore vita da venti anni tutti che io incontro anche ora nonmancano menzionare in quanto riguardo la ricordano.Per molto tempo dopo il mio famoso viaggio le cose erano quiete poiche l’inverno si accostava e nessuno si azzardava a lasciare il paese.Come tutti in paese io ero anche impaziente al penziero di Natale.Io ritornai al coro ,preparando le canzongine di Natale tenendoci occupati fino a Natale, capodanno e l’Epifania.Prima che lo penzavi era trempo di preparare per Pasqua;cosi occupati sembrava una continua vacanza. In quei tempi c’era in paese una usanza che credo continua anche oggi.Giorni prima di Natale si faceva una cerca di legna in tutto il paese e raccolta in piazza si incendiava la sera di Natale.Ognuno dava qualcosa,alcuni portavano muli carichi,donne portavano sarcine in capo per la fochera,tanti che non avevano abbastanza per il proprio focolare davano almeno un pezzo di legno per onorare Gesu Bambino.A volte il cumulo era piu grande di una casa e tutto il paese partecipava,raccoglindosi intorno al grande fuoco e cantare e augurarsi l’un’l’altro fino a mezzanotte quando si enrava in chiesa per la messa di Mezzanotte.Dopo messa si rinnovava la riunione intorno alla focara con gioia e festa fino al mattino. Questo spettacolo mi fascinava dato che io sapevo che molti donavano legna per la focara anche se non avevano abbastanza per loro ma era come un voto religioso che avevano ineritato per generazioni. Come ho prima menzionato,la maggioranza viveva da contadini e d’inverno c’era ben poco da fare eccetto per gli artigiani,falegnami,calzolai etc.Il paese e’ situato alto in montagna e ricordo nevicate di due metri in una notte. Un inverno,io ricordo,quando eravamo ancora nella casa vecchia, situata proprio sulla strada,la strada meno di cinque metri larga,la porta era piu bassa della strada quando pioveva forte l’acqua entrava senza complimenti Comunque questo doveva essere il 1904 perche io ero Quattro or ciqnque anni di eta, c’era gia della neve a terra non posso dire quanto,ma ricomincio’ a nevicare nel pomeriggio e continuo per 36 ore ininterrotte.Nessuno si azzardo’ ad uscire e due mattine dopo finalmente fini.Mio padre cerco, di aprire la porta per fare un viottolo verso I vicini ma ecco in aprire c’e’ un muro di neve solido che sbarra la porta.;la porta e’ completamente sigillata e cercare di scavare la neve di dentro non e affatto possible. Mio padre disse”speriamo il vicino ci verra a scavare”.Infatti un poaio di ore dopo il vicino ci venne in soccorso.Mia nonna disse che lei aveva visto nevicate di due or tre giorni tante volte nella sua vita. Come ricordo la nostra casa aveva un grande sottopiano,la stalla da una parte e la cantina dall’altra.L’accesso era una viottola molto stretta sull’orlo di una grande rupe.Questo e’ caratteristico di molti paesi in Calabria e Sicilia.Attualmente costruirono I paesi su rupi o alla cresta di una montagna fiancata da rupi molto frequenti in queste terre.. dovettero spendere centinaia di anni di costruzione poiche tutti I fabbricati sono a pietra e calce;dovettero portare le pietre dal terreno di sotto e trasportarle via carri di bovi ,non essendo quella quantita di materiale sui cucuzzoli dei monti dove costruivano.Il mio paese di nascita e’ uno di questi paesetti,La parte della montagna dove era situata la nostra casa guardava a levante, al nord, 200 metri davanti c’era un precipizio di trecento metri ;di tanto in tanto un bambino si azzardava in quella direzione e poi spariva per sempre..Pensandoci ora quel paesello era disegnato di unica e pitturesca bellezza.Come avevo cominciato a raccontare delle grandi nevicate L’inverno del 1911 -12 fu cattivo e torno’ ad essere l’ultimo inverno per me a Bocchigliero.Ci fu tanta neve e molte frane al principio della primavera.Generalmente alla fine di Febbraio ,squagliava la neve e tutta la popolazione si risvegliava ritornando alle vigne per potare e preparare la coltivazione in genere.Quella primavera pero,mio padre aveva commesso un grande ordine per rifornire il negozioE non l’aspettava prima della meta di Marzo,ma fu notificato che il tutto era pronto alla stazione di PietrapaolaE doveva essere consegnato prima del 2 Marzo ;cosi mio padre si affretto a contrattare due or tre mulettieri e decise il giorno del viaggio.Io ero pronto ad andarci,ma purtroppo con mio sgomento fui fermato dato che incomincio a nevicare e mia mamma era ben decisa a non permettermi per qualsiasi motivo;ebbe parole con mio padre ma vinse l’argomento.I Quattro mulettieri decisi ad andare passarono da casa nostra per pigliarmi,nel frattempo la neve ora era cambiata a pioggia ,incontrato mio padre fecero una piccola riunione; mio padre cercava di convincerly a postporre il viaggio per un altro giorno ma I mulettieri erano anziosi ad avviarsi, pensando che il tempo migliorerebbe quel mattino.Infatti quel mattino il cielo si schiari, il sole era cosi caldo da far squagliare la neve e tutte le vie diventarono ruscelli;a mezzogiorno ci furono rumori di molte frane intorno , alcune in vista dal paese.Tutta quest’acqua aveva solo un destinazione:la Renzana,il fiume che I mulettieri dovranno guadare.Apparentemente non ebbero difficolta a passarla perche era di mattino presto,e non pensarono che sarebbe stata una differente storia al loro ritorno.Esattamente quel che avvenne.Per il tempo di ritorno la Renzana era diventata una tempestosa massa di acqua e come potevano osservare dalla collina vicina portava giu alberi,pietre e da vicino osservano e sentono il rombo di pietre rozzolanti giu e intieri alberi passare veloci generando spavento anche alle bestie.Sarebbe pazzia cercare di guadare questo fiume ora;c’e solo una soluzione ed e’ di scaricare I muli e accamparsi fino a che la Piena si aquiete.Nel frattempo mio padre aveva notizie da contadini che avevano lavorato vicino al fiume che passassero la voce a tutti che il fiume era assolutamente pericolosa e nessuno si azzardasse a tentarlo di passare.Mio padre penso di andare a riassicurare le famiglie dei mulettieri promettendo di recarsi sulla sponda del fiume il mattino seguente e assicurarsi che I mulettieri erano salvi. Infatti il giorno seguente mio padre ed un altra persona si recano al fiume e cercano di passare del mangiare che avevano portasto per I mulettieri ma tutto e’ vano,il fiume e’ ancora violente e non possono nemmeno scampiare messaggi tanto e’ il frastuono dell’acqua,solo scambiano gesti.Ora gli infelici erano scarsi di mangiare e bere ed anche I muli stessi avevano consumato il loro mangiare ;per fortunaLoro sapevano che a distanza del fiume c’era un casale abitato dove avrebbero trovato aiuto,ma andarci presentava molte difficolta’Due mulettieri andarono al casale facendo ritorno nel giro di mezza giornata;portarono indietro non solo mangiare per loro ed I muli per un giorno ma anche per il giorno seguente.Il fiume ora cominciava ad abbassarsi ma ancora troppo pericoloso.Tutto il paese ora era in penziero per I poveri isolati e cercavano trovare una via di aiutarli,purtroppo c’era poco da fare altro che aspettare. Il terzo giorno,il fiume era piu calmo e papa decise di andare ad incontrarli,io chiesi di accompagnarlo”sicuro disse lui e’ buono imparar ne quel che si puo da tutto questo”Arrivati trovammo il fiume abbassato abbastastanza per guadare ma era ancora pericoloso in molti posti della rivaQuando I mulettieri erano pronti a tentare il passaggio ,mio padre li diresse giu per la riva ad un luogo dove il fiume era piu largo e le aque sembravano piu basse.Ad uno ad uno cominciarono il varco e quando l’ultimo mulo era attraverso lo celebrarono con un grande urra e un immediato bicchiere di vino;.Non so se lo sapete ma il vino e’ il piu benevole metodo per ristorare il corpo esposto al freddo or le acque.Papa aveva portato grande quantita di vino e mangiare e continuarono a goderlo durante la salita a casa,che raggiungemmo in meno di due ore.Dopo scaricare, disporre della merce, ognuno ando a casa ad abbracciare I famigliari e dar conforto agli animali;questo modo di vivere era commune in quei remoti paesi e I dolori e le gioie erano convivute da tutti,L’amicizia era sincera e considerate sacra d Dopo quel terrore dei primi giorni, Marzo si addolci e ognuno usci dal letargo invernile e si accinse a ripigliare le usate faccende;Marzo e’ il tempo di putare e io ne presi opportunita per impararne l’arte di putare alberi di frutti e viti.Non pensate che io fossi l’unico in famiglia ad essere affaccentato,c’era lavoro per tutti in famiglia,piccoli e grandi, maschi e femmine.L’unica cosa che non ebbi occasione di impararmi fu quello di mungere una vacca.La buona ragione per questo era il fatto che non avevamo vacche,infatti queste erano molto scarse in quella regione. Quando io ero piccolo. Se q ualcuno aveva bisogno di latte di vacca,doveva recarsi su in montagna dove c’erano mandrie in erbaggio.L’unico latte che c’era era latte di capra.Questo era molto fresco perche il lattaio veniva alla casa con la mandria Le capre avevano campanelle al colle cosi si annunciava l’arrivo a distanza. In tempo per uscire infronte alla casa con una bottiglia e farla riempire sul posto, fresco fresco. Mi ricordo vivamente come noi ragazzi,sentendo il suono delle campanelle,ci nascondevamo dietro siepi e sorprendere una delle capre e sprizzare un po di latte in bocca diretto dalla mammella della capra.Il tutto era poco piu che un lavaggio in faccia perche le capre erano moltoSpiritate ed il capraio arrivava presto col suo bastone. Che Bella vita era quella!!.
Quarto capitolo
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