Carmine
Bartolo Catalano fu il primo Bocchiglierese
ad emigrare in Canada fu lui che
apri la stada ai nostri numerosissimi
paesani che in seguito si stabilirono
in quella Nazione la sua vita
"avventurosa" e' raccontata in
un libro in lingua inglese che
il nostro compaesano Luigi Perri
residente anche lui a Trail ha
tradotto e mi ha gentilmente spedito
E' l'anno 1950 e Mr. Catalano
Sr. celebra il suo ottantesimo
a Nelson.B.C. dove ha costruito
una casa a pietra e calce come
quelle di Bocchigliero'unica
in Canada.
'Luigi Perri'
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Questa
foto e' della famiglia Giuseppe
Lerose
maritato a Filomena Catalano,una
delle quattro sorelle dell'autore
del libro.
E' l'anno 1965 in occasione del
cinquantesimo del Giuseppe,Bruno,e
Leonardo Lerose emigrarono giovanissimi.Bruno
fu il primo Italiano in Canada
eletto Sindaco della citta di
Trail.
Negli anni del cinquanta furono
i garanti per le famiglie dei
parenti per emigrare in Canada:Gli
Abenanti,Capalbo,Santoro,Marino,Mazzei,Caligiuri,
Perri,Murano,Risolei ed altri.
Luigi Perri (Trail Canada)
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Capitolo secondo
La mia Fascinante giovinezza in West Virginia USA
Dopo
l’Autunno e l’Inverno del 1908,la
mia vita di giovane piena e
senza cure era per finire..
Nella Primavera del seguente
anno, Papa aveva deciso di andare
in America e voleva che io andassi
con lui. Quando sentii questa
decisione io ero estatico.A
penzare che fre brevi mesi ,noi
saremmo in viaggio per la famosa
e favolosa America:Gli Stati
Uniti!dove gente si arricchisce
in un giorno,cosi ci dicevano!Me
ne sognai una notte;Sognai che
qualcuno mi dava una vanga,un
tipo che io non avevo visto
prima,torno ad essere esattamente
il tipo che poi usai qui per
molti e sudati anni a caricare
carbone. .Sognai che un uomo
mi consegno questa vanga ,mi
porto per mano ad un gran mucchio
di moneta,non moneta di metallo
ma di carta e mi disse: eccola
qui aiutati da solo!Imparai
ben presto che non c’era via
facile per far fortuna almenonon
per noiQuando arrivo l’ora della
partenza,sembrava che tutto
il paese era apparso a dirci
addio;tutti piangevano,io incluso.,realizzando
che era possible di non rivederci
mai piu.Che terribile idea!Il
fatto era che una manata di
paesani erano partiti per l”America
e solo uno or due avevano fatto
ritorno.Puoi immaginare l’emozioni
dei parenti e gli amici in quell
punto?Io non ero mai stato baciato
da cosi grande il numero di
donne ragazze e ragazzi,comunque
ci strappammo da tutti e finalmente
cominciammo il viaggio.Papa
aveva prenotato due mukettieri
per portarci alla stazione ferroviaria
di Pietrapaola dove eravamo
stati tante volte insieme e
anche una volta da me solo.Il
treno per il porto di Napoli
doveva arrivare intorno a mezzogiorno;I
nostri amici mulettieri rimasero
a farci compagnia fino al diparto
e una volta arrivato il treno
ancora abbracci e pianti di
licenziamento. Ne io or papa
eravamo entrati in un treno
prima d’allora,era affollato
e ci accodammo alla meglio I
sedili consistevano di banchi
di legno e io finii per essere
seduto all’indietro il che mi
dava fastidio e dopo una ora
mi sentivo nauseato e cominciai
ad impallidire.Ero seduto vicino
al finestrino e con la coda
dell’occhio vedevo lunghe file
di olive e fichi d’india e migliai
di pali di luce sfilare vertgginosi
passato me da farmi sentire
ubriaco.Un uomo seduto dirimbetto
a me noto la mia situazione
e presomi per il braccio mi
disse:tu sei malato e meglio
che ti siedi qui,io cambiero
con te.Cambiato posto il signore
mi dice :chidi gli occhi e riposati
e tutto andra benequando riapri
gli occhi non guardare il finestrino
ma guarda lontano all’orizzonte
e non ti sentirai piu male..
A questo punto,vorrei sviare
dal soggetto un po per spiegarvi
I fichi d’india che ho menzionato
poco fa.Questo tipo non e’ veramente
un cespuglio ne un albero ma
una accumulazione di foglie
polpose a forma di scarpe di
neve.Le foglie crescono una
sull’altra in tutte le direzioni
finche formano una formidabile
siepe otto or dieci piedi larga
e quindici piedi alta a maturazione.Le
foglie sono coperte interamente
da spine lunghissime.Questa
forma una siepe lungo la ferrovia
in tutt’e due I lati e impedisce
gli animali di praticare I binarii
e rimanere uccisi dai treni
.Credo che questa pianta e’
semi tropicale,ma in oltre a
fare siepe per I treni produce
anche un bel frutto delizioso.Gli
italiani chiamano questi frutti
:fichi d’India.Forse originano
dall’India,io non so.Il frutto
matura a mezzo Agosto,ha un
giallo dorato e misura come
una pera con una corticcia spinosissima,le
spine in questo caso sono fine
e aggruppate a punti,bisogna
maneggiare questa frutta con
grandissima attenzione. Molti
raccolgono I frutti per il loro
comodo or per vendita ma la
maggior parte va a male poiche
e’ cosi difficoltoso il raccoglirli.In
Canada ho mangiato questo frutto
solo una volta. Il viaggio per
Napoli,uno dei piu grandi porti
d’Italia,duro tuuto il primo
pomeriggio,tutta la notte e
parte del giorno seguente poiche
dovemmo cambiare treno parecchie
volte a stazioni di diversione.
Arrivati ci siamo registrati
all’Hotel ed io cominciai le
mie esplorazioni di sconosciute
parti ancora una volta. Non
c’era ascensore nell’Hotel e
dovemmo ascendere tre or Quattro
piani di scale. Acqua corrente
nelle stanze or gabinetti erano
sconosciuti in quei tempi ma
c’era un lavatoio nel sottoterra
chiamato”Latrina.Nella stanza
c’era un bacinetto,una cannata
di acqua e un sotto letto in
caso di emergenza.Ci considerammo
fortunate di avere una stanza
per dormire invece di un alloggio
alla stalla come eravamo usati
in viaggi prima. Una volta accomodati
in camera ci lavammo,cambiati
I vestiti ci preparammo ad uscire.A
questo punto ero molto affamato
e passai l’idea a papa,Si disse
lui,andremo all”Osteria immediatamente.Scendendo
le scale c’erano grandi specchi
ad ogni piattaforma,non l’avevamo
notato all’andare in su ma ora
notai che come mi avvicinavo
allo specchio diventavo molto
alto e snello e allontanandomi
diventavo corto e grasso;lo
notai a papa che mi spiego come
il proprietario faceva giuoco
dei semplicioni come noi che
frequentavano l’Hotel.. Cercando
di capire come avevano ideato
gli specchi ,camminammo fino
alla piazza centrale:Piazza
Garibaldi. Nominata in onore
dell’eroe nazionale che aveva
unificato l’Italia come era
costituita in quell tempo;io
ne avevo letto di lui.La sua
statua era nel mezzo della piazza.Li
uno poteva comprare qualsiasi
cosa,noi guardammo in giro un
po e presto entrammo nell’Osteria.Napoli
ha una reputazione mondiale
per la sua musica,canzoni e
atmosfera romantica.Ogni angolo
della piazza aveva gruppi di
suonatori di armoniche,mandolini
e chitarre e cantanti Di canzoni
in napoletano.Alcuni gruppi
entrano nei ristoranti e nelle
cantine suonano e cantano un
po di canzoni e poi passano
il cappello,generalmente usano
una giovanetta con capelli ondulati,
gote rosate un bel sorriso da
far squagliare I cuori piu induriti
.Alla fine lei ritornava con
una bella soma nel cappello;in
quei tempi tanti ci facevano
una bella vita in quel modo.
Dopo mangiato usciamo fuori
a vedere I dintorni;prima di
tutto dovevamo andare all’ufficio
di Immigrazione Per il visa
sul passaporto’poi all’ufficio
della Vaporiera per la certifica
dei nostri biglietti di passaggio
che succedeva fra due giorni.Arrivati
all’ufficio lo trovammo chiuso
con istrzzioni affissate alla
porta di ritornare il giorno
seguente alle ore nove .Avevamo
ancora poche ore di giorno cosi
decidemmo di esplorare un po
della citta. Mio padre chiese
direzione per la Galleria Umberto
Primo(che era il museo in onore
del Re umberto,il primo Re della
nuova Italia)In poco tempo eravamo
difronte al museo che era nella
piazza.dello stesso nome.Al
centro della piazza c’era una
statua del Re su un maestoso
cavallo.Molto imponente!Entrati,esplorammo
il museo.C’erano le meraviglie
del mondo.Arte di ogni genere
,pitture pregiatissime in olio,dei
piu rinomati artisti Italiani,sculture
in stile Greco e romano.La galleria
era tutta in marmo ma in architettura
moderna,una cosa meravigliosa!La
costruzione era un grande palazzo
e se non guardavi dove andavi
venivi a finire da una piazza
all’altra alla fine del palazzo.
Anni dopo sentii una storia
di un Americano che visitava
il museo:Era in visita in Italia
e voleva vedere,Napoli,Sorrento
e La galleria Umberto Primo.Arrivato
a Napoli la prima cosa da fare
era la visita al museo ,cosi
che ingaggiata una guida(e’l’unico
modo di godere un museo) che
parlava inglese esclamo:Che
bel pezzo di architettura e
questa galleria!Dovrebbe essere
magnifica dato che la costruzione
duro novanta anni,rispose la
guida.Novanta anni,riprese l’americano,noi
in America costruiamo un grattacielo
in meno di due.Al che la guida
rispose:certo,certo signore.
Ci volle piu di sei ore per
visitare I piu interessanti
punti della galleria e nel frattembo
avevano trascorso all’altra
parte dell’edificio e ancora
il turista parlava eccitatamente
delle meravigliose cose viste
e apprezzando con gratitudine
le spiegazioni della guida,calata
la mano in tasca ne cavo un
generoso dono monetario per
la guida.Pensando di uscire
dalla stessa porta da cui era
entrato credeva trovarsi in
piazza ReUmberto.Attraverso
la piazza vide un bellissimo
edificio in marmo,meraviglioso,notando
che non lo aveva visto prima,si
rivolse alla guida che era ancora
con lui e disse:Scusa signore
ma spiegami una cosa,vedi quel
magnifico edificio? Come mai
lo abbiamo omesso quando siamo
entrati?”Io non ricordo vederlo
affatto!”La guida,un napoletano
di prima qualita rispose.Lei
e’ corretto signore,non lo abbiamo
visto perche questa meraviglia
fu costruita durante la nostra
visita alla Galleria.” L’edificio
in questione era infatti il
palazzo Reale dove la famiglia
Savoia passava le ferie . Quando
lo vedemmo noi era tutto chiuso
ma c’erano ancora un po di guardie
intorno. opo ore di giro nel
museo,io ero stanco e cosi era
papa ma lui non si lamentava.Io
gli dissi che si dovrebbe ritornare
all’hotel perche ero stanco
e avevo fame di nuovo.Di ritorno,ci
fermammo un’altra Osteria e
mangiammo una buona cena.Passeggiammo
un po dopo cena e finalmente
ci ritirammo.Dopo un bella nottata
di riposo ci alzammo freschi
e anziosi di fare nuove scoperte.Papa
doveva tornare all’ufficio di
Immigrazione e anticipando un
lungo aspettare decise di lasciarmi
indietro nell’hotel fino al
suo ritorno.”Ti annoierai aspettando,e’
meglio che rimani qui.mi disse;daccordo
dico io;Tu puoi andare in piazza,se
vuoi,guarda I carretti che passano
ma non allontanarti da qui,guarda
bene prima di attraversare la
strada ,non finire sotto un
carretto,non perdere vista dell’hotel,io
ti voglio trovare qui al mio
ritorno.”Io lo rassicuro che
saro qui e lui datomi un paio
di centesimi per spendere in
piazza si avvia.Io scendo in
piazza e sento musica proveniente
dall’altra parte della piazza.Avvicinatomi
vedo un uomo che suona il violino;La
sua musica non e a mio genio
e mi diriggo verso un gruppo
che si affolla in un punto e
ci sono grida di:”Avvicinatevi,avvicinatevi!Qualcosa
di speciale ,penso io, e mi
infilo tra la folla e finisco
in prima fila,qui c’e’ una donna,vestita
di nero e seduta su una sedia
con gli occhi abbagliati da
un fazzoletto e un uomo con
un vestito a code di rondine
e un cappello a tubo che le
gridava domande.Apparentemente
la donna era sotto hypnosis
e rispondeva a domande fattele
dalla folla.A prima vista rimasi
infatuato ma poi ricoredai aver
sentito storie sul soggetto
come questi improglioni catturavano
l’attenzione di semplicioni
e poi gli pulivano le tasche,li
battevano ew li lasciavano mezzi
morti nei sottovie.Ma a me non
mi gradiva questa esibizione
cosi che me ne allontanai per
osservare I carretti motorizzati
e ammirarne la costruzzione
e il modo di moto.Accostatomi
a circa 50 piedi del binario
notai una cosa misteriosa,qui
I carretti muovenano di continuo
ma non avevano motori or cavalli
a tirarli ma camminavano come
spinti dal vento;io ero ad una
traversa dove I passeggieri
scendevano e salivano or cambiavano
binario. Avvicinatomi notai
la costruzione dei sedili che
somigliava quelli del treno
e il resto del carretto era
aperto con pedale di lenguo
lungo I fianchi cosi che I passaggieri
potevano entrare e uscire da
ambe parti quando erano fermi
ma Anche quando andavano piano;alcuni
erano accoppiati in due or tre.Subito
notai due or tre ragazzi della
mia eta che si preparavano ad
entrare su un carretto il che
fecero ma invece di sedersi
continuarono a salire e scendere
da diversi carretti come si
avviucinavano e lasciavano l’incrocio.Continuarono
questo giuoco per parecchi tempo>Credo
che questo era il loro miglior
passa tempo nella grande citta.
La giornata era ancora giovane
e il traffico sul binario era
quieto;l’ardore di sperimentare
con I giovanotti era insofferibile;sembrava
che nessuno ne facesse attenzione,cxosi
che attaccato I calzoni per
cosi dire,presi coraggio e saltai
sulla pedala e prima che pigliasse
velocita’ saltai sul marciapiede.
Non c’e granche pensai! I ragazzi
che mi avevano notato ora si
avvicinavano verso di me e uno
che sembrava piu Amichevole
mi chiese il nomeTra una corsa
e l’altra sui carretti,diventammo
amici.uno era appena arrivato
in citta per visitare un parente
ammalato in hospedale in compagnia
della mamma; I giovani non erano
permessi visite in hospedale
cosi passava il tempo con gli
altri giocando coi vagoni.proprio
come meDopo un bel tempo passato
ad entrare e scendere decidemmo
di sederci e andare per una
lunga corsa,nessuno sapeva dove
ma nessuno ne aveva cura. I
vagoni aperti erano piacevoli
con,perfetta vista dello scenario
e comodi.Naturalmente la promessa
fatta a papa di non allontanarmi
dall’Albergo fu completamente
dimenticata.Il mio nuovo amico
conosceva un po la citta e quando
arrivammo alla fine del nostro
itinerario scesi dal trenino
,eravamo in una piazza di mercato,e
essendo mezzoggiorno e affamati
ci saziammo con una bella pizza
calda calda dal forno. Napoli
ha inventato le piazze e le
sa fare!Comprata della frutta
ci godemmo la scena. Intanto
mio padre era tornato all’hotel,e
non avendomi trovato liu comincio
subito la ricerca nel mercato
ma essendo Piazza Garibaldi
vastissima era com cercare un
ago in un mugnaio.Dopo vana
ricerca per un tempo ,totalmente
esasperato ritorno alla stanza
in caso io ero tornato.ma non
era il caso.Il fatto che si
doveva imbarcare il giorno seguente
aumento lo sgomento per il povero
uomo che concluse che io ero
smarrito ed era al punto di
impazzire.A questo punto imformo
il proprietario dell’hotel dewl
suo problema e questo comunico
con I carabinieri,ma quyesti
erano inutile;non avevano nessuna
idea dove io potessi essere.Comunque
presero descrizione di me e
sparsero la voce;uno dei carabinieri
cercava di riassicurare mio
padre che prima or poi io sarei
ritornato:quando avra fame ritornera”.Sentii
uno dei campanili indicare le
ore tre P.M.Questo mi ricordo
la promessa fatta a papa e i
ndicai al mio amico che io dovevo
tornare all’hotel.Lui acconsenti
subito perche anche lui aveva
dimenticato il suo appuntamento
con il suo padre e madre.Senza
perder tempo salimmo sul primo
trenino e ritornammo al punto
di partenza.Al nostro arrivo
alla piazza due carabinieri
ci accostarono e domandarono
chi dei due era chiamato Catalano;io
benche pauroso risposi di essere
costui.Perche? domandai;Vieni
con noi disse uno dei due; ora
ero davvero terrificato.Non
allarmarti mi dice poi,noi non
ti faremo male,lo sai che tuo
padre e al punto di disperazione
in cerca di te?Ma io non sono
smarrito,aggiuungo io;”dillo
a tuo padre dice il carabiniere.Ti
accompagneremo fino all’hotel!”Da
questo punto potevo vedere l’hotel
e non volendoi apparire che
ero in arresto lo espressi ai
carabinieri che da buoni napoletani
mi lasciaro camminare avanti
e loro seguirono a parecchi
passi indietro.Papa era davanti
all’hotel ed io sapevo quell
che mi aspettava.Papa era in
processo di darmi una bella
lezione quando I carabinieri
raggiunsero e papa con un sorriso
domando dove mi avevano trovato”
lo abbiamo scoperto all’uscita
dai treni infondo alla piazza”Papa
li ringrazia caldamentee loro
salutato papa come ad un supewriore
se ne andarono. Mi aspettavo
una ben meritata bastonata da
papa a questo punto,ma lui fu
tanto buono verso di me e ebbi
solo una lunga lezione verbale.”Non
capisci che dobbiamo partire
domain e se non ti trovavamo
avremmo perso il viaggio poiche
la nave parte con noi or senza
noi;Io rimasi in silenzio;Ora,continuo
lui,hai avuto da mangiare qualcosa?che
cosa? Dove?” La collera ora
calmava e presi il coraggio
di raccontargli la storia del
mio pellegrinaggio,gli amici
e come I carabinieri mi avevano
trovato.”Comprendi ora ,mi dice
lui,quanti problemi e pene mi
hai causato?Quando non ti trovai
dovetti avvertire la polizia!Non
fare cosa simile mai piu!”Io
promessi e quella fu l’ultima
scappatella.: Dopo la lettura,le
promesse e I perdoni era ora
tempo di mangiare e andammo
fuori.Malgrado la paura passata,mangiammo
con gran godo e ritornammo all’hotel.Andiamo
a letto presto stasera e domain
ci alzeremo presto per fare
delle compre prima di imbarcare,e
presentarci al porto di buon
ora.Il giorno seguente si fece
esattamente come era il progetto
ed eravamo in file per abordare
la nave nel pomeriggioAspettammo
per ore in linea ed ebbi tempo
di osservare il nome della nave:”La
Veloce” Non ricordo la data
di partenza or di arrivo a New
York,ma quello era il primo
viaggio per la Veloce ed era
decorata come un albero di natale.Prima
di tutto dovemmo affrettarci
a scendere sotto il ponte centrale
per assicurarci un buon lettino,ma
quando finalmente arrivammo
noi tutti I posti migliori erano
gia occupati.In quei giorni
tutte le accomodazioni in terza
classe erano locati nei corridoi
e nei sottoponti,la scelta non
era molto diversa.Trovati I
nostri letti,lasciammo le valigie
sui letti e andammo alla piattaforma
centrale.Io ora pensavo che
con una nave cosi grande sarebbe
stato molto facile fare il passaggio,curiosamente
la nave ed il pensiero del viaggio
non ebbero grande impressione
per me atteggiavo come se ne
avessi fatti molti altri prima
di ora. Dalla piattaforma piu
alta ora potevamo osservare
il monte Vesuvio,bellissimo
in questo chiaro giorno col
fumo sorgente dal suo pennacchio;Papa
cercava di indicarmi la Citta
di Pompei,sepolta dale ceneri
del vesuvio centinaia di anni
faMio padre cercava di spiegarmi
la storia di Pompei ma io gia
ne sapevo dato che era stata
descritta a lungo dai geologisti
dopo l’eruzione del 1905 che
io ricordo bene perche anche
al nostro paese c’erano stati
I tremori che io ricordo vividamente
poche durarono per parecchi
giorni. In paese la maggioranza
,noi inclusi, fummo ordinati
di stare fuori casa e fummo
accampati in un orto per piu
di tre settimane.Le nostre case
erano costruite a pietra e calce
percio erano a piu rischio di
danno dai tremoriMolte case
in paese furono distrutte da
quella eruzione,benche fossimo
piu di 500 miglia lontani dal
Vesuvio .Non c’erano capanne
in quei tempi nemmeno, e uomini
e donne dovettero accomodare
I bambini,meno male che il tempo
era bello,ma a notte era ancora
freddo;per noi bambini era come
una vacanza,ma non era godimento
per gli adulti perche tutte
le necessita dovevano essere
trasportate dal paese.Durante
quella eruzione a Napoli,I tremori
a Reggio e Messina,centomila
persone perirono e altrettanti
furono feriti.Ora pero,dalla
nostra nave,il Vesuvio appariva
calmo e pacifico.Lo sfacelo
del 1905 ora era Storia,ma non
era molto tempo fa,la gente
ancora scopava cenere. Mentre
eravamo alla balconata,, un
nuovo spettacolo era in progresso
intorno alla nave una dozzina
or piu di ragazzi si tuffavano
nell’acqua da piccole barchette.Momentariamente
non sapevo che pensarne,poi
ne scoprii il motivo;la gente
sulla nave buttava moneta nell’acqua
e I ragazzi si tuffavano a raccoglierli
e quando venivano su mostravano
la moneta tra I denti.Incredibile
che potessero raccogliere I
soldi prima che si affondassero,notai
poi che I soldini non affondavano
direttamente ma girolavano nell’acqua
andando giu lentamente come
foglie quando cadono dagli alberi,non
meraviglia che I birbanti li
potevano raccogliero con facilita’.Questo
tuffarsi in acqua era di meraviglia
perche al nostro paese non c’era
acqua abbastanza da fare un
laghetto grande per nuotare
tanto meno per tuffarsi.Durante
l’estate quando l’acqua era
calda abbastanza,I fiumi si
disseccavano al punto che c’erano
pochi stagnetti per guadarci
e rinfrescarsi. Allo stesso
tempo dei ragazzi una flottiglia
di barchette ornate in molticolori
e cariche di merce facevano
grande commercio con I passaggieri.Tiravano
su una fune sulla balconata
e chiedevano di attaccarla alla
inferriatapoi mettevano in mostra
la loro merce e se qualcuno
ne voleva comprare,negoziato
il prezzo mandavano su lungo
la fune un cesto con la merce
dentro e poi veniva indietro
con la moneta.I napoletani sono
maestri venditori ,sanno tutti
gli incanti del mestiere.Continuarono
a vendere e comprare fino a
che scese la notte ed era troppo
buio e pericoloso.Il vapore
doveva salpare a mezzanotte,ma
io non lo notai finche la mattina
dopo salito sulla balconata
realizzai che eravamo immezzo
al mare.;non si vedeva altro
che acqua.Il mare era calmo
e rimase cosi per I prossimi
tre giorni.Mi avevano detto
che molti si ammalavano durante
il viaggio ma dopo tre giorni
io ero in ottimo stato e pensai
che mi volevano burlare.; Non
sapevo che ero per avere una
grande sorpresa.Proprio il giorno
seguente il mare si intorbidi
e divenne minaccioso ed io ..caddi
ammalato.Non toccai niente da
mangiare per tre giorni non
mi diceva e se provavo la nausea
me lo faceva rigettare.,ogni
tanto assaggiavo un goccio di
acqua ma anche quella veniva
su.Povere papa era scoraggiuato,cercava
di portarmi cose ghiottose dal
negozio ma invano tutto veniva
su;promisi allora che non sarei
mai piu entrato in una di queste
navi e non avrei mai piu traversato
il mare. Bisogna ORA CHE RIPORTI
I MIEI LETTORI UN PO INDIETRO.Il
secondo giorno del viaggio e
prima che il mare si turbasse
io ero per saggiare un’altra
eminente esperienza:In viaggio
per l’America la nostra nave
fece sosta nella Spagna e Nel
Portogallo;scaricando e caricando
merci e viaggiatori;In Portogallo
dato che non c’era porto accessibile,la
nave dovette fermarsi a mare
a mezzo miglio dalla spiaggia.Qui
un battello venne ad incontrare
la nave con a bordo passaggieri
di partenza e ricarico passaggieri
e bagagli di quelli di ritorno.Intanto
una flottiglia di barchette
circondo la nave offrendo in
vendita uina grande varieta
di arangi A grande ribasso.Tutte
le barche stesero linee alla
nave e per un paio di ore sembrava
un gran mercato.I barcaioli
erano trutti vestiti con costumi
spagnoli,un vero spettacolo
di colori.Noi comprammo un cestino
di arangi per pochi centesimi
e li conservammo per il momento
gustando questo magnifico spettacolo
che si svolgeva alla nostra
vista.>La citta stessa appariva
bellissima con I suoi tetti
rossi e bassi e le bianchissime
mure.>Le case coprivano l’intera
montagna estesa per migliaia
di kilometri; Il tutto dava
l’impressione di ammirare un
grande quadro di pittura.All’ora
di partenza le barchette si
allontanarono dalla nave che
dopo due sonore avvertenze Alzate
le ancore si mosse lentamente.Il
battello con I passaggieri e
I bagagli si allontano anche
e tutti diventaro dei puntini
ondeggiandi e finalmente spariro
all,orizonte;mentre ancora risuonava
in aria il grande clamore di
buon viaggio che Sali dalla
flottiglia mentre si allontanavano.
Il mare si infurio il seguente
giorno e tutto l’incanto della
traversata fini con la grande
nausea che mi attacco Fino all’arrivo
a NY. Dopo nove giorni.Questo
era il primo viaggio per la
Veloce e fu veramente veloce
perche ruppe tutti I primati
per quella classe di tonnaggio
e fu ricevuta con grande fanfara
a NY da una grande e gioiosa
folle.Il primato non era di
importanza per me che mi sentivo
totalmente avvilito e sfinito
per la nausea e I vomiti.ma
la vista di terra ferma mi incoraggio
un po’.La nava accostava il
porto lentamente e questo ci
diede occasine di ammirare la
veduta della citta e la grande
statua della Liberta che ci
passava proprio davanti. Ancoirati
in porto e scesi speravo che
potremmo atterrare subito ma
fui presto disilluso poiche
dovemmo abordare un altro piccolo
battello,qui lo chiamano Ferry-boat
che ci porto alla Battery.Questo
luogo era vastissimo,una citta
da se stessa dove uno facilmente
poteva smarrirsi,in vita mia
non avevo mai visto tanta gente
in un posto,c’era gente dappertutto,le
file erano un miglio lunghe.
Dopo ore di attesa eravamo in
turno per passare dogana ma
io dovevo apparire molto male
perche subito un agente mi ordino
di andare a poassare una visita
medica.Non lo capii allora che
questo significava la possibilita
di Quarantina.Qui erano molto
severi riguardo le malattie
che molti coglievano durante
I viaggi di mare.Papa cerco
di venire con me ma lo permisero
fino a che non avevo finito
la visita.Un giovane mi accosto
e mi chiese di seguirlo in una
grande stanza affollata di gente
che sembrava malata come me;mi
disse di sedermi ed apettare
il mio turno e se ne ando;Io
cercai di uscire e ritornare
da mio padre ma tutte le porte
erano chiuse cosi dovetti sedermi
ed aspettare.Il dottore mi visito
e mi parlo ma io non capii niente,ma
mi trattennero nell’invermeria
per due interi giorni.Mio padre
nel frattempo andava matto non
sapendo quello che facevano
con me; finalmente fu informato
che mi avrebbero rilasciato
dopo avermi aiutato a ricuperare
le mie forze per un paio di
giorni e chiarito dall’Ispettore
medico.Dopo due giorni mi portarono
ad incontrare il povero papa
che ancora aspettava e propruppe
in grande singhiozzi nel vedermi
e non lo avevo mai visto cosi
felice di vedermi.Nel frattempo
papa aveva prenotato una stanza
all’hotel vicino alla stazione
ferroviaria;Subito ci dirigemmo
li via un altro ferry e fu qui
che incontai un Negro per la
prima volta.Ebbi paura ma papa
mi riassicuro dicendo:”Non aver
paura, sono persone proprio
come io e te”.Non pensavo allora
che avrei vissuto con loro in
W.V.Arrivati ,e come un sogno
farmi un bagno in una vera vasca
da bagno con acqua calda.Dopo
mangiato siamo usciti per visitare
la grande citta.Passeggiammo
tutto il resto del giorno osservando
grattacieli dopo grattacieli
il che rinnovava la mia nausea.Camminando
per le strette vie di Manattan,la
folla ewra cosi folta che era
strepito camminare sui I marciapiedi,ma
qui una altra sorpresa,Non credevo
I miei occhi a vedere un cavallo
che tirava un tranvai pieno
di gente.Pensai, una citta cosi
grande usa ancora I cavalli
per tirare I tranvai mentre
Napoli benche molto piu piccola
aveva I tranvai elettrici. Un
anno prima della nostra partenza,un
caro amico chiese a mio padre
perche voleva andare in America:
Un uomo di grado,con un buon
negozio e una grande casa non
ha bisogno di partire,disse
lui.Non sapeva che per combrare
la grande casa noi dovemmo andare
in debiti;gli affair andavano
bene ma con una famiglia come
la nostra c’era poca oppurtunita
di mettere da parte moneta abbastanza
per pagare il debito;Papa penso
che emigrare per un paio di
anni in America era l’unica
soluzione,ma questi erano affair
suoi,cosi rispondeva a queste
domande col dire che lui aveva
sembre sognato di visitare la
famosa citta di NY.e la meraviglia
mondiale del Brooklyn Bridge
di cui aveva tanto sentito nominare.,dopo
tutto questo era una meraviglia”
Questo mi venne in mente mentre
facevamo un po di spesa in un
negozio e dissi a papa:”Hai
sempre parlato del famoso Brooklyn
Brdge,perche non andiamo a VEDERLO.”Con
tutti I miei problemi alla dogana
e la separazione il povero uomo
aveva dimenticato tutto dei
suoi sogni.”Ottima idea risponde
e noleggiato un carretto siamo
in corsa verso il famoso ponte.Ne
valle la pena e la spesa,questo
luogo era tutto quello che uno
puo aspettare da una meraviglia
mondiale!Sembrava impossibile
che si potesse fare un ponte
cosi lungo e alto che una sponda
era su un mare e l,altra su
un altro.Questo mi dioede soddisfazione
e sentii orgoglio nel penzare
che un giorno potessi vantarmi
con I miei poveri amici in paese
che io avevo visto il Brooklyn
Bridge. Prime di andare a letto,
allestammo le poche cose per
la partenza alla meta finale:West
Virginia USA.C’erano la molti
paesani ad aspettarci;papa AVEVA
MANDATO UN TELEGRAMMA PER AVVISARLI
DEL NOSTRO ARRIVO.La destinazione
era Anawalt W.V.Li arriviamo
dopo tre giorni di treno e un
numero di cambii e aspetti a
stazioni lungo la via.L’unico
paese che ricordo di sostare
era Cincinnati Ohaio.Imformati
dal hotelliere in NY.che q uesto
era un buon punto per rifornimenti;
al negozio demo ditagli del
nostro viaggio al negoziante
e lui ci aiuto alla combra da
soddisfare il viaggio.L’attesa
era lunga percio occhiato un
ristorante vicino alla stazione
decidemmo di tentarlo;C’erano
alcuni clienti seduti ai tavoli
cosi noi ci sedemmo al primo
che era vuoto.Appena seduti
un cameriere,un Negro,ci presento
la carta. Mio padre gli dice,non
capisco e lui presa la carta
ce la lesse punto per punto,
la sola cosa che capimmo fu
la parola steak;si dimmo noi
in unisono,steak. E lui sodisfatto
spari.Riapparve con I servizi
di tavolo:cucchiai,forchette,cortelle
e tovaglioli e spari di nuovo.Dopo
quell che apparve una eternita,papa
disse:Be che dobbiamo fare,mangiare
il tavolo?”Questo non era affatto
come l’ultima Osteria a Napoli,dove
appena seduti ecco il vino e
il pane e questo solo per cominciare.Finalmente
ci porta la steak in un piatto
con legumi,patate e un panino.Non
avevamo mai mangiato patate
bollite senza alcun condimento;si
avevamo mangiato patate senza
condimento ma arrostite sotto
la cenere quando eravamo in
campagna,ma mai a casa dove
erano sembre servite con un
ricco e saporoso sugo.Mangiammo
la steak ma non I legumi e le
patate.Il cameriere ci porto
il conto in un piattino di argento.Papa
preso il conto va alla cassa
per pagare.”Due dollari chiede
il cassiere”Papa paga ma mi
dice dopo che quella era stata
una sorpresa;si aspettava un
gran conto ma non cosi grosso;In
quei tempi uno si aspettava
di farsi una bella mangiata
per 25soldi datro che la paga
per una giornata di lavoro era
1.25.Pagare un dollaro per un
pranzo! Esaggerato!Senza far
menzione che in quei tempi qui
uno che andava in cantina a
fare una birra,in piu di un
gran bicchiere di birra se era
affamato poteva avere un piatto
di zuppa e biscotti e il tutto
per soli 5 soldi. Dopo mangiato
il treno non si fece aspettare
a lungo e finalmente ci porto
aAnawalt dove I paesani ci aspettano
sulla piattaforma e ci ricevono
con gioiosi baci e abbracci
e un po di lacrime per buona
misura.Affettuosamente ci ricevano
nelle loro case e ci fanno sentire
come se fossimo indietro al
nostro proprio nido nel nostro
caro paese. Quella sera tutti
I paesani si riunirono in una
bewlla festa in nostro onore
che duro fino alle piccole ore
del mattino.Io non vidi molto
poiche dopo una bella cena mi
addormentai e dormii fino al
mattino seguente. Il nuovo concerno
per papa ora era il lavoro.I
paesani lo assicuravano che
loro avevano parlato gia con
I capi squadra e lui poteva
cominciare a lavorare al piu
presto ma lo consigliarono di
riposarsi per un paio di giorni
prima di cominciare.Al terzo
giorno papa ando a lavorare
con I paesani.Ora avevo un problema.
Niente da fare e nessun luogo
da andare mi sentivo perso.La
nostalgia mi sopravvenne e cominciai
a pensare a mamma,le sorelle,gli
amici e il paese lontano.Per
fortuna tra I paesani c’era
uno che noi conoscevamo molto
bene perche aveva lavorato per
noi un paio di volte durante
la vendemmia:FRANCESCO PALETTA.
Era emigrato un po di anni prima
di noi ed era qui con il figlio:NICOLA
che anche lui lavorava con I
paesani. Nicola lo conoscevo
bene perche eravamo stati nella
stessa camera a scuola benche
lui fosse piu avanti e piu anziano
di me.A questo punto non lo
avevo ancora incontrato pewrche
loro abitavano in una baracca
parecchio distante da noi ma
lo incointrai il secondo giorno
e fui contento di avere uno
con cui parlare e giocare ma
questo solo durante la Domenica
e brevemente alcune sere poiche
lui lavorava da acquaiolo con
I paesani tutti I giorni. Dopo
un po di temnpo mio padre e
I paesani convincero il capo
squadra che io potevo fare l’acquaiolo
dato che benche piu giovane
avevo la stessa corporatura
di Nicola;fu cosi che io presi
il lavoro di Nicola e lui fu
promosso al lavoro di aiutante
al fabbro ferraio con paga piu
buona.Tutto questo mi fece molto
felice!Finalmente avevo un impiego
con paga!.Non c’e meraviglia
che mio padre mi trovo un lavoro
invece di mandarmi a scuola:Non
c’erano scuole vicino a noi;il
campo di lavoro era a tre miglia
dalla fine della ferrovia e
e non c’era niente in vista
per migli.Il nostro gruppo era
impiegato a costruire un ponte
per continuare la ferrovia traverso
un piccolo fiume.Il ponte era
costruito a cemento ,una nuova
invenzione che richiamava una
grande quantita di pietre a
ghiaga e questo facevano la
maggioranza dei paesani:Fare
ghiaia con pesanti martelli
dieci ore al giorno.
Capitolo terzo
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