Autobiografia di Carmine Bartolo Catalano

Carmine Bartolo Catalano fu il primo Bocchiglierese ad emigrare in Canada fu lui che apri la stada ai nostri numerosissimi paesani che in seguito si stabilirono in quella Nazione la sua vita "avventurosa" e' raccontata in un libro in lingua inglese che il nostro compaesano Luigi Perri residente anche lui a Trail ha tradotto e mi ha gentilmente spedito

E' l'anno 1950 e Mr. Catalano Sr. celebra il suo ottantesimo a Nelson.B.C. dove ha costruito una casa a pietra e calce come quelle di Bocchigliero'unica in Canada.
'Luigi Perri'


Questa foto e' della famiglia Giuseppe Lerose
maritato a Filomena Catalano,una delle quattro sorelle dell'autore del libro.
E' l'anno 1965 in occasione del cinquantesimo del Giuseppe,Bruno,e Leonardo Lerose emigrarono giovanissimi.Bruno fu il primo Italiano in Canada eletto Sindaco della citta di Trail.
Negli anni del cinquanta furono i garanti per le famiglie dei parenti per emigrare in Canada:Gli Abenanti,Capalbo,Santoro,Marino,Mazzei,Caligiuri,
Perri,Murano,Risolei ed altri.
Luigi Perri (Trail Canada)

Capitolo Primo 1

La mia infanzia a Bocchigliero.


Io nacqui in un piccolo paese chiamato Bocchigliero,nella provincia di Cosenza,Italia. Fui annomato Carmine Bartolo Catalano. Per coloro che non sono correnti con la Geografia di quella piccola Regione,Bocchigliero e’ situato nella Calabria che coinsiste della parte del tallone della scarpa Italiana. Io ero il secondo di otto figli,quattro maschi e quattro femmine. Benche la maggioranza della popolazione del paese in quei tempi vivesse dalla coltivazione dei campi,mio padre era un negoziante. Nel negozio si vendeva tutto,come si dice da zuppa a pinozze(nocciole)Il nome del negozio di questo genere era chiamato Cantina,dove tra l’altro vini e liquori erano venduti al bicchiere,bottiglie or barili. D’inverno la maggioranza della gente faceva niente,non perche erano vagabondi ma perche non c’era niente da fare fino a primavera.Con niente da fare molti uomini seguivano il vecchio costume di riunirsi in gruppi nelle cantine a giocare a carte per un bicchiere di vino per tutti I partecipanti.Io non vidi mai alcuno giocare per moneta come fanno qua in Canada;per la ragione che nessuno aveva moneta da spendere.La maggior parte del .vino venduto in cantina era stato prodotto dal cantiniere stesso. Quando I propii vini erano esauriti si comprava vini locali or importati daivicini paesi. Nella vecchia Patria,I vini erano generalmente curati in botti di quercia da due a quindici tonnellate di capacita’. Quando il venditore,chiamato Cantiniere, esaurisce il suo vino e deve comprare vino da un vicino,lui deve comprare l’intera botte! In questi casi ,lui si assicura prima di tutto che il vino e’ confermato di prima qualita’.E come la qualita’ di un dolce e’ accertato nell’assaggiarlo,cosi il viene accertato in qualita’coll’assagio;in alter parole deve essere bevuto.Attualmente la prova del vino e’ fatto col gusto e col naso.In quei tempi non c’erano analisi scentifichi in Bocchigliero!Ci erano alcuni “Conoscenti” Giudici di vini in Italia ma pochi nel nostro paese. Non dimentichero mai il fatto che all’eta di sei anni, mio padre comprava una grande botte di vino da un nostro vicino ,un caro amico di famiglia , e poche mio padre non era sicuro del suo giudizio in questo caso dato che aveva bevuto parecchi bicchieri altrove,mi invito ad accompagnarlo all’assaggio della botte.Mio padre benche tracannava una grande quantita’di vino io non l’ho mai visto ubriaco. Ora lui mi dice dove si va ed io credo che lui mi vuole per aiutare nel riempire I barili Come al solito.Dovete sapere che questi barili sono costruiti specialmente per la soma dei muli,cavalli asini or donne(portati in testa).I barili sono due piede e mezzo di lunghezza e otto ince di diametro piu or meno.Contengono da otto a dieci galloni ciascuno di acqua or vino e sono fatti per questo uso.Pieni questi pesano ottanta or cento punti(40kg) un gran peso specie per una donna,portarlo in testa a volte per molti migli(km).La soma normale per muli or cavalli era Quattro barili,due per parte. In quei tempi questo era l’unico modo di trasporto.Se ricordo bene ,noi avevamo due di questi muli.Papa aveva gia negoziato la compra della botte dell’amico che ora aspettava iol nostro arrivo nel pomeriggio. Apri la porta e con un bel sorriso ci accolse in casa.Il mulo con Quattro barili vuoti in soma naturalmente rimase fuori,legato ad un anello di ferro fabbricato nel muro vicino all’entrata. Noi eravamo a pianterreno,il vino deve essere curato e tenuto in un posto fresco della casa. Nella cantina del nostro Amico io fui sorpreso dal numero delle grandi botti,mi sembrava che ne avesse un paio piu’ di noi,noi ne avevamo due di cinque quintqli e due di quindici. Ero geloso che il nostro amico ne aveva due grande piu di noi. L’Aprire di queste grandi botti e’ generalmente ottenuto con mettere uno spigot(canella)dove un buco permanente e’ chiuso da uno stoppo di sugaro. Prima di inserire la canella comunque, bisogna perforare un piccolo buco a meta altezza della botte per saggiare la qualita’ del contenuto. Si prepara un rametto in forma di chiodo,si perfora un piccolo buco,si estrae un paio di bicchieri per il saggio, si inserisce il legnetto nel buco poi tagliatoSe l’assaggio e’ soddisfacente allora si inserisce la Cannella e comincia il TRAVASO. Io osservai questa procedura con grande interesse benche l’avessi visto parecchie volte nella nostra cantina, Mentre il nostro amico perforava il buco,aveva in mano un vaso(Cannata) in cui scorse un paio di bicchieri di vino e chiuse il buco.Riembito un bicchiero l’offre a mio padre e aspetta il giudizio!Mio padre senza nemmeno nasare il vino si rivolge a me e dice: ecco figliolo io voglio che tu giudichi questo vino dato che io ho gia fatti parecchi bicchieri e sarei incapace di dare un giusto apprezzo.Dopo che l’hai saggiato, se lo trovi di buon gusto compreremo la botte. A quell’eta io ero gia un buon conoscitore di vini e se io non raccomandavo un vino mio padre non lo comprava e sapeva che non sarebbe ben accettato in Cantina. Anche se cosi giovane,avevo sviluppato or ineritato un acuto senso di odore e sapore e a casa come in cantina sempre esprimevo la mia opinione sul vino servito nostro or comprato.Comunque io mai mi aspettavo che mio padre rischiasse la combra di una botte sulla base del mio solo giudizio sapendo che il costo di un errore su quella quantita avrebbe rovinato la famiglia col valore di un anno di fatica. Il vino si vendeva a due soldi il bicchiere or otto soldi al litro piu or meno comunque quasto era un grande rischio Quando mio padre mi offri il bicchiere,per quanto un po egoto,accettai senza esitare,presi il bicchiere dale mani di mio papa,lo passai otto il naso un paio di volte,come avevo visto fare gli esperti,misi il bicchiere alle labbra,lo saporai non solo una volta ma repetei due or tre volte.Per fortuna torno ad essere un ottimo vino.Aveva tutto:odore,aroma,sapore e sostanza!Ritornai il bicchiere ancora pieno e dissi a mio padre che il vino era di ottima qualita’.Senza altri saggi papa disse all’amico che comprava e al prezzo gia contrattato.Allora l’amico procedette ad inserire la Cannella mentre io e mio padre scarichiamo I barili per riempirli.Io mantenevo l’imputo sul barile e papa operava la Cannella.Caricati I barili pieni sul mulo ci auguriammo un buon rivederci.Tutto questo fece grande impressione sul mio carattere e l’inizio dell’imparare il sorteggio della complicata vita umana Attualmente io imparavo molto di piu.Come incontrare persone e la loro reazione in alcune circostanze Io notai per esempio come il nostro amico fu piacevolmente sorpreso dal fatto che mio padre ebbe tanta fede in me nel saggio del vino io anche imparai la calda amicizia dei nostri paesani quando la comparai con quella di altri che ebbi da fare piu tardi in vita altrove incluso coloro con I quail ebbi stretta associazione per lunghi anni. La maggioranza dei paesani li sono onesti,gente di una vita sempliceVivono con sudori ma si aiutano l’uno l’altro.Si amino in un modo che non l’ho mai visto in nessuna parte del mondo. Ho avuto contatto con migliaia di gente nel corso dei miei cinquanta anni in commercio, prima come agente di elementary e poi come operatore di una officina meccanica e negli ultimi trenta anni come agente di assicurazioni.Io posso dire in verita’ che ho trattato con una grande varieta di caratteri.Non c’e’ meraviglia che I negozianti sviluppano il male di stomaco Io dovetti abbandonare la mia agenzia prima di raggiungere l’eta di sessanta appunto per I mali di stomaco.La prima causa essendo il fatto che cercai di aiutare trope persone con I loro problemi .Ho scoperto un po’ troppo tardi che non puoi far piacere a tutti,non importa quanto sforzo ci metti! Illustrero questo soggetto in un altro capitolo della storia. Essendo occupato col negozio di alimentari,mio padre comincio a portarmi con lui in alcuni dei viaggi di compra fin da quando avevo sei or sette anni di eta.Questi viaggi ci portarono in varii paesi per accedere alle produzioni di tante commodita per il negozio.Naturalmente tutti questi prodotti dovevano essere trasportati a casa via I famosi muli.,non c’erano strade per circa quaranta miglia dal paese.La piu vicina stazione di treno era venticinque miglia lontana.C’era una solinga stazione chiamata Pietrapaola ed era dodici ore di cammino da casa.Era circa cinque ore per andarci con I muli vuoti e sei per ritornare caricati.La soma normale per muli e cavalli era di circa cento kili 220 punti.Fare il viaggio in un giorno era considerato un impresa ma si doveva fare.C’erano altri luoghi dove mi condusse mio padre.Durante questi viaggi io imparai il mestiere di mulettiere.A questa tenera eta ero gia competente nel governare beverare e pulire I muli e cavalli.Io perfino potevo sellare un cavallo.La sella da soma era molto piu pesante dell’ordinaria,ma io trovai un modo di mettere e assicurare il basto. Nell’estate del 1907,quando ero settenne,una sera mio padre mi disse:Ti piacerebbe andare a Rossano con me?Io ero cosi esilarato al momento tanto che rimasi senza parole per pochi minuti.Rossano era quasi una grande citta origine di molti dei prodotti per il negozioed era un belk lungo viaggio. Ripreso il fiato esclamai:Sicuro saro lieto di andare.Io sarei andato dovunque con papa.Io ero molto orgoglioso del mio Papa. Lui era un giovane di bella figura e portata.Era sei piedi e due ince di altezza(due metri e piu)e ben proporzionato.Pesava intorno a 230 punti(104Kg)allora.Non solo era un uomo grande ma era in piu molto educatoe onesto in tutti isuoi affair.Dovunque siamo andati tutti lo hanno sempre accolto caldamente e dimostrato grande rispetto per luie trattato da amico.Papa era Tacito e quieto ma la sua parola era come un contratto legale.Queste qualita non erano dovute alla sua educazione scolastiche dato che papa fu illitterato fino al giorno che sposo mia mamma.Non era colpa sua ma a quell tempo non c’erano insegnanti a Bocchigliero e solo I ricchi erano abili a pagare insegnanti privati per educare I loro figli.I miei genitori erano contadini emigrati dal Nord alla Calabria.Io non ho mai scoperto da che parte del nord fossero emigrati dato che era successo tre generazioni prima.Io son sicuro che I miei antenati vennero dal nord poiche mio padre aveva visinomia bionda non near come I Calabresi.Mia nonna raccontava che papa era il piu giovane di cinque figli compresi di tre ragazze e due maschi.Ci disse che lk’altro maschio mori alle armi colpito da un calico da un cavallo e due delle ragazze morirono di tifo or qualcosa di simile.C’era una sola sorella di mio padre e io la conoscevo bene.Lei era zia Rosacandia; era la piu giovane ma credetemi era piu grande di mio padre.Zia abitava con noi da quando ricordo,le ci ha cresciuto dato che mamma attendeva alk negozio quando papa era via senza far menzione del fatto che mamma era sempre incinta or allatta un bambino.Zia era il vero prototipo di una donna,aveva forza come papa e se andavamo a qualche poisto con lei nessuno osava darci fastidio.Benche zia fosse maritata non aveva figli.Il suo marito era un buono aniente che sembre girontolava.Venne in America,dimentico la moglie e quando riturno finalmente era sfallito;io lo ricordo bene. Mio padre dopo il matrimonio,realizzo che in qualche modo dovrebbe impararsi a leggere e scrivere.Imparo’ con difficolta’In paese c’era un uomo che voleva insegnare adulti in una scuola serale se avesse abbastanza alumni per farlo di guadagno. La parola si sparse e subito la scuola comincio’ Papa non ha mai menzionato la durata di questa scuola ma lui col leggere e scrivero imparo anche un po di matematica. Io ricordo come papa dopo aver letto una storia ce la ripeteva con tutti I minuti dettagli in sequenze durante le lunghe sere d’inverno,proprio come un raccontatore di storie professionale. Questa ripetizione era tutta a memoria dato che I libri erano in prestito per pochissimo tempo da parte di amici.Libri erano molto rari in paese e dovevano essere ritornati al piu’ presto. Non molti potevano comprare un libro cosi che se uno te lo prestava doveva essere ritornato al piu presto per proseguire il giro. Ritorniamo ora al mio anticipato viaggio a Rossano.Due or tre giorni prima di partire seppi che mio padre aveva contrattato un altro mulettiere,il suo nome era Giuseppe Girardi un bravo uomo ed amico di famiglia,infatti venne con noi per un carico di proveggi.La sera prima della partenza mia mamma preparo il mangiare per il viaggio che durerebbe per minimo 48 ore. Alle tre del mattino il giorno seguente cominciammo il viaggio era un bel mattino di estate, non una nube nel cielo.Il nostro mulettiere Giuseppe era gia ad aspettare al fondo della scalinata. Scambiati I buongiorni io e papa montati I muli proseguimmo per un miglio fino all’uscita dal paese dove comincia la cava usata come strada per le vacche e scende serpeggiando per cinque miglia dove dovemmo smontare perche la via e troppo ripida e scomoda e pericolosa montati su un mulo da soma. Al fondo della discesa arriviamo al fiume chiamato Renzana a me molto familiare poiche passava vicino la nostra vigna alcuni migli in su.A primavera questo fiume ingrossava tanto da non poterlo traversare a nessun posto;comunque ora era varcabile a numerosi punti cosi noi rimontati I muli seguiamo il fiume e seguiamo il sentiero che zig-zags ora un lato e poi un altro del fiume.Io rimasi a cavallo fino a che non mi stancai e allora scesi e camminai per un po. Mio padre generalmente camminava eccetto a punti di traversare or quando era stanco.Questo era un gran viaggio!Ci fermammo momentariamente per far mangiare gli animali e per avere un po di mangiare noi stessi.Mentre si mangiava seduti vicini una sorgente di fresche acque il nostro mulettiere comincio a raccontarci una vera storia: “ Vedi questo posto figliolo?Quando mio padre aveva quaranta anni e anche lui un mulettiere come me,ritornava solo da Rossano con un carico di provisioni,quando arrivo qui il buio era cosi denso e senza stelle da guidarlo cosi che dovette fermarsi qui per un paio di ore.Nel buio cercava di orientarsi e trovare un posto per coricarsi e dormire per un poco e ricominciare il viaggio all’alba per evitare il cammino durante lo scorcio del sole del pomeriggio quando faceva la irta salita di parretta.Mentre cercava nel buio venne incontro a qualcosa a terra che sembrava un uomo addormentato.Sorpreso e un po impaurito penso che costui era in un sonno profondo or si sarebbe svegliato all’incontro.Era invece contento che non lo aveva svegliato.L’uomo era avvolto completamente in un manto e solo I piedi erano in vista. Intorno a mezzanotte quando la temperatura scese e il freddo divento’ rigoroso mio padre cerco di avvicinarsi allo sconosciuto per un po di calore e poiche costui non si mosse ancora mio padre prese coperta sotto un limbo del mantello dello sconosciuto e presto si addormento.Infatti si riposo cosi comodamente che continuo a dormire fino a che il sole mattutino lo sveglio. Realizzando che era in ritardo ,saltato in piedi comincio a chiamare e gridare al dormiglioso compagno:svegliati,ilsole e gia caldo se devi andare a qualche luogo! Ma l’uomo non si mosse;cosi che gli diede una forte scossa.Non un mormoro venne su dall’uomo a terra.; credendo che c’era qualcosa di malePenso di scoprirlo e aiutarlo se non si sentiva bene.Appena tirato su il mantello mando fuori un grido”Oh mio Dio” e terrorizzato dato un altro guardo scopri che non aveva testa.era stato decapitato dalle spalle.Non ebbe coraggio di dare un altro sguardo intorno per vedere se la testa fosse vicina.Pauroso che se qualcheduno venisse e lo incolpasse del delitto se la filo infretta.Arrivato a casa riferi il fatto alle autorita locali ma ancora nessun delitto era stato riportato.Infatti risulto poi che l’uomo era un nemico dei briganti che in quei tempi infestavano quella contrada.” Questa storia gelo ogni goccia di sangue nelle mie vene,allora e per molto tempo dopo ogni volta che mi venne in mente.Ogni volta che mi ritorna in penziero io vedo quel torso senza testa, come se fossi stato io a scoprirlo. Ebbene ,ora i muli avevano finito la biada.Preso un altro sorso di acqua fresca ripigliamo il viaggio.Mezzo miglio passato questa sorgente,il fiume Renzana si unisce con un altro grande fiume chiamato Trionti.Alla confluenza dei due fiumi c’e’ una larghissima pianura coperta di sabbia e pietre che si estende per un miglio ed e’ largo almeno mezzo miglio.Durante la stagione piovosa questa valle e’ tutta sotto acqua ma ora anche questo fiume e’ traversabile a molti locali e il piu profondo e’ meno di due piedi. Dobbiamo essere cauteli nel passare questo fiume,infatti qualsiasi fiume,poiche I muli potrebbero scivolare su una pietra e sbatterci a terra or nell’acqua. Accadde a me parecchie volte durante I miei viaggi da bambino.Per fortuna dovemmo traversare questo fiumo ad un luogo solo e occorse senza problemi. All’altra sponda,il sentiero ci condusse tra una duna di sabbia a sinistra e a destra vicino ai campi con le loro arangeti e uliveti che si estendevano per migli e migli.Da qui avemmo il primo squardo all’oceano.Che senzazione!La natura si svelava a me nella sua grandezza e bellezza.,Io non avevo in vita mia visto il mare, giardini di arangi e limoni e olive.Tutta questa bellezza ,abbondanza naturale era come una fantasia diventata realta. A questo punto il sentiero seguiva molto vicino al giardino di arangi.Io volevo saltare dal mulo e scappare a raccoglierne;Mio padre intui questo e mi disse:non essere premuroso,li compreremo appena vedremo un giardiniere sulla strada. Io fui felice sentire questo ma saembro una eternita prima che spunto un casale alla sponda di un giardino.Trovata l’entrata al casale dopo un po di passi vesemmo un contadino infronte che ci accolse cordialmente.Questi contadini abbandonano ogni faccenda per accoglierti e se rifiuti per qualsiasi motivo loro si offendono. Mio padre gli spiego che noi avevamo ancora un lungo cammino da fare e ci doveva scusare se non accettavamo il suo invito di fermarci e godere la sua ospitalita’.”Noi vorremmo comprare delle arrange per il bambino per oradice mio padre,naturalmente intendendo me. Apparentemente il giardiniere era in procinto di raccogliere una qualita che era matura e pronta per il mercato.Infronte alla casa c’erano numerose ceste colme di bellissime arrange. Sentito mio padre lui scappo subito e prese dal cesto piu vicino tre grandi arangi e li porto a me.Io ero ancora sul mulo.Con un grande sorriso lui mi dice:Ecco figliolo,mangia questi, sono molto dolci.”Lo ringraziai cortesemente e subito ne assaggiai uno.Era cosi delizioso.Allora lui domando a mio padre quanto ne vuoi?Intorno a una dozzina risponde papa,Quanto costano? Quattro soldi,ma io qui li vendo per trePapa gli ricordo che non ci aveva contato quelli che aveva dato a me.”O no.Quelle sono un regalo al giovanotto” Risponde il Giardiniere. Non ringrazii il signore?dice papa rivolgendosi a me.L’ho fatto risposi io.” Fallo di nuovo” ordina papa”Grazie,tante Grazie” Grido io.Agurandogli un buon pomeriggio noi ripigliamo il viaggio,ma prima di muovere papa porge un grande arangio al mulettiere che e rimasto a cavallo e mette il resto delle arrange nella bisaccia.Traversando migli e migli di oliveti,senza meta …….. all’orizonte io comincia a inquietarmi.Non fu prima delle Quattro pomeridiane che arrivammo a quello che mi apparve essere una stazione ferroviaria circondata da lunghe case. Allora e solo allora papa mi dice”Be figliuolo questa e la meta”. Io non risposi. Ero disilluso! Non sgomentarti,continuo’mio padre,le costruzioni che tu vedi sono le fattorie dove compreremo le nostre merci;. Dopo aver piazzato I nostri ordini andremo su in citta’ per una bella mangiata e un ben dovuto riposo.Ora scindi e fai Quattro passi per rilasciare le gambe e vieni con me. Saltai dal mulo e lo segguii. In pochi minuti eravamo difronte a molti seduti a bancarelle;uno ci venne incontro a servirci,ma papa gli disse che voleva vedere il direttore che apparentemente mio padre conosceva da molto tempo.Il direttore era occupato percio aspettammo.Io vidi e cosi fece papa ,un uomo che parlava a a qualcuno su un oggetto con un pezzo di corda attaccato.Piu tardi fui informato che quello era un telefono.Io non l’avevo mai sentito nominare,non parliamo aver visto. Eventualmente il direttore fini la sua conversazione al telefono e giratosi,prima che papa dicesse una parola lui lascio la sedia e ci venne incontro con braccia aperte e un gran sorriso in faccia”A Serafino,Ben venuto,come stai,come sta la famiglia?Io non avemo mai esperimentato una espressione cosi sincera da una persona che sembrava un dottoreor un nobile signore.Lui era ben vestito e di buona veduta,intorno ai trenta anni di eta, genuinamente felice di vederci.Attualmente questo era uno dei due fratelli che formavano la compagnia “Fratelli-Bianchi”Io avevo notato il suo nome su tutti I pacchi ricevuti da quella azienda.Ora mi era chiaro: mio padre aveva fatto affari con questa ditta per molti anni percio’ questo bel ricevimento;questi erano I manifattori e grossisti.Papa continuo con introdurmi e molta fanfara ne derivo,dato che papa domando per qualcuno che potesse darmi un giro della fatturia mentre lui piazzava il suo ordine.”Sicuro”rispose e chiamo un givanotto e gli ordino di condurmi e guidarmi per I diversi departimenti della fattoria. Non credevo I miei occhi quando la guida mi dice:Qui si fanno I confetti”. In alter parole ,differenti qualita di dolciumi;piu in la vediamo una lunga fila di casseruole di rama pendenti dal soffitto con una fiammella di sotto e c’era una persona assegnata ad ogni stazione a girarla e agitarla di continuo.La guida fermatosi ad una di queste ,mise la mano dentro e cavo fuori un po di confetti e li da a me avvertendomi che sono molto caldi.Erano veramente caldi!Non li potevo tenere in mano.”Te ne daro un po freddi per portare a casa “ mi dice e cosi fa prima che torniamo all’ufficio.Ma non era la fine del giro ancora,ora mi porta nel departimento FORNI dovefanno diversi biscotti e mi disse di prenderne a piacere;ne presi uns manata e li mangiava camminando.Qiesto giro era come un sogno per meavevo mangiato molti di questi biscotti a casa ma non avevo nessuna idea come li facevano or dove.Ora lo sapevo.Io li vidi fare un a varieta chiamata”Mandorli con una superfice zuccherina di sopra e un mandorlo al centro;la stessa confezione con liquore al centro e poi una chiamata mandorli ricci,e di piu vidi come facevano il cioccolato ,ma non somigliano quelle che fanno qui. Il giro duro intorno ad una ora,ma tornbati all’ufficio mio padre non aveva ancora finito, percio con un sacchetto pieno di dolciumi da portare a casa dovetti aspettare fuori l’ufficioPer occasione,in ufficio ci era un uomo conosciuto a papa proveniente dalla citta;aveva caricato la sua merce ed era in processo di ritornarela citta era un paio di migli lontana e mio padre chiese il suo amico se aveva posto e poteva portarmi con lui.”sicuro”Ho posto”risponde lui.Papa indica il luogo dove lasciarmi e mi raccomanda di aspettarlo la e non divagare L’uomo rivoltosi a me dsice:”Se sei pronto io son pronto ad andare”Fui sorpreso nel fatto che aspettando una cavalcata dietro il signore su un mulo ,troviamo un cavallo e carretto pronto per Il viaggio.Io avevo sentito di questi carretti ma non avevo mai sognato che ci sarei portato.Il signore mi aiuto a sedere sul sedile infronte vicino a lui schiocca la frusta e siamo in viaggio.Andiamo cosi veloci che io mi sento un po nauseato ma non dico niente.Io non potevo penzare come un cavallo potesse mantenere una corsa si lunga senza cader morto;piu tardi fui informato che questo cavallo era di corsa;io sapevo che cavalli e muli non possono correre a lungo In minuti fummo in citta ed io ero incantato nel vedere quell che per me erano le meraviglie del mondo.Quel buon uomo mi porto alla stazione dei muli e mi disse di aspettare li per mio padre, e poi disse Arrivederci.IO aspettai li come mi aveva detto ,seduto su una cassa davanti alla stalla osservando il via vai della gente.Io ero ingrossato ad ammirare un carro pieno di legumi ,tirato da due muli che non vidi mio padre ed il nostro mulettiere arrivare dalla stessa strada che ero venuto io prima. Quando finalmente li vidi cominciai a saltare e sventolare come se non li avessi visti per mesi.A questo punto io ero completamente affamato e lo dissi a mio padre appena smontato,Noi siamo affamati come te dice lui appena attendiamo agli animali andremo all’Osteria.All’Osteria andammo e questa fu un altra bella novita per me perche io non avevo mai mangiato fuori della nostra casa. Chiamarono cinque or sei piatti,ben preparati come sono di usuale in Italia, e arrivati ci tuffammo dentro.Certamente noi godemmo la delizia di tutti piatti e il vino>Per spiegare a coloro vino e’ parte necessaria del cibo .Ammetto che alcuni abusano l’uso del vino ma non la maggior parte.Ricordo che da bambini a casa eravamo incoraggiati a bere del vino mangiando.Nessuno di noi divento’ ubriacone eccetto il mio fratello piu giovane che da ragazzo rifiutava sempre il bere vino.Quando venne in Canada per riunirsi con me e papa,si mise cattiva compagnia ed ebbe grave problemi con la bevanda finche all’eta di cinquanta anni realizzo la rovina che aveva portato ase e la famiglia e divento completamente astetico. Avevamo appena finito quella meravigliosa cena e mio padredisse” ed ora vi portero al tetro per un cinema(cosi chiamavano I films in Italia.Cosi si ando al Cine.Purtroppo dopo una si grande cena,stanco del viaggio,non vidi molto del film,mi addormentai e dormmii per tutta la pellicola.Potete immaginare Come un bambino la miaeta resistesse dall tre del mattino,a cavallo or a piedi tutto il giorno.Ero completamente esaurito! Neanche papa or l’altro uomo videro l’intero film.Andiamo a letto,dice papa svegliandomi,Andammo indietro allo stallaggio che fu il nostro hotel per la notte.Questa era una grande stalla che poteva Accomodare dieci or quindici animali e padroni.Alla altra parte degli animali c’era un lungo letto coperto di paglia e li ci posammo e con tutti I vestimenti andammo a dormire. Prima di addormentarmi esperimentaI UNA ALTRA NOVITA:In questa stalla c’era la luce elettrica.cosa da me mai vista.Le luci non eranoattuati fino a che non fosse buio,cosi potete immaginare la mia sorpresa a vedere luce proveniente da un vaso ovale,immediatamente mi avvicinai per meglio osservare Questa meraviglia: Questa e’ la luce elettrica dice mio padre tornandola su e fuori.C’era una sola lkampada in tutta la stalla, non era molto luminosa,quasi rossa, ma si poteva vedere ogni parte della stalla.Ero incantato da questa luce ,molto in piu perche la lasciarono aperta la notte ,non come le nostre candele che venivano spente a tempo di letto. La mattina seguente mio padre mi porto al mercato dei fruttivendoli dove I contadini avevano in mostra I loro prodotti in questo spazio chiamato “piazza”.Qui si poteva comprare legumi freschi appena raccolti il mattino stesso or la sera prima Cosi che la freschezza era molto evidente.C’era un mercatino in paese pure ma era solo una volta la settimana e solo di estate.Qui disse mio padre,continua inverno ed estate,ogni giorno.Rossano era locato nel sud e il clima era come la California del sud. Il nostro paese benche situato nel Sud, era pero sui monti dove in inverno,mi ricordo,a volte si aveva fino a dieci ,dodici piedi di neve (4mt).Io l’ho visto con I miei preopii occhi che una volta nevico Quattro piedi prima di smettere.Ma per la prima di Marzo generalmente era sparita. Era gia mezzoggiorno quando finimmo la visita del mercato e mio padre aveva parlato a molti dei suoi vecchi amici ed ora era tempo per l’Osteria di nuovo e pert pranzo.Mangiato, sellato I muli ci inviammo per il mercato all’ingrosso per caricare le nostre merci.Non ci affrettammo perche il caldo era torrido quell pomeriggio.Il miglior tempo di lasciare qui locali era verso le Quattro del pomeriggio,cosi che si aveva solo un paio di ore del piu caldo del giorno.Allora cammineremmo al fresco degli oliveti senza salite irte da fare. Caricati I muli ci inviammo.Dopo sole due ore di cammino,io morivo di sete.Mio padre mi disse che ora non c’era acqua intorno,non prima del prossimo paesello,il che non arrivava per almeno una altra mezza ora..Finalmente arrivammo al paesello e attaccammo I muli al fresco di un albero di pepe. Fino a quell momento io non sapevo che il pepe nero cresceva su gli alberi.Senza dir niente corsi verso la prima casa in vista Infatti torno ad essere un negozio ed io chiesi di avere un po di acqua.Il negoziante apparve sorpreso e disse che era completamente senza acqua poiche aveva da andare molto lontano per recarla,ma sarei ben venuto ad accettare un bicchiere di vino “Vino! Io non voglio vino,risposi io, questo mi farebbe sentire peggio.”Be figliolo,queto e tutto che posso offrirti!”Ancora assetato,e deluso, cominciai ad andarmene ma da sbiaco vidi un secchio mezzo pieno di acqua.C’e acqua qui dissi,perche non me ne vuoi dare?No figliolo, quell’acqua la uso per intenerire il pellame,non e per bere!Era calzolaio nel tempo libero.L’acqua sembro molto chiara a me cosi che dissi:Non mi importa che non e’ buona ,ma posso prenderne una bevuta?Preso il secchio, messalo sul tavolo, lo portai a ll’orlo e gentilmente inclinai la testa e bevvi.Ringraziai il signore e rimesso il secchio a terra me ne scappai.Forse mi ero trattenuto un po troppo a lungo poche’ papa si avvicinava per vedere qual’era il propblema,ma quando mi vide,reitorno verso I muli.Mi domando se avevo avuto occasione di avere dell’acqua,gli dissi si,senza raccontargli la storia; dissi che quella povera gente non aveva accesso ad acqua nemmeno per se stessi.Va bene disse papa,troveremo acqua piu avanti.,saremo al fiume Trionti fra un ora e allora potremo bere a voglia.Io non gli dissi mai che qualita’ di acqua avevo bevuto.Fu piu’ di due ore prima del nostro arrivo al fiume e io ero pronto ad immergermi nell’acqua vestito.Ci togliemmo le scarpe e ci inoltrammo nel fiume e benche l’acqua fosse calda bevemmo a gusto.Almeno era bagnata.!Riposati per alcuni minuti rimettemmo le scarpe e montati I muli traversammo il fiume senza alcu problema,;io ero molto stanco cosi papa mi lascio restare in sella per un tratto. Passando per la sorgente d’acqua fresca di cui parlammo nella storia ,non mancammo farci un’altra bella bevuta e una breve Sosta,continuammo il viaggio.Ora il sole calava veloce;Non fu lungo e le tenebre ci ingolfarono e a trapponi seguivamo il sentiero lungo le pietre del fiume.Io camminavo dietro il mulo che faceva una sosta ogni qualvolta si traversava.Papa mi aveva detto: quando si fa scuro ,acchiappati alla coda del mulo e non ti portera’ mai fuori strada.;quando arriva alla traversa si ferma per orizontarsi che prende la varcata giusta.Un mulo or cavallo ha tre volte piu forte la vista nel buio che noi umani.”Questo fatto ero a punto di verificarlo io stesso molto presto. Camminando nel buio non potevo scacciare dal penziero la visione del delitto nella storia di ieri; e quel torso senza testa. Un brivido mi corse la schiena.Da fanciullo non avevo mai creduto che c’erano I”spiriti”perche la nostra cara nonna ci aveva assicurato che non esistono!Solo ,diceva lei,gente stupida parla di spiriti per far paura a bambini.Io sinceramente avevo fiducia in lei perche non diceva mai menzogne ed io avevo completa fiducia in lei.Io ero l’unico in casa che avesse confidenza di andare a qualsiesi posto nel buio.Benche avessi sospetto che qualcuno potrebbe farmi del male or spaurirmi io andavo tuttavia.Mia nonna sempre ripeteva che bisognava guardarsi dei vivi anziche dei morti.I vivi,diceva, possono assaltarvi giorno or notte ma I morti mai ritornano!Questa era la sicurezza che mi dava il coraggio di andare dovunque nel buio. Il fatto che passammo quell brutto posto senza alcun incidente comfermo’ nella mia mente le sagge porole della nonna.Seguivamo ora il sentiero lungo il nostro fiume Renzana e cammina e cammina ora si faceva sempre piu buio.Cavalcavamo I muli solo al traversare poiche I muli erano molto carichi.A mennanotte eravamo quasi a due terzi del viaggio di ritorno.La notte era buia e senza luna, proprio come la notte descritta da Giuseppe nella storia;Credetemi era proprio scuro,tanto che anche. I muli ogni tanto sbagliavano il sentiero. Finalmente Giuseppe suggeri che ci dovessimo fermare per un paio di ore di riposo per I muli e noi stessi almeno fino all’alba. Se un mulo rombe una gamba or qualche altro danno ,noi saremo in un grande problema.Malgrado il buio noi scarichiamo I muli e li attacchiamo a cespugli vicini,ci corichiamo intorno ai bagagli e presto siamo addormentati solo per essere svegliati dal canto di uccelli ed il bagliore del sole.E alba. E ricarichiamo I muli;verificato che abbiamo tutto con noi ci rinviamo .Che sollievo!Era fresco e I muli ora camminavano di buon passo Ora quando ricordo quell’impresa,mi meraviglio perche in quei tempi nessuno penso ad usare quello che, noi che usiamo le foreste,chiamiamo la “ mosca”!.Questo consiste di una vuota scatola di marmellata con al centro una candela accesa e sospesa da un filo metallico per manico.No pioggia or vendo ne spegne la fiamma.Noi si aveva candele allora ma nessuno mai penso di usarle in questo modo.Forse perche la marmellata non veniva in scatole come qui.Questo tipo di luce e’ molto piu comoda che la pila Io lo so perche la ho usata per anni e anni durante I miei viaggi di caccia.Io anche porto u na candela in piu,per caso di essere smarrito nelle foreste ma fin ora non lk’ho mai usata.,ma non si puo dire c’e sempre la possibilita’. In due ore di cammino eravamo a piede della famosa salita che benche solo Quattro km. Era molto ripida.La salita ci costo quasi due ore ma finalmente si era a casa. Scaricati I muli al negozio andammo a casa;tutti erano ancora a letto ma ben presto tutti erano a ineterrogarmi”come fu il viaggio;come era questo,come era quello;che hai visto;che hai fatto? Io ero cosi stanco,non avevo parole,mia mamma piangeva di gioia per averci ritornati a casa sani e salvi.Tu devi essere affamato,mi dice, devi mangiare qualcosa prima di andare a letto;Io non potevo;ricordo che sedetti e mi addormentai immediatamente.Mia mamma mi mise a letto ma anche ora non ricordo quando tempo dormii.Il giorno dopo tutti I miei amici erano fuori ad aspettarmi per sentire tutti I dittagli della famosa impresaIo ripetei tutto punto per punto ingrandendone alcuni naturalmente, il che mi mi esalto allo stato di eroe nazionale. Era costume nel nostro paese come pure in tutti gli altri paesi in Ital;ia,,per I giovanotti e anche piu anziani di fare Serenate alle loro ragazzesotto I balconi!.Io credo che lo fanno ancora ogii.Da fanciullo io amavo immensamente la musica e ascoltando queste srenate nel vicinato a prima sera,io ne aveva appreso le melodie e amavo molto il cantarle io stesso.Io ero capace di imparare una canzone dopo averla sentita un paio di volte.Avevo piu di sette anni e avendo un buon orecchio per la musica amavo il suono di chitarre e mandolini e bramavo impararne l’uso dell’uno or dell’altro.A quell tempo non avevamo l’abilita di possederne uno ,ma dissi a papa che se e quando avremmo la possibilita di comprarne uno io vorrei imparare a suonarlo con la musica scritta non ad orecchio.Molti giovanotti suonavano ad orecchio ma io conoscevo la differenza da quelli che suonavano a musica. Nel frattembo volevo impareare a leggere la musica scritta cosi che un giorno potessi suonare con altri.C’erano in paese gruppi di giovanie anche anziani che suonavano ed io li adoravo,rimanevo incantato ad ascoltarli e perdendo senso di tempo diventavo il soggetto di fervide ricerche a tarda sera. In quei tempi I giovani seguivano la tradizione della serenata alle ragazze poiche I genitori delle ragazze erano molto rigorosi nel controllo delle attivita’delle figlie’e uno rischiava la pelle se faceva avanzi ad una ragazza per strada.La serenata ewra l’unico modo di comunicarle gli affetti.Attraverso gli anni ci sono state milioni di canzoni scritte per questo motivo.Specialmente di estate ci sarebbero due or tre gruppi di serenanti in un vicinato.Se la ragazza gradiva gli affetti del giovane che faceva or che pagava per aver fatta la saerenata,la ragazza aprirebbe la luce nella sua camera durante la canzone or al Massimo aprirebbe la finestra e al buoio se goderebbe la serenata ma senza apparire alla finestra. Quando la serenata non era gradita le conseguenze erano severe e in molti modi di risposta.Un altra occasione di vedere la ragazza era la Domenica in chiesa,poiche tuute attendevano con la scusa di devozione facevano la passerella.Quel tipo di musica era esilerante per me uno puo immaginare che reazione aveva su una giavane ragazza che era il soggetto della canzone.Io conoscevo molti di questi giovani suonatori ,alcuni erano amici altri erano anche parenti. Io a volte gli domandavo di suonare una canzone per me ed io liaacompagnavo;loro Avevano piacere di sentirmi cantare le loro canzoni;infatti molte volte ,col permesso di mio padre,mi portavano con loro a fare le serenate. La notizia del mio cantare divulgo ben presto e un giorno il parroco del paese mando un ragazzo a dirmi che voleva vedermi. Mia mamma credendo che avessi combinato qualche guaio mi grido: che cosa hai fatto ora?Non ho fatto niente risposi io,ma lo sapremo al piu presto.In furia mi diressi per la chiesa e entrai in sacrestia dove sapevo che lui aspettava.Mi accolse cun un caldo sorriso.Io col mio cappello in mano dissi; mi avete mandato a chiamare,padre. Si disse lui,siediti figliuolo. Il monsignore era un tipo severo ma ora parlava con una voce calda,il che mi rassicuro che non c’era problema,mi siedei e cosi fece pure lui.Senza fare altri complimenti mi chiese direttamente:Ti farebbe piacere far parte del mio coro di giovani.?Per un minuto restai senza fiato! Sarei felicissimo;m io non so musica.Cio non importa’la musica te la imparero io!Mi dicono che hai una bella voce e un buon orecchio per la musica. Seppi piu tardi che mia nonna aveva messo la mosca All’Orecchio del monsignore riguardo la mia voce.Andiamo su all’Organo mi dice il prete, voglio sentire la tua voce.” Per via in su ,ordino il Sacrestano per iniziare il mantice delkl’organo,;sedette e suono’ un po di note e disse : sai’ musica e’ molto semplice ci sono solo sette note nella scala musicale e sono : do re mi fa so la si do; l’ultima do veramente appartiene alla scala seguente ma e’ qui per completare la prima. Cosi illusrando canto le stesse note lui stesso.Ora voglio sentire come le canti te”disse cantando la prima nota con me.poi mi lascio cantarle da solo per un po di volte. Molto bene ,disse poi, mi piace la tuia voce, le pratiche sono due volte la settimana a tale ora e tale giorno.” Non essere in ritardo!;Non lo saro!.Devo andare a casa ora” Si vai a casa ora ma non dimenticarti di essere a Messa Domenica, e vai al Catechismo!”Corsi a casa subito e quando raccontai l’accaduto a mia mamma E NONNA,loro furono gioiose.D’allora in poi io attesi tutte le pratiche e imparai le canzoncine di natale.Il coro era compreso di dieci or dodici ragazzi e ragazze.Io ne conoscevo molti ed erano in maggioranza piu anziani di me,ma io ero a comodo con loro.Si praticavano le canzoncine natalizie benche Natale fosse tanto lontano.Seppi poi che la prima lezione di musica era anche l’ultima nel mio paese.Il monsignore era troppo occupato per darmi lezioni,ma quel che ricevetti era abbastanza per il coro.Quando ripresi lezioni di musica accadde in Canada ed ero ora sedicenne.Le presi con ardore allora;ero un lavoratore allora e potei pagare da me stesso.Non ero disappunto di aver imparato un po quando ero in Italia poihe venne comoda quando incominciai le lezioni qui Avevo uno zio,fratello a mia mamma, di nome Nicola Tucci;un genio!Benche avesse poca educazione scolastica,era un maestro falegnameEra capace a delineare un pezzo di fornitura oppure il palazzo del RE.Devo aggiungere pero che era un po eccentrico,io lo so perche dovetti fare apprentista da lui per un po di tempo. Quandunque io facevo un errore ,tirava in aria legname e scalpelli come se fosse la fine del mondo ma poi si calmava e chiedeva scusa.Ma io avevo paura di lui!Contrario a q uesto,zio possedeva una gentilezza e una cortesia affabile.Zio era il primo istruttore del coro parrocchiale,aveva una bella voce tenorile e suonava l’organo.Io adoravo il sentire la sua musica ed il suo cantare ,ma benche sapesse che io ero nel coro,mai mi invito a cantare con lui.Lui canto e suono l’organo a tutte le funzioni in chiesa e non sapeva una nota di musica! Il mio tempo di discepolo con lui non duro a lungo poiche papa mi porto via con lui in America q uando avevo nove anni di eta’ Questa fu la fine della mia istruzione da falegname e il mio cantare nel coro. Vi parlero piu tardi del mio viaggio in America ma per ora sono fuori tempo! Dopo il viaggio a Rossano, mio padre realizzo che io crescevo forte e capace e comincio a portarmi a piu viaggiu e darmi piu responsabilita come suo aiutante ,infatti mi compro un asino che io usavo per procurare legna dalla vicina foresta.,on alter occasioni mio padre mi mandava al mulino con un paio di sacchi di grano,,naturalmente il mulino era quello operato da suo fratello ed era pochi km.dal paese:Il mulinaio era zio Peppe’.La prima volta che andai al mulino,mia sorella Filomena venne con me ericordo come zio Peppe ci ricevette con grande piacere.Era un gran gentile vecchietto intorno ai settanta anni. Dopo aver macinato ci disse:Ora vi infornero un pizza speciale prima che partite”.Questa era chiama “la pizza del Mulinaro”ed era fatta con farina senza lievito;solo farina fresca,un po di lardo e cucinata sotto cenere nel forno.Deliziosa!Io sempre anticipavo con piacere andare al mulino non solo perche zio Peppe faceva la Pizza ma piu perche zio era cosi lieto vederci,veniva anche a trovarci a casa spesso. Mio padre gli mandava polvere di tabacco ogni volta che si andava al mulino e la prima cosa zio ne faceva una inalata e…atzzia! Lui era felice! Durante la raccolta,si andava in campagna a raccogliere grano,patate,fagiuoli,e tanti altri prodotti coltivati da noi stessi con l’aiuto di braccianti localiAvevamo una persona impiegata tutto l’anno poiche la nostra vigna era molto grande e conteneva un grande vigneto e un a varieta di frutti e prodotti specialmente fichi.Avevamo una lunga fila di alberi di noce al fondo del terreno che frontava il fiume,di sotto c’era la macchia dei legumi che una volta era molto larga ma ora il fiume l’aveva ridotta a una lunga striscia avendo cambiato corso durante un grande pioggia cosa che accadeva spesso . A tempo della vendemmia,dovevamo chiamare in servizio non solo tutti I membri della nostra famiglia ma anche dieci or quindici donne e ragazze. Fu durante questi anni che imparai a fare una moltitudine di faccende e farle bene perche ero sempre sotto la guida di un ottimo maestro.Si mio padre mi insegno’ come seminare,raccogliere prodotti,come tagliare e impagliare il fieno ,a mano naturalmente,come a.spulare e crivellare il grano nonche treggiare con un paio di vacche.;e tante alter opere trope da menzionare.Ricordo la prima volta mi mostro come coltivare e solcare un orticello di piselli;io tiravo e tagliavo I piselli invece dell’erba con la zappa;mio padre mi mostro la differenza fra l’erba e I piselli e come adoperare la zappa per fare un buon lavoro,io pero non prestai attenzione e continuato a ripetere lo stesso errore e papa dopo avermi avvertito un paio di volte mi diede uno schiaffo in faccia.La pena non fu severa ma l’umiliazione urto il mio orgoglio.Piansi brevemente,ma subito asciugai le lacrime. E ripresi il lavoro con molta piu cura ora, ,.Non risentii l’affronto,sapevo che me lo meritavo e sarebbe occorso prima or poi. Una altra occasione sfortunata fu la sera prima di un viaggio alla vigna.Dovevamo riempire Quattro sacchi di letame da portare il giorno dopo;il letame era ammucchiato davanti alla porta della stalla, quello che mi chiese era di tenere su I sacchi mentre lui inforcava.Era pomeriggio e io avevo fatto progetto di andare a giocare con alcuni dei miei amici.Attualmente io volevo evitare il lavoro,insaccare letame non era di mio grado,non allora. Io trovavo scuse ma lui era determinato a farlo ora e non piu tardi or domani.Proprio a quel momento udii il fischio di un amico che mi cercava e questo mi fece piu arrabbiato perche non potevo andare.Io tenevo su un sacco ma ancora protestavo:Perche devo far questo proprio ora?Non possiamo farlo piu tardi or stasera?Io non cooperavo cosi che ogni volta mio padre cercava di infilare una forcata di letame nel sacco finiva con la maggioranza per terra.Accaduto questo due or tre volte,la situazione peggiorava in fretta.Mio padre era furioso e avendo gridato il suo ordine di fare attenzione io forse avevo dato una cattiva risposta poiche come un fulmine mio padre mi percorse le spalle con il didietro della forca e mi abbatto a terra.Piu che un colpo era una spinta ma io spaventato piu che ferito cominciai a piangere.Mia mamma,udito il pianto corse fuori e comincio a dare insulti a mio padre e consolanti parole a me;ma mio padre era determinato a darmi una buona lezione e insistette che io tenessi su I sacchi.Senza scampo ,obbidii;a quest’ora la voglia di andare a giocare con I miei amici era svanita,gli amici sparirono e l’incidente fu presto dimenticato.Il giorno seguente con I Quattro sacchi di letame sul mulo, la bisaccia col pranzo,eravamo in viaggio per la vigna. Le nostre vigne erano ad una buona ora di cammino dal paese,I primi due km erano facili perche consistevano della strada falciata originalmente costruita dai Romani or cosi si credeva ;dopo la strada zigzava giu per la scarpata per parecchi km prima di arrivare al fiume ma molto piu in su del varco che si usava per andare a Rossano.Alla fine della strada antica il nostro sentiero serpeggiava il pendio in una cava,chiamata cosi perche era una via usata dale mandre di animali che scendevano dalla Sila alla marina ed era anche una cava mulettiera,cioe larga abbastanza per accomodare un mulo caricato,ma essendo questa via usata per secoli era ora profonda or cavata nel suolo e anche formava il corso delle acque scorrenti verso il fiume durante le pioggeNoi usavamo uno scorciatoio costeggiante la cava che ora era in povere condizioni a causa delle piogge.La vigna era situata alla base della montagna.La macchia era in bisogno di adaquare e questo era il nostro progetto.La diversione dell’acqua dal fiume al nostro canale di irrigazione cominciava intorno ad un mezzo km in su del fiume . Il canale costeggiava la parte piu alta del terreno e l’adacquo consisteva nel divergere acqua dal canale centrale dentro canali serpeggianti nel coltivato Uno alla volta usando una zappa per aprire or chiudere questi canaletti tracciati in forma di serpe chiamate scuole.Il mio lavoro qui era di controllo ed io lo amavo.Dovevo essere molto svelto nell’aprire il canale centrale e seguire lo scorrere fila per fila e ritornare a chiudere prima che occoirresse inondazione e rotture dei solchi. A volte nel mezzo dell’irrigazione veniva a mancare l’acqua,questo era un grande problema essendo il sistema esclusivo per noi non c’era altra causa che una rottura del canale,non c’era possibilita che qualcxuno avesse tagliato l’acqua per ilsuo bisogno,il che avveniva in molti casi dove il canale era in comuneSe non si correva a riparare immediatamente il canale poteva aver grande danno e ci vorrebbero molti giorni di lavoro per ripararlo.Se ero da solo in un caso di rottura,io scappavo ad investigare dove era il danno e se non era riparabile in pochi minuti andavo al punto di diversione dal fiume e chiudevo il canale per evitare maggiori danni e una volta riparato il problema riaprivo il sistema.Tutto questo era parte della lezione imparata durante il mio lavoro Io trovo ridicolo il sentire gente lamentare che I giovani di oggi non sanno fare niente e sono delinquenti. La ragione?I genitori non insegnano niente ai loro figli.Non e’ totalmente la colpa dei genitori,purtroppo sono I tempi e il progresso tecnico che ha eliminato tante delle necessita semplici che uno faceva da se a mano e poteva insegnare ai figli.Le macchine hanno rimpiazzato I cavalli ei carretti e un giorno sono convinto distruggeranno anche l’uomo. Torniamo ora alla storia della mia felice infanzia. Quando avevo appena otto anni,mio padre comincio’ a mandarmi col mulo in compagnia di altri mulettieri e a volte anche da solo a pigliare merci dalla stazione ferroviaria piu’ vicina a noi.Io accompagnavo I mulettieri che facevano il lavoro di caricare e scaricare la merce mentre il mio lavoro era di attendere ai bisogni del muli. Al principio di quell’autunno,ricevemmo notizia dalla stazione che erano arrivati parecchi sacchi di farina e dovevano essere consegnati in pochi giorni or pagare dimora.Mio padre cerco invano di assicurare dei mulettieri per andare con me ma tutti erano occupati in altri viaggi.Mio padre era molto occupato e discuteva la difficoltosa situazione con mia mamma quando io inervenni e chiese perche io non potessi andare a pigliare la farina da me solo.Si,rispose mio papa,perche no?Lui sapevo che io potevo maneggiare il mulo;mia madre disse Siete pazzi tutt’e due”!:’Continuai ad insistere epregare mia mamma dicendole che io non avevo paura e che avevo la compagnia del mulo il quale mi voleva bene;questo affetto era dovuto al fatto che io lo curavo e gli davo sempre da mangiare e bere.Dopo una lunga discussione ,finalmente mamma condiscese e ando in cucina a prepararmi il mangiare per il viaggio mentre io andai alla stalla a dare la biada e il fieno al mulo in preparazione per il domain .

 


Capitolo secondo

La mia Fascinante giovinezza in West Virginia USA clicca qui


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