Carmine
Bartolo Catalano fu il primo Bocchiglierese
ad emigrare in Canada fu lui che
apri la stada ai nostri numerosissimi
paesani che in seguito si stabilirono
in quella Nazione la sua vita
"avventurosa" e' raccontata in
un libro in lingua inglese che
il nostro compaesano Luigi Perri
residente anche lui a Trail ha
tradotto e mi ha gentilmente spedito
E' l'anno 1950 e Mr. Catalano
Sr. celebra il suo ottantesimo
a Nelson.B.C. dove ha costruito
una casa a pietra e calce come
quelle di Bocchigliero'unica
in Canada.
'Luigi Perri'
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Questa
foto e' della famiglia Giuseppe
Lerose
maritato a Filomena Catalano,una
delle quattro sorelle dell'autore
del libro.
E' l'anno 1965 in occasione del
cinquantesimo del Giuseppe,Bruno,e
Leonardo Lerose emigrarono giovanissimi.Bruno
fu il primo Italiano in Canada
eletto Sindaco della citta di
Trail.
Negli anni del cinquanta furono
i garanti per le famiglie dei
parenti per emigrare in Canada:Gli
Abenanti,Capalbo,Santoro,Marino,Mazzei,Caligiuri,
Perri,Murano,Risolei ed altri.
Luigi Perri (Trail Canada)
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Capitolo Primo 1
La mia infanzia a
Bocchigliero.
Io
nacqui in un piccolo paese chiamato
Bocchigliero,nella provincia
di Cosenza,Italia. Fui annomato
Carmine Bartolo Catalano. Per
coloro che non sono correnti
con la Geografia di quella piccola
Regione,Bocchigliero e’
situato nella Calabria che coinsiste
della parte del tallone della
scarpa Italiana. Io ero il secondo
di otto figli,quattro maschi
e quattro femmine. Benche la
maggioranza della popolazione
del paese in quei tempi vivesse
dalla coltivazione dei campi,mio
padre era un negoziante. Nel
negozio si vendeva tutto,come
si dice da zuppa a pinozze(nocciole)Il
nome del negozio di questo genere
era chiamato Cantina,dove tra
l’altro vini e liquori
erano venduti al bicchiere,bottiglie
or barili. D’inverno la
maggioranza della gente faceva
niente,non perche erano vagabondi
ma perche non c’era niente
da fare fino a primavera.Con
niente da fare molti uomini
seguivano il vecchio costume
di riunirsi in gruppi nelle
cantine a giocare a carte per
un bicchiere di vino per tutti
I partecipanti.Io non vidi mai
alcuno giocare per moneta come
fanno qua in Canada;per la ragione
che nessuno aveva moneta da
spendere.La maggior parte del
.vino venduto in cantina era
stato prodotto dal cantiniere
stesso. Quando I propii vini
erano esauriti si comprava vini
locali or importati daivicini
paesi. Nella vecchia Patria,I
vini erano generalmente curati
in botti di quercia da due a
quindici tonnellate di capacita’.
Quando il venditore,chiamato
Cantiniere, esaurisce il suo
vino e deve comprare vino da
un vicino,lui deve comprare
l’intera botte! In questi
casi ,lui si assicura prima
di tutto che il vino e’
confermato di prima qualita’.E
come la qualita’ di un
dolce e’ accertato nell’assaggiarlo,cosi
il viene accertato in qualita’coll’assagio;in
alter parole deve essere bevuto.Attualmente
la prova del vino e’ fatto
col gusto e col naso.In quei
tempi non c’erano analisi
scentifichi in Bocchigliero!Ci
erano alcuni “Conoscenti”
Giudici di vini in Italia ma
pochi nel nostro paese. Non
dimentichero mai il fatto che
all’eta di sei anni, mio
padre comprava una grande botte
di vino da un nostro vicino
,un caro amico di famiglia ,
e poche mio padre non era sicuro
del suo giudizio in questo caso
dato che aveva bevuto parecchi
bicchieri altrove,mi invito
ad accompagnarlo all’assaggio
della botte.Mio padre benche
tracannava una grande quantita’di
vino io non l’ho mai visto
ubriaco. Ora lui mi dice dove
si va ed io credo che lui mi
vuole per aiutare nel riempire
I barili Come al solito.Dovete
sapere che questi barili sono
costruiti specialmente per la
soma dei muli,cavalli asini
or donne(portati in testa).I
barili sono due piede e mezzo
di lunghezza e otto ince di
diametro piu or meno.Contengono
da otto a dieci galloni ciascuno
di acqua or vino e sono fatti
per questo uso.Pieni questi
pesano ottanta or cento punti(40kg)
un gran peso specie per una
donna,portarlo in testa a volte
per molti migli(km).La soma
normale per muli or cavalli
era Quattro barili,due per parte.
In quei tempi questo era l’unico
modo di trasporto.Se ricordo
bene ,noi avevamo due di questi
muli.Papa aveva gia negoziato
la compra della botte dell’amico
che ora aspettava iol nostro
arrivo nel pomeriggio. Apri
la porta e con un bel sorriso
ci accolse in casa.Il mulo con
Quattro barili vuoti in soma
naturalmente rimase fuori,legato
ad un anello di ferro fabbricato
nel muro vicino all’entrata.
Noi eravamo a pianterreno,il
vino deve essere curato e tenuto
in un posto fresco della casa.
Nella cantina del nostro Amico
io fui sorpreso dal numero delle
grandi botti,mi sembrava che
ne avesse un paio piu’
di noi,noi ne avevamo due di
cinque quintqli e due di quindici.
Ero geloso che il nostro amico
ne aveva due grande piu di noi.
L’Aprire di queste grandi
botti e’ generalmente
ottenuto con mettere uno spigot(canella)dove
un buco permanente e’
chiuso da uno stoppo di sugaro.
Prima di inserire la canella
comunque, bisogna perforare
un piccolo buco a meta altezza
della botte per saggiare la
qualita’ del contenuto.
Si prepara un rametto in forma
di chiodo,si perfora un piccolo
buco,si estrae un paio di bicchieri
per il saggio, si inserisce
il legnetto nel buco poi tagliatoSe
l’assaggio e’ soddisfacente
allora si inserisce la Cannella
e comincia il TRAVASO. Io osservai
questa procedura con grande
interesse benche l’avessi
visto parecchie volte nella
nostra cantina, Mentre il nostro
amico perforava il buco,aveva
in mano un vaso(Cannata) in
cui scorse un paio di bicchieri
di vino e chiuse il buco.Riembito
un bicchiero l’offre a
mio padre e aspetta il giudizio!Mio
padre senza nemmeno nasare il
vino si rivolge a me e dice:
ecco figliolo io voglio che
tu giudichi questo vino dato
che io ho gia fatti parecchi
bicchieri e sarei incapace di
dare un giusto apprezzo.Dopo
che l’hai saggiato, se
lo trovi di buon gusto compreremo
la botte. A quell’eta
io ero gia un buon conoscitore
di vini e se io non raccomandavo
un vino mio padre non lo comprava
e sapeva che non sarebbe ben
accettato in Cantina. Anche
se cosi giovane,avevo sviluppato
or ineritato un acuto senso
di odore e sapore e a casa come
in cantina sempre esprimevo
la mia opinione sul vino servito
nostro or comprato.Comunque
io mai mi aspettavo che mio
padre rischiasse la combra di
una botte sulla base del mio
solo giudizio sapendo che il
costo di un errore su quella
quantita avrebbe rovinato la
famiglia col valore di un anno
di fatica. Il vino si vendeva
a due soldi il bicchiere or
otto soldi al litro piu or meno
comunque quasto era un grande
rischio Quando mio padre mi
offri il bicchiere,per quanto
un po egoto,accettai senza esitare,presi
il bicchiere dale mani di mio
papa,lo passai otto il naso
un paio di volte,come avevo
visto fare gli esperti,misi
il bicchiere alle labbra,lo
saporai non solo una volta ma
repetei due or tre volte.Per
fortuna torno ad essere un ottimo
vino.Aveva tutto:odore,aroma,sapore
e sostanza!Ritornai il bicchiere
ancora pieno e dissi a mio padre
che il vino era di ottima qualita’.Senza
altri saggi papa disse all’amico
che comprava e al prezzo gia
contrattato.Allora l’amico
procedette ad inserire la Cannella
mentre io e mio padre scarichiamo
I barili per riempirli.Io mantenevo
l’imputo sul barile e
papa operava la Cannella.Caricati
I barili pieni sul mulo ci auguriammo
un buon rivederci.Tutto questo
fece grande impressione sul
mio carattere e l’inizio
dell’imparare il sorteggio
della complicata vita umana
Attualmente io imparavo molto
di piu.Come incontrare persone
e la loro reazione in alcune
circostanze Io notai per esempio
come il nostro amico fu piacevolmente
sorpreso dal fatto che mio padre
ebbe tanta fede in me nel saggio
del vino io anche imparai la
calda amicizia dei nostri paesani
quando la comparai con quella
di altri che ebbi da fare piu
tardi in vita altrove incluso
coloro con I quail ebbi stretta
associazione per lunghi anni.
La maggioranza dei paesani li
sono onesti,gente di una vita
sempliceVivono con sudori ma
si aiutano l’uno l’altro.Si
amino in un modo che non l’ho
mai visto in nessuna parte del
mondo. Ho avuto contatto con
migliaia di gente nel corso
dei miei cinquanta anni in commercio,
prima come agente di elementary
e poi come operatore di una
officina meccanica e negli ultimi
trenta anni come agente di assicurazioni.Io
posso dire in verita’
che ho trattato con una grande
varieta di caratteri.Non c’e’
meraviglia che I negozianti
sviluppano il male di stomaco
Io dovetti abbandonare la mia
agenzia prima di raggiungere
l’eta di sessanta appunto
per I mali di stomaco.La prima
causa essendo il fatto che cercai
di aiutare trope persone con
I loro problemi .Ho scoperto
un po’ troppo tardi che
non puoi far piacere a tutti,non
importa quanto sforzo ci metti!
Illustrero questo soggetto in
un altro capitolo della storia.
Essendo occupato col negozio
di alimentari,mio padre comincio
a portarmi con lui in alcuni
dei viaggi di compra fin da
quando avevo sei or sette anni
di eta.Questi viaggi ci portarono
in varii paesi per accedere
alle produzioni di tante commodita
per il negozio.Naturalmente
tutti questi prodotti dovevano
essere trasportati a casa via
I famosi muli.,non c’erano
strade per circa quaranta miglia
dal paese.La piu vicina stazione
di treno era venticinque miglia
lontana.C’era una solinga
stazione chiamata Pietrapaola
ed era dodici ore di cammino
da casa.Era circa cinque ore
per andarci con I muli vuoti
e sei per ritornare caricati.La
soma normale per muli e cavalli
era di circa cento kili 220
punti.Fare il viaggio in un
giorno era considerato un impresa
ma si doveva fare.C’erano
altri luoghi dove mi condusse
mio padre.Durante questi viaggi
io imparai il mestiere di mulettiere.A
questa tenera eta ero gia competente
nel governare beverare e pulire
I muli e cavalli.Io perfino
potevo sellare un cavallo.La
sella da soma era molto piu
pesante dell’ordinaria,ma
io trovai un modo di mettere
e assicurare il basto. Nell’estate
del 1907,quando ero settenne,una
sera mio padre mi disse:Ti piacerebbe
andare a Rossano con me?Io ero
cosi esilarato al momento tanto
che rimasi senza parole per
pochi minuti.Rossano era quasi
una grande citta origine di
molti dei prodotti per il negozioed
era un belk lungo viaggio. Ripreso
il fiato esclamai:Sicuro saro
lieto di andare.Io sarei andato
dovunque con papa.Io ero molto
orgoglioso del mio Papa. Lui
era un giovane di bella figura
e portata.Era sei piedi e due
ince di altezza(due metri e
piu)e ben proporzionato.Pesava
intorno a 230 punti(104Kg)allora.Non
solo era un uomo grande ma era
in piu molto educatoe onesto
in tutti isuoi affair.Dovunque
siamo andati tutti lo hanno
sempre accolto caldamente e
dimostrato grande rispetto per
luie trattato da amico.Papa
era Tacito e quieto ma la sua
parola era come un contratto
legale.Queste qualita non erano
dovute alla sua educazione scolastiche
dato che papa fu illitterato
fino al giorno che sposo mia
mamma.Non era colpa sua ma a
quell tempo non c’erano
insegnanti a Bocchigliero e
solo I ricchi erano abili a
pagare insegnanti privati per
educare I loro figli.I miei
genitori erano contadini emigrati
dal Nord alla Calabria.Io non
ho mai scoperto da che parte
del nord fossero emigrati dato
che era successo tre generazioni
prima.Io son sicuro che I miei
antenati vennero dal nord poiche
mio padre aveva visinomia bionda
non near come I Calabresi.Mia
nonna raccontava che papa era
il piu giovane di cinque figli
compresi di tre ragazze e due
maschi.Ci disse che lk’altro
maschio mori alle armi colpito
da un calico da un cavallo e
due delle ragazze morirono di
tifo or qualcosa di simile.C’era
una sola sorella di mio padre
e io la conoscevo bene.Lei era
zia Rosacandia; era la piu giovane
ma credetemi era piu grande
di mio padre.Zia abitava con
noi da quando ricordo,le ci
ha cresciuto dato che mamma
attendeva alk negozio quando
papa era via senza far menzione
del fatto che mamma era sempre
incinta or allatta un bambino.Zia
era il vero prototipo di una
donna,aveva forza come papa
e se andavamo a qualche poisto
con lei nessuno osava darci
fastidio.Benche zia fosse maritata
non aveva figli.Il suo marito
era un buono aniente che sembre
girontolava.Venne in America,dimentico
la moglie e quando riturno finalmente
era sfallito;io lo ricordo bene.
Mio padre dopo il matrimonio,realizzo
che in qualche modo dovrebbe
impararsi a leggere e scrivere.Imparo’
con difficolta’In paese
c’era un uomo che voleva
insegnare adulti in una scuola
serale se avesse abbastanza
alumni per farlo di guadagno.
La parola si sparse e subito
la scuola comincio’ Papa
non ha mai menzionato la durata
di questa scuola ma lui col
leggere e scrivero imparo anche
un po di matematica. Io ricordo
come papa dopo aver letto una
storia ce la ripeteva con tutti
I minuti dettagli in sequenze
durante le lunghe sere d’inverno,proprio
come un raccontatore di storie
professionale. Questa ripetizione
era tutta a memoria dato che
I libri erano in prestito per
pochissimo tempo da parte di
amici.Libri erano molto rari
in paese e dovevano essere ritornati
al piu’ presto. Non molti
potevano comprare un libro cosi
che se uno te lo prestava doveva
essere ritornato al piu presto
per proseguire il giro. Ritorniamo
ora al mio anticipato viaggio
a Rossano.Due or tre giorni
prima di partire seppi che mio
padre aveva contrattato un altro
mulettiere,il suo nome era Giuseppe
Girardi un bravo uomo ed amico
di famiglia,infatti venne con
noi per un carico di proveggi.La
sera prima della partenza mia
mamma preparo il mangiare per
il viaggio che durerebbe per
minimo 48 ore. Alle tre del
mattino il giorno seguente cominciammo
il viaggio era un bel mattino
di estate, non una nube nel
cielo.Il nostro mulettiere Giuseppe
era gia ad aspettare al fondo
della scalinata. Scambiati I
buongiorni io e papa montati
I muli proseguimmo per un miglio
fino all’uscita dal paese
dove comincia la cava usata
come strada per le vacche e
scende serpeggiando per cinque
miglia dove dovemmo smontare
perche la via e troppo ripida
e scomoda e pericolosa montati
su un mulo da soma. Al fondo
della discesa arriviamo al fiume
chiamato Renzana a me molto
familiare poiche passava vicino
la nostra vigna alcuni migli
in su.A primavera questo fiume
ingrossava tanto da non poterlo
traversare a nessun posto;comunque
ora era varcabile a numerosi
punti cosi noi rimontati I muli
seguiamo il fiume e seguiamo
il sentiero che zig-zags ora
un lato e poi un altro del fiume.Io
rimasi a cavallo fino a che
non mi stancai e allora scesi
e camminai per un po. Mio padre
generalmente camminava eccetto
a punti di traversare or quando
era stanco.Questo era un gran
viaggio!Ci fermammo momentariamente
per far mangiare gli animali
e per avere un po di mangiare
noi stessi.Mentre si mangiava
seduti vicini una sorgente di
fresche acque il nostro mulettiere
comincio a raccontarci una vera
storia: “ Vedi questo
posto figliolo?Quando mio padre
aveva quaranta anni e anche
lui un mulettiere come me,ritornava
solo da Rossano con un carico
di provisioni,quando arrivo
qui il buio era cosi denso e
senza stelle da guidarlo cosi
che dovette fermarsi qui per
un paio di ore.Nel buio cercava
di orientarsi e trovare un posto
per coricarsi e dormire per
un poco e ricominciare il viaggio
all’alba per evitare il
cammino durante lo scorcio del
sole del pomeriggio quando faceva
la irta salita di parretta.Mentre
cercava nel buio venne incontro
a qualcosa a terra che sembrava
un uomo addormentato.Sorpreso
e un po impaurito penso che
costui era in un sonno profondo
or si sarebbe svegliato all’incontro.Era
invece contento che non lo aveva
svegliato.L’uomo era avvolto
completamente in un manto e
solo I piedi erano in vista.
Intorno a mezzanotte quando
la temperatura scese e il freddo
divento’ rigoroso mio
padre cerco di avvicinarsi allo
sconosciuto per un po di calore
e poiche costui non si mosse
ancora mio padre prese coperta
sotto un limbo del mantello
dello sconosciuto e presto si
addormento.Infatti si riposo
cosi comodamente che continuo
a dormire fino a che il sole
mattutino lo sveglio. Realizzando
che era in ritardo ,saltato
in piedi comincio a chiamare
e gridare al dormiglioso compagno:svegliati,ilsole
e gia caldo se devi andare a
qualche luogo! Ma l’uomo
non si mosse;cosi che gli diede
una forte scossa.Non un mormoro
venne su dall’uomo a terra.;
credendo che c’era qualcosa
di malePenso di scoprirlo e
aiutarlo se non si sentiva bene.Appena
tirato su il mantello mando
fuori un grido”Oh mio
Dio” e terrorizzato dato
un altro guardo scopri che non
aveva testa.era stato decapitato
dalle spalle.Non ebbe coraggio
di dare un altro sguardo intorno
per vedere se la testa fosse
vicina.Pauroso che se qualcheduno
venisse e lo incolpasse del
delitto se la filo infretta.Arrivato
a casa riferi il fatto alle
autorita locali ma ancora nessun
delitto era stato riportato.Infatti
risulto poi che l’uomo
era un nemico dei briganti che
in quei tempi infestavano quella
contrada.” Questa storia
gelo ogni goccia di sangue nelle
mie vene,allora e per molto
tempo dopo ogni volta che mi
venne in mente.Ogni volta che
mi ritorna in penziero io vedo
quel torso senza testa, come
se fossi stato io a scoprirlo.
Ebbene ,ora i muli avevano finito
la biada.Preso un altro sorso
di acqua fresca ripigliamo il
viaggio.Mezzo miglio passato
questa sorgente,il fiume Renzana
si unisce con un altro grande
fiume chiamato Trionti.Alla
confluenza dei due fiumi c’e’
una larghissima pianura coperta
di sabbia e pietre che si estende
per un miglio ed e’ largo
almeno mezzo miglio.Durante
la stagione piovosa questa valle
e’ tutta sotto acqua ma
ora anche questo fiume e’
traversabile a molti locali
e il piu profondo e’ meno
di due piedi. Dobbiamo essere
cauteli nel passare questo fiume,infatti
qualsiasi fiume,poiche I muli
potrebbero scivolare su una
pietra e sbatterci a terra or
nell’acqua. Accadde a
me parecchie volte durante I
miei viaggi da bambino.Per fortuna
dovemmo traversare questo fiumo
ad un luogo solo e occorse senza
problemi. All’altra sponda,il
sentiero ci condusse tra una
duna di sabbia a sinistra e
a destra vicino ai campi con
le loro arangeti e uliveti che
si estendevano per migli e migli.Da
qui avemmo il primo squardo
all’oceano.Che senzazione!La
natura si svelava a me nella
sua grandezza e bellezza.,Io
non avevo in vita mia visto
il mare, giardini di arangi
e limoni e olive.Tutta questa
bellezza ,abbondanza naturale
era come una fantasia diventata
realta. A questo punto il sentiero
seguiva molto vicino al giardino
di arangi.Io volevo saltare
dal mulo e scappare a raccoglierne;Mio
padre intui questo e mi disse:non
essere premuroso,li compreremo
appena vedremo un giardiniere
sulla strada. Io fui felice
sentire questo ma saembro una
eternita prima che spunto un
casale alla sponda di un giardino.Trovata
l’entrata al casale dopo
un po di passi vesemmo un contadino
infronte che ci accolse cordialmente.Questi
contadini abbandonano ogni faccenda
per accoglierti e se rifiuti
per qualsiasi motivo loro si
offendono. Mio padre gli spiego
che noi avevamo ancora un lungo
cammino da fare e ci doveva
scusare se non accettavamo il
suo invito di fermarci e godere
la sua ospitalita’.”Noi
vorremmo comprare delle arrange
per il bambino per oradice mio
padre,naturalmente intendendo
me. Apparentemente il giardiniere
era in procinto di raccogliere
una qualita che era matura e
pronta per il mercato.Infronte
alla casa c’erano numerose
ceste colme di bellissime arrange.
Sentito mio padre lui scappo
subito e prese dal cesto piu
vicino tre grandi arangi e li
porto a me.Io ero ancora sul
mulo.Con un grande sorriso lui
mi dice:Ecco figliolo,mangia
questi, sono molto dolci.”Lo
ringraziai cortesemente e subito
ne assaggiai uno.Era cosi delizioso.Allora
lui domando a mio padre quanto
ne vuoi?Intorno a una dozzina
risponde papa,Quanto costano?
Quattro soldi,ma io qui li vendo
per trePapa gli ricordo che
non ci aveva contato quelli
che aveva dato a me.”O
no.Quelle sono un regalo al
giovanotto” Risponde il
Giardiniere. Non ringrazii il
signore?dice papa rivolgendosi
a me.L’ho fatto risposi
io.” Fallo di nuovo”
ordina papa”Grazie,tante
Grazie” Grido io.Agurandogli
un buon pomeriggio noi ripigliamo
il viaggio,ma prima di muovere
papa porge un grande arangio
al mulettiere che e rimasto
a cavallo e mette il resto delle
arrange nella bisaccia.Traversando
migli e migli di oliveti,senza
meta …….. all’orizonte
io comincia a inquietarmi.Non
fu prima delle Quattro pomeridiane
che arrivammo a quello che mi
apparve essere una stazione
ferroviaria circondata da lunghe
case. Allora e solo allora papa
mi dice”Be figliuolo questa
e la meta”. Io non risposi.
Ero disilluso! Non sgomentarti,continuo’mio
padre,le costruzioni che tu
vedi sono le fattorie dove compreremo
le nostre merci;. Dopo aver
piazzato I nostri ordini andremo
su in citta’ per una bella
mangiata e un ben dovuto riposo.Ora
scindi e fai Quattro passi per
rilasciare le gambe e vieni
con me. Saltai dal mulo e lo
segguii. In pochi minuti eravamo
difronte a molti seduti a bancarelle;uno
ci venne incontro a servirci,ma
papa gli disse che voleva vedere
il direttore che apparentemente
mio padre conosceva da molto
tempo.Il direttore era occupato
percio aspettammo.Io vidi e
cosi fece papa ,un uomo che
parlava a a qualcuno su un oggetto
con un pezzo di corda attaccato.Piu
tardi fui informato che quello
era un telefono.Io non l’avevo
mai sentito nominare,non parliamo
aver visto. Eventualmente il
direttore fini la sua conversazione
al telefono e giratosi,prima
che papa dicesse una parola
lui lascio la sedia e ci venne
incontro con braccia aperte
e un gran sorriso in faccia”A
Serafino,Ben venuto,come stai,come
sta la famiglia?Io non avemo
mai esperimentato una espressione
cosi sincera da una persona
che sembrava un dottoreor un
nobile signore.Lui era ben vestito
e di buona veduta,intorno ai
trenta anni di eta, genuinamente
felice di vederci.Attualmente
questo era uno dei due fratelli
che formavano la compagnia “Fratelli-Bianchi”Io
avevo notato il suo nome su
tutti I pacchi ricevuti da quella
azienda.Ora mi era chiaro: mio
padre aveva fatto affari con
questa ditta per molti anni
percio’ questo bel ricevimento;questi
erano I manifattori e grossisti.Papa
continuo con introdurmi e molta
fanfara ne derivo,dato che papa
domando per qualcuno che potesse
darmi un giro della fatturia
mentre lui piazzava il suo ordine.”Sicuro”rispose
e chiamo un givanotto e gli
ordino di condurmi e guidarmi
per I diversi departimenti della
fattoria. Non credevo I miei
occhi quando la guida mi dice:Qui
si fanno I confetti”.
In alter parole ,differenti
qualita di dolciumi;piu in la
vediamo una lunga fila di casseruole
di rama pendenti dal soffitto
con una fiammella di sotto e
c’era una persona assegnata
ad ogni stazione a girarla e
agitarla di continuo.La guida
fermatosi ad una di queste ,mise
la mano dentro e cavo fuori
un po di confetti e li da a
me avvertendomi che sono molto
caldi.Erano veramente caldi!Non
li potevo tenere in mano.”Te
ne daro un po freddi per portare
a casa “ mi dice e cosi
fa prima che torniamo all’ufficio.Ma
non era la fine del giro ancora,ora
mi porta nel departimento FORNI
dovefanno diversi biscotti e
mi disse di prenderne a piacere;ne
presi uns manata e li mangiava
camminando.Qiesto giro era come
un sogno per meavevo mangiato
molti di questi biscotti a casa
ma non avevo nessuna idea come
li facevano or dove.Ora lo sapevo.Io
li vidi fare un a varieta chiamata”Mandorli
con una superfice zuccherina
di sopra e un mandorlo al centro;la
stessa confezione con liquore
al centro e poi una chiamata
mandorli ricci,e di piu vidi
come facevano il cioccolato
,ma non somigliano quelle che
fanno qui. Il giro duro intorno
ad una ora,ma tornbati all’ufficio
mio padre non aveva ancora finito,
percio con un sacchetto pieno
di dolciumi da portare a casa
dovetti aspettare fuori l’ufficioPer
occasione,in ufficio ci era
un uomo conosciuto a papa proveniente
dalla citta;aveva caricato la
sua merce ed era in processo
di ritornarela citta era un
paio di migli lontana e mio
padre chiese il suo amico se
aveva posto e poteva portarmi
con lui.”sicuro”Ho
posto”risponde lui.Papa
indica il luogo dove lasciarmi
e mi raccomanda di aspettarlo
la e non divagare L’uomo
rivoltosi a me dsice:”Se
sei pronto io son pronto ad
andare”Fui sorpreso nel
fatto che aspettando una cavalcata
dietro il signore su un mulo
,troviamo un cavallo e carretto
pronto per Il viaggio.Io avevo
sentito di questi carretti ma
non avevo mai sognato che ci
sarei portato.Il signore mi
aiuto a sedere sul sedile infronte
vicino a lui schiocca la frusta
e siamo in viaggio.Andiamo cosi
veloci che io mi sento un po
nauseato ma non dico niente.Io
non potevo penzare come un cavallo
potesse mantenere una corsa
si lunga senza cader morto;piu
tardi fui informato che questo
cavallo era di corsa;io sapevo
che cavalli e muli non possono
correre a lungo In minuti fummo
in citta ed io ero incantato
nel vedere quell che per me
erano le meraviglie del mondo.Quel
buon uomo mi porto alla stazione
dei muli e mi disse di aspettare
li per mio padre, e poi disse
Arrivederci.IO aspettai li come
mi aveva detto ,seduto su una
cassa davanti alla stalla osservando
il via vai della gente.Io ero
ingrossato ad ammirare un carro
pieno di legumi ,tirato da due
muli che non vidi mio padre
ed il nostro mulettiere arrivare
dalla stessa strada che ero
venuto io prima. Quando finalmente
li vidi cominciai a saltare
e sventolare come se non li
avessi visti per mesi.A questo
punto io ero completamente affamato
e lo dissi a mio padre appena
smontato,Noi siamo affamati
come te dice lui appena attendiamo
agli animali andremo all’Osteria.All’Osteria
andammo e questa fu un altra
bella novita per me perche io
non avevo mai mangiato fuori
della nostra casa. Chiamarono
cinque or sei piatti,ben preparati
come sono di usuale in Italia,
e arrivati ci tuffammo dentro.Certamente
noi godemmo la delizia di tutti
piatti e il vino>Per spiegare
a coloro vino e’ parte
necessaria del cibo .Ammetto
che alcuni abusano l’uso
del vino ma non la maggior parte.Ricordo
che da bambini a casa eravamo
incoraggiati a bere del vino
mangiando.Nessuno di noi divento’
ubriacone eccetto il mio fratello
piu giovane che da ragazzo rifiutava
sempre il bere vino.Quando venne
in Canada per riunirsi con me
e papa,si mise cattiva compagnia
ed ebbe grave problemi con la
bevanda finche all’eta
di cinquanta anni realizzo la
rovina che aveva portato ase
e la famiglia e divento completamente
astetico. Avevamo appena finito
quella meravigliosa cena e mio
padredisse” ed ora vi
portero al tetro per un cinema(cosi
chiamavano I films in Italia.Cosi
si ando al Cine.Purtroppo dopo
una si grande cena,stanco del
viaggio,non vidi molto del film,mi
addormentai e dormmii per tutta
la pellicola.Potete immaginare
Come un bambino la miaeta resistesse
dall tre del mattino,a cavallo
or a piedi tutto il giorno.Ero
completamente esaurito! Neanche
papa or l’altro uomo videro
l’intero film.Andiamo
a letto,dice papa svegliandomi,Andammo
indietro allo stallaggio che
fu il nostro hotel per la notte.Questa
era una grande stalla che poteva
Accomodare dieci or quindici
animali e padroni.Alla altra
parte degli animali c’era
un lungo letto coperto di paglia
e li ci posammo e con tutti
I vestimenti andammo a dormire.
Prima di addormentarmi esperimentaI
UNA ALTRA NOVITA:In questa stalla
c’era la luce elettrica.cosa
da me mai vista.Le luci non
eranoattuati fino a che non
fosse buio,cosi potete immaginare
la mia sorpresa a vedere luce
proveniente da un vaso ovale,immediatamente
mi avvicinai per meglio osservare
Questa meraviglia: Questa e’
la luce elettrica dice mio padre
tornandola su e fuori.C’era
una sola lkampada in tutta la
stalla, non era molto luminosa,quasi
rossa, ma si poteva vedere ogni
parte della stalla.Ero incantato
da questa luce ,molto in piu
perche la lasciarono aperta
la notte ,non come le nostre
candele che venivano spente
a tempo di letto. La mattina
seguente mio padre mi porto
al mercato dei fruttivendoli
dove I contadini avevano in
mostra I loro prodotti in questo
spazio chiamato “piazza”.Qui
si poteva comprare legumi freschi
appena raccolti il mattino stesso
or la sera prima Cosi che la
freschezza era molto evidente.C’era
un mercatino in paese pure ma
era solo una volta la settimana
e solo di estate.Qui disse mio
padre,continua inverno ed estate,ogni
giorno.Rossano era locato nel
sud e il clima era come la California
del sud. Il nostro paese benche
situato nel Sud, era pero sui
monti dove in inverno,mi ricordo,a
volte si aveva fino a dieci
,dodici piedi di neve (4mt).Io
l’ho visto con I miei
preopii occhi che una volta
nevico Quattro piedi prima di
smettere.Ma per la prima di
Marzo generalmente era sparita.
Era gia mezzoggiorno quando
finimmo la visita del mercato
e mio padre aveva parlato a
molti dei suoi vecchi amici
ed ora era tempo per l’Osteria
di nuovo e pert pranzo.Mangiato,
sellato I muli ci inviammo per
il mercato all’ingrosso
per caricare le nostre merci.Non
ci affrettammo perche il caldo
era torrido quell pomeriggio.Il
miglior tempo di lasciare qui
locali era verso le Quattro
del pomeriggio,cosi che si aveva
solo un paio di ore del piu
caldo del giorno.Allora cammineremmo
al fresco degli oliveti senza
salite irte da fare. Caricati
I muli ci inviammo.Dopo sole
due ore di cammino,io morivo
di sete.Mio padre mi disse che
ora non c’era acqua intorno,non
prima del prossimo paesello,il
che non arrivava per almeno
una altra mezza ora..Finalmente
arrivammo al paesello e attaccammo
I muli al fresco di un albero
di pepe. Fino a quell momento
io non sapevo che il pepe nero
cresceva su gli alberi.Senza
dir niente corsi verso la prima
casa in vista Infatti torno
ad essere un negozio ed io chiesi
di avere un po di acqua.Il negoziante
apparve sorpreso e disse che
era completamente senza acqua
poiche aveva da andare molto
lontano per recarla,ma sarei
ben venuto ad accettare un bicchiere
di vino “Vino! Io non
voglio vino,risposi io, questo
mi farebbe sentire peggio.”Be
figliolo,queto e tutto che posso
offrirti!”Ancora assetato,e
deluso, cominciai ad andarmene
ma da sbiaco vidi un secchio
mezzo pieno di acqua.C’e
acqua qui dissi,perche non me
ne vuoi dare?No figliolo, quell’acqua
la uso per intenerire il pellame,non
e per bere!Era calzolaio nel
tempo libero.L’acqua sembro
molto chiara a me cosi che dissi:Non
mi importa che non e’
buona ,ma posso prenderne una
bevuta?Preso il secchio, messalo
sul tavolo, lo portai a ll’orlo
e gentilmente inclinai la testa
e bevvi.Ringraziai il signore
e rimesso il secchio a terra
me ne scappai.Forse mi ero trattenuto
un po troppo a lungo poche’
papa si avvicinava per vedere
qual’era il propblema,ma
quando mi vide,reitorno verso
I muli.Mi domando se avevo avuto
occasione di avere dell’acqua,gli
dissi si,senza raccontargli
la storia; dissi che quella
povera gente non aveva accesso
ad acqua nemmeno per se stessi.Va
bene disse papa,troveremo acqua
piu avanti.,saremo al fiume
Trionti fra un ora e allora
potremo bere a voglia.Io non
gli dissi mai che qualita’
di acqua avevo bevuto.Fu piu’
di due ore prima del nostro
arrivo al fiume e io ero pronto
ad immergermi nell’acqua
vestito.Ci togliemmo le scarpe
e ci inoltrammo nel fiume e
benche l’acqua fosse calda
bevemmo a gusto.Almeno era bagnata.!Riposati
per alcuni minuti rimettemmo
le scarpe e montati I muli traversammo
il fiume senza alcu problema,;io
ero molto stanco cosi papa mi
lascio restare in sella per
un tratto. Passando per la sorgente
d’acqua fresca di cui
parlammo nella storia ,non mancammo
farci un’altra bella bevuta
e una breve Sosta,continuammo
il viaggio.Ora il sole calava
veloce;Non fu lungo e le tenebre
ci ingolfarono e a trapponi
seguivamo il sentiero lungo
le pietre del fiume.Io camminavo
dietro il mulo che faceva una
sosta ogni qualvolta si traversava.Papa
mi aveva detto: quando si fa
scuro ,acchiappati alla coda
del mulo e non ti portera’
mai fuori strada.;quando arriva
alla traversa si ferma per orizontarsi
che prende la varcata giusta.Un
mulo or cavallo ha tre volte
piu forte la vista nel buio
che noi umani.”Questo
fatto ero a punto di verificarlo
io stesso molto presto. Camminando
nel buio non potevo scacciare
dal penziero la visione del
delitto nella storia di ieri;
e quel torso senza testa. Un
brivido mi corse la schiena.Da
fanciullo non avevo mai creduto
che c’erano I”spiriti”perche
la nostra cara nonna ci aveva
assicurato che non esistono!Solo
,diceva lei,gente stupida parla
di spiriti per far paura a bambini.Io
sinceramente avevo fiducia in
lei perche non diceva mai menzogne
ed io avevo completa fiducia
in lei.Io ero l’unico
in casa che avesse confidenza
di andare a qualsiesi posto
nel buio.Benche avessi sospetto
che qualcuno potrebbe farmi
del male or spaurirmi io andavo
tuttavia.Mia nonna sempre ripeteva
che bisognava guardarsi dei
vivi anziche dei morti.I vivi,diceva,
possono assaltarvi giorno or
notte ma I morti mai ritornano!Questa
era la sicurezza che mi dava
il coraggio di andare dovunque
nel buio. Il fatto che passammo
quell brutto posto senza alcun
incidente comfermo’ nella
mia mente le sagge porole della
nonna.Seguivamo ora il sentiero
lungo il nostro fiume Renzana
e cammina e cammina ora si faceva
sempre piu buio.Cavalcavamo
I muli solo al traversare poiche
I muli erano molto carichi.A
mennanotte eravamo quasi a due
terzi del viaggio di ritorno.La
notte era buia e senza luna,
proprio come la notte descritta
da Giuseppe nella storia;Credetemi
era proprio scuro,tanto che
anche. I muli ogni tanto sbagliavano
il sentiero. Finalmente Giuseppe
suggeri che ci dovessimo fermare
per un paio di ore di riposo
per I muli e noi stessi almeno
fino all’alba. Se un mulo
rombe una gamba or qualche altro
danno ,noi saremo in un grande
problema.Malgrado il buio noi
scarichiamo I muli e li attacchiamo
a cespugli vicini,ci corichiamo
intorno ai bagagli e presto
siamo addormentati solo per
essere svegliati dal canto di
uccelli ed il bagliore del sole.E
alba. E ricarichiamo I muli;verificato
che abbiamo tutto con noi ci
rinviamo .Che sollievo!Era fresco
e I muli ora camminavano di
buon passo Ora quando ricordo
quell’impresa,mi meraviglio
perche in quei tempi nessuno
penso ad usare quello che, noi
che usiamo le foreste,chiamiamo
la “ mosca”!.Questo
consiste di una vuota scatola
di marmellata con al centro
una candela accesa e sospesa
da un filo metallico per manico.No
pioggia or vendo ne spegne la
fiamma.Noi si aveva candele
allora ma nessuno mai penso
di usarle in questo modo.Forse
perche la marmellata non veniva
in scatole come qui.Questo tipo
di luce e’ molto piu comoda
che la pila Io lo so perche
la ho usata per anni e anni
durante I miei viaggi di caccia.Io
anche porto u na candela in
piu,per caso di essere smarrito
nelle foreste ma fin ora non
lk’ho mai usata.,ma non
si puo dire c’e sempre
la possibilita’. In due
ore di cammino eravamo a piede
della famosa salita che benche
solo Quattro km. Era molto ripida.La
salita ci costo quasi due ore
ma finalmente si era a casa.
Scaricati I muli al negozio
andammo a casa;tutti erano ancora
a letto ma ben presto tutti
erano a ineterrogarmi”come
fu il viaggio;come era questo,come
era quello;che hai visto;che
hai fatto? Io ero cosi stanco,non
avevo parole,mia mamma piangeva
di gioia per averci ritornati
a casa sani e salvi.Tu devi
essere affamato,mi dice, devi
mangiare qualcosa prima di andare
a letto;Io non potevo;ricordo
che sedetti e mi addormentai
immediatamente.Mia mamma mi
mise a letto ma anche ora non
ricordo quando tempo dormii.Il
giorno dopo tutti I miei amici
erano fuori ad aspettarmi per
sentire tutti I dittagli della
famosa impresaIo ripetei tutto
punto per punto ingrandendone
alcuni naturalmente, il che
mi mi esalto allo stato di eroe
nazionale. Era costume nel nostro
paese come pure in tutti gli
altri paesi in Ital;ia,,per
I giovanotti e anche piu anziani
di fare Serenate alle loro ragazzesotto
I balconi!.Io credo che lo fanno
ancora ogii.Da fanciullo io
amavo immensamente la musica
e ascoltando queste srenate
nel vicinato a prima sera,io
ne aveva appreso le melodie
e amavo molto il cantarle io
stesso.Io ero capace di imparare
una canzone dopo averla sentita
un paio di volte.Avevo piu di
sette anni e avendo un buon
orecchio per la musica amavo
il suono di chitarre e mandolini
e bramavo impararne l’uso
dell’uno or dell’altro.A
quell tempo non avevamo l’abilita
di possederne uno ,ma dissi
a papa che se e quando avremmo
la possibilita di comprarne
uno io vorrei imparare a suonarlo
con la musica scritta non ad
orecchio.Molti giovanotti suonavano
ad orecchio ma io conoscevo
la differenza da quelli che
suonavano a musica. Nel frattembo
volevo impareare a leggere la
musica scritta cosi che un giorno
potessi suonare con altri.C’erano
in paese gruppi di giovanie
anche anziani che suonavano
ed io li adoravo,rimanevo incantato
ad ascoltarli e perdendo senso
di tempo diventavo il soggetto
di fervide ricerche a tarda
sera. In quei tempi I giovani
seguivano la tradizione della
serenata alle ragazze poiche
I genitori delle ragazze erano
molto rigorosi nel controllo
delle attivita’delle figlie’e
uno rischiava la pelle se faceva
avanzi ad una ragazza per strada.La
serenata ewra l’unico
modo di comunicarle gli affetti.Attraverso
gli anni ci sono state milioni
di canzoni scritte per questo
motivo.Specialmente di estate
ci sarebbero due or tre gruppi
di serenanti in un vicinato.Se
la ragazza gradiva gli affetti
del giovane che faceva or che
pagava per aver fatta la saerenata,la
ragazza aprirebbe la luce nella
sua camera durante la canzone
or al Massimo aprirebbe la finestra
e al buoio se goderebbe la serenata
ma senza apparire alla finestra.
Quando la serenata non era gradita
le conseguenze erano severe
e in molti modi di risposta.Un
altra occasione di vedere la
ragazza era la Domenica in chiesa,poiche
tuute attendevano con la scusa
di devozione facevano la passerella.Quel
tipo di musica era esilerante
per me uno puo immaginare che
reazione aveva su una giavane
ragazza che era il soggetto
della canzone.Io conoscevo molti
di questi giovani suonatori
,alcuni erano amici altri erano
anche parenti. Io a volte gli
domandavo di suonare una canzone
per me ed io liaacompagnavo;loro
Avevano piacere di sentirmi
cantare le loro canzoni;infatti
molte volte ,col permesso di
mio padre,mi portavano con loro
a fare le serenate. La notizia
del mio cantare divulgo ben
presto e un giorno il parroco
del paese mando un ragazzo a
dirmi che voleva vedermi. Mia
mamma credendo che avessi combinato
qualche guaio mi grido: che
cosa hai fatto ora?Non ho fatto
niente risposi io,ma lo sapremo
al piu presto.In furia mi diressi
per la chiesa e entrai in sacrestia
dove sapevo che lui aspettava.Mi
accolse cun un caldo sorriso.Io
col mio cappello in mano dissi;
mi avete mandato a chiamare,padre.
Si disse lui,siediti figliuolo.
Il monsignore era un tipo severo
ma ora parlava con una voce
calda,il che mi rassicuro che
non c’era problema,mi
siedei e cosi fece pure lui.Senza
fare altri complimenti mi chiese
direttamente:Ti farebbe piacere
far parte del mio coro di giovani.?Per
un minuto restai senza fiato!
Sarei felicissimo;m io non so
musica.Cio non importa’la
musica te la imparero io!Mi
dicono che hai una bella voce
e un buon orecchio per la musica.
Seppi piu tardi che mia nonna
aveva messo la mosca All’Orecchio
del monsignore riguardo la mia
voce.Andiamo su all’Organo
mi dice il prete, voglio sentire
la tua voce.” Per via
in su ,ordino il Sacrestano
per iniziare il mantice delkl’organo,;sedette
e suono’ un po di note
e disse : sai’ musica
e’ molto semplice ci sono
solo sette note nella scala
musicale e sono : do re mi fa
so la si do; l’ultima
do veramente appartiene alla
scala seguente ma e’ qui
per completare la prima. Cosi
illusrando canto le stesse note
lui stesso.Ora voglio sentire
come le canti te”disse
cantando la prima nota con me.poi
mi lascio cantarle da solo per
un po di volte. Molto bene ,disse
poi, mi piace la tuia voce,
le pratiche sono due volte la
settimana a tale ora e tale
giorno.” Non essere in
ritardo!;Non lo saro!.Devo andare
a casa ora” Si vai a casa
ora ma non dimenticarti di essere
a Messa Domenica, e vai al Catechismo!”Corsi
a casa subito e quando raccontai
l’accaduto a mia mamma
E NONNA,loro furono gioiose.D’allora
in poi io attesi tutte le pratiche
e imparai le canzoncine di natale.Il
coro era compreso di dieci or
dodici ragazzi e ragazze.Io
ne conoscevo molti ed erano
in maggioranza piu anziani di
me,ma io ero a comodo con loro.Si
praticavano le canzoncine natalizie
benche Natale fosse tanto lontano.Seppi
poi che la prima lezione di
musica era anche l’ultima
nel mio paese.Il monsignore
era troppo occupato per darmi
lezioni,ma quel che ricevetti
era abbastanza per il coro.Quando
ripresi lezioni di musica accadde
in Canada ed ero ora sedicenne.Le
presi con ardore allora;ero
un lavoratore allora e potei
pagare da me stesso.Non ero
disappunto di aver imparato
un po quando ero in Italia poihe
venne comoda quando incominciai
le lezioni qui Avevo uno zio,fratello
a mia mamma, di nome Nicola
Tucci;un genio!Benche avesse
poca educazione scolastica,era
un maestro falegnameEra capace
a delineare un pezzo di fornitura
oppure il palazzo del RE.Devo
aggiungere pero che era un po
eccentrico,io lo so perche dovetti
fare apprentista da lui per
un po di tempo. Quandunque io
facevo un errore ,tirava in
aria legname e scalpelli come
se fosse la fine del mondo ma
poi si calmava e chiedeva scusa.Ma
io avevo paura di lui!Contrario
a q uesto,zio possedeva una
gentilezza e una cortesia affabile.Zio
era il primo istruttore del
coro parrocchiale,aveva una
bella voce tenorile e suonava
l’organo.Io adoravo il
sentire la sua musica ed il
suo cantare ,ma benche sapesse
che io ero nel coro,mai mi invito
a cantare con lui.Lui canto
e suono l’organo a tutte
le funzioni in chiesa e non
sapeva una nota di musica! Il
mio tempo di discepolo con lui
non duro a lungo poiche papa
mi porto via con lui in America
q uando avevo nove anni di eta’
Questa fu la fine della mia
istruzione da falegname e il
mio cantare nel coro. Vi parlero
piu tardi del mio viaggio in
America ma per ora sono fuori
tempo! Dopo il viaggio a Rossano,
mio padre realizzo che io crescevo
forte e capace e comincio a
portarmi a piu viaggiu e darmi
piu responsabilita come suo
aiutante ,infatti mi compro
un asino che io usavo per procurare
legna dalla vicina foresta.,on
alter occasioni mio padre mi
mandava al mulino con un paio
di sacchi di grano,,naturalmente
il mulino era quello operato
da suo fratello ed era pochi
km.dal paese:Il mulinaio era
zio Peppe’.La prima volta
che andai al mulino,mia sorella
Filomena venne con me ericordo
come zio Peppe ci ricevette
con grande piacere.Era un gran
gentile vecchietto intorno ai
settanta anni. Dopo aver macinato
ci disse:Ora vi infornero un
pizza speciale prima che partite”.Questa
era chiama “la pizza del
Mulinaro”ed era fatta
con farina senza lievito;solo
farina fresca,un po di lardo
e cucinata sotto cenere nel
forno.Deliziosa!Io sempre anticipavo
con piacere andare al mulino
non solo perche zio Peppe faceva
la Pizza ma piu perche zio era
cosi lieto vederci,veniva anche
a trovarci a casa spesso. Mio
padre gli mandava polvere di
tabacco ogni volta che si andava
al mulino e la prima cosa zio
ne faceva una inalata e…atzzia!
Lui era felice! Durante la raccolta,si
andava in campagna a raccogliere
grano,patate,fagiuoli,e tanti
altri prodotti coltivati da
noi stessi con l’aiuto
di braccianti localiAvevamo
una persona impiegata tutto
l’anno poiche la nostra
vigna era molto grande e conteneva
un grande vigneto e un a varieta
di frutti e prodotti specialmente
fichi.Avevamo una lunga fila
di alberi di noce al fondo del
terreno che frontava il fiume,di
sotto c’era la macchia
dei legumi che una volta era
molto larga ma ora il fiume
l’aveva ridotta a una
lunga striscia avendo cambiato
corso durante un grande pioggia
cosa che accadeva spesso . A
tempo della vendemmia,dovevamo
chiamare in servizio non solo
tutti I membri della nostra
famiglia ma anche dieci or quindici
donne e ragazze. Fu durante
questi anni che imparai a fare
una moltitudine di faccende
e farle bene perche ero sempre
sotto la guida di un ottimo
maestro.Si mio padre mi insegno’
come seminare,raccogliere prodotti,come
tagliare e impagliare il fieno
,a mano naturalmente,come a.spulare
e crivellare il grano nonche
treggiare con un paio di vacche.;e
tante alter opere trope da menzionare.Ricordo
la prima volta mi mostro come
coltivare e solcare un orticello
di piselli;io tiravo e tagliavo
I piselli invece dell’erba
con la zappa;mio padre mi mostro
la differenza fra l’erba
e I piselli e come adoperare
la zappa per fare un buon lavoro,io
pero non prestai attenzione
e continuato a ripetere lo stesso
errore e papa dopo avermi avvertito
un paio di volte mi diede uno
schiaffo in faccia.La pena non
fu severa ma l’umiliazione
urto il mio orgoglio.Piansi
brevemente,ma subito asciugai
le lacrime. E ripresi il lavoro
con molta piu cura ora, ,.Non
risentii l’affronto,sapevo
che me lo meritavo e sarebbe
occorso prima or poi. Una altra
occasione sfortunata fu la sera
prima di un viaggio alla vigna.Dovevamo
riempire Quattro sacchi di letame
da portare il giorno dopo;il
letame era ammucchiato davanti
alla porta della stalla, quello
che mi chiese era di tenere
su I sacchi mentre lui inforcava.Era
pomeriggio e io avevo fatto
progetto di andare a giocare
con alcuni dei miei amici.Attualmente
io volevo evitare il lavoro,insaccare
letame non era di mio grado,non
allora. Io trovavo scuse ma
lui era determinato a farlo
ora e non piu tardi or domani.Proprio
a quel momento udii il fischio
di un amico che mi cercava e
questo mi fece piu arrabbiato
perche non potevo andare.Io
tenevo su un sacco ma ancora
protestavo:Perche devo far questo
proprio ora?Non possiamo farlo
piu tardi or stasera?Io non
cooperavo cosi che ogni volta
mio padre cercava di infilare
una forcata di letame nel sacco
finiva con la maggioranza per
terra.Accaduto questo due or
tre volte,la situazione peggiorava
in fretta.Mio padre era furioso
e avendo gridato il suo ordine
di fare attenzione io forse
avevo dato una cattiva risposta
poiche come un fulmine mio padre
mi percorse le spalle con il
didietro della forca e mi abbatto
a terra.Piu che un colpo era
una spinta ma io spaventato
piu che ferito cominciai a piangere.Mia
mamma,udito il pianto corse
fuori e comincio a dare insulti
a mio padre e consolanti parole
a me;ma mio padre era determinato
a darmi una buona lezione e
insistette che io tenessi su
I sacchi.Senza scampo ,obbidii;a
quest’ora la voglia di
andare a giocare con I miei
amici era svanita,gli amici
sparirono e l’incidente
fu presto dimenticato.Il giorno
seguente con I Quattro sacchi
di letame sul mulo, la bisaccia
col pranzo,eravamo in viaggio
per la vigna. Le nostre vigne
erano ad una buona ora di cammino
dal paese,I primi due km erano
facili perche consistevano della
strada falciata originalmente
costruita dai Romani or cosi
si credeva ;dopo la strada zigzava
giu per la scarpata per parecchi
km prima di arrivare al fiume
ma molto piu in su del varco
che si usava per andare a Rossano.Alla
fine della strada antica il
nostro sentiero serpeggiava
il pendio in una cava,chiamata
cosi perche era una via usata
dale mandre di animali che scendevano
dalla Sila alla marina ed era
anche una cava mulettiera,cioe
larga abbastanza per accomodare
un mulo caricato,ma essendo
questa via usata per secoli
era ora profonda or cavata nel
suolo e anche formava il corso
delle acque scorrenti verso
il fiume durante le pioggeNoi
usavamo uno scorciatoio costeggiante
la cava che ora era in povere
condizioni a causa delle piogge.La
vigna era situata alla base
della montagna.La macchia era
in bisogno di adaquare e questo
era il nostro progetto.La diversione
dell’acqua dal fiume al
nostro canale di irrigazione
cominciava intorno ad un mezzo
km in su del fiume . Il canale
costeggiava la parte piu alta
del terreno e l’adacquo
consisteva nel divergere acqua
dal canale centrale dentro canali
serpeggianti nel coltivato Uno
alla volta usando una zappa
per aprire or chiudere questi
canaletti tracciati in forma
di serpe chiamate scuole.Il
mio lavoro qui era di controllo
ed io lo amavo.Dovevo essere
molto svelto nell’aprire
il canale centrale e seguire
lo scorrere fila per fila e
ritornare a chiudere prima che
occoirresse inondazione e rotture
dei solchi. A volte nel mezzo
dell’irrigazione veniva
a mancare l’acqua,questo
era un grande problema essendo
il sistema esclusivo per noi
non c’era altra causa
che una rottura del canale,non
c’era possibilita che
qualcxuno avesse tagliato l’acqua
per ilsuo bisogno,il che avveniva
in molti casi dove il canale
era in comuneSe non si correva
a riparare immediatamente il
canale poteva aver grande danno
e ci vorrebbero molti giorni
di lavoro per ripararlo.Se ero
da solo in un caso di rottura,io
scappavo ad investigare dove
era il danno e se non era riparabile
in pochi minuti andavo al punto
di diversione dal fiume e chiudevo
il canale per evitare maggiori
danni e una volta riparato il
problema riaprivo il sistema.Tutto
questo era parte della lezione
imparata durante il mio lavoro
Io trovo ridicolo il sentire
gente lamentare che I giovani
di oggi non sanno fare niente
e sono delinquenti. La ragione?I
genitori non insegnano niente
ai loro figli.Non e’ totalmente
la colpa dei genitori,purtroppo
sono I tempi e il progresso
tecnico che ha eliminato tante
delle necessita semplici che
uno faceva da se a mano e poteva
insegnare ai figli.Le macchine
hanno rimpiazzato I cavalli
ei carretti e un giorno sono
convinto distruggeranno anche
l’uomo. Torniamo ora alla
storia della mia felice infanzia.
Quando avevo appena otto anni,mio
padre comincio’ a mandarmi
col mulo in compagnia di altri
mulettieri e a volte anche da
solo a pigliare merci dalla
stazione ferroviaria piu’
vicina a noi.Io accompagnavo
I mulettieri che facevano il
lavoro di caricare e scaricare
la merce mentre il mio lavoro
era di attendere ai bisogni
del muli. Al principio di quell’autunno,ricevemmo
notizia dalla stazione che erano
arrivati parecchi sacchi di
farina e dovevano essere consegnati
in pochi giorni or pagare dimora.Mio
padre cerco invano di assicurare
dei mulettieri per andare con
me ma tutti erano occupati in
altri viaggi.Mio padre era molto
occupato e discuteva la difficoltosa
situazione con mia mamma quando
io inervenni e chiese perche
io non potessi andare a pigliare
la farina da me solo.Si,rispose
mio papa,perche no?Lui sapevo
che io potevo maneggiare il
mulo;mia madre disse Siete pazzi
tutt’e due”!:’Continuai
ad insistere epregare mia mamma
dicendole che io non avevo paura
e che avevo la compagnia del
mulo il quale mi voleva bene;questo
affetto era dovuto al fatto
che io lo curavo e gli davo
sempre da mangiare e bere.Dopo
una lunga discussione ,finalmente
mamma condiscese e ando in cucina
a prepararmi il mangiare per
il viaggio mentre io andai alla
stalla a dare la biada e il
fieno al mulo in preparazione
per il domain .
Capitolo secondo
La mia Fascinante
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