MY SPACE MP3-KORALIRA
Rappresentano un gruppo di musica etnica della provincia di Reggio Calabria, Il loro (nostro) interesse è quello di programmare una tournée in giro per il mondo per portare le tradizioni della nostra terra ai calabresi emigrati nel mondo, le associazioni di Calabresi nel mondo sono numerosissime, e moltissimi sono i Calabresi che si collegano a questo sito, questo mio piccolo contributo spero serva da ponte di contatto tra le associazioni di corregionali e il gruppo.
Sotto una serie di link della loro esibizione al "Festival Interceltique de Lorient 2011" e il video-clip del brano "Nero" finalista di "AreaSanremo 2010" pubblicato sulla compilation "Terre di Musica" ad opera del MEI e AreaSanremo.
Associazione Culturale Short CV Via Reggio Campi, II tronco, 307/D 89126 Reggio Calabria C.F. 92065260801
Koralira Nome nato dalla fusione dei nomi di due strumenti tradizionali, l'uno di origine malinese (Kora) e l'altro calabrese (Lira). E' l'espressione identificativa di un gruppo che punta alla contaminazione musicale e letteraria. La formazione nasce nel settembre 2008 per iniziativa di Domenica Rita Buda (composizioni e arrangiamenti, testi, voce) e Francesco Speziale (composizioni e arrangiamenti, chitarre classica, flamenco, acustica, battente) con l'intento di lavorare a un progetto di musica inedita attraverso i canali dettati dalla tradizione.
Premi • Musicultura 2012: Sessione 48 finalisti [Macerata, AN] • LaMarca Euro Folk 2011 [Maiolati Spontini, AN]: I premio: rappresentanti Italiani in Spagna • Suonare a Folkest 2011 [Palermo, PA]: I premio: rappresentanti per il Sud Italia a Folkest 2011 • Folkontest 2010: Premio Giancarlo Ferreri [Casale Monferrato, AL] • Area Sanremo 2010: Sessione 10 finalisti per la sezione DOC [Sanremo, IM] • Ricordando De Andrè 2010: “Premio miglior testo e arrangiamento” [Vibo Valentia, VV] • Gruppo Emergente dell'anno 2010 [Roccella Jonica, RC]
Festival • Civitella Alfedena Folk Festival 2011 [Civitella Alfedena, AQ] • Paleariza 2011 [Brancaleone, RC] • Festival Interceltique de Lorient 2011 [Lorient, Bretagna, Francia] • Folkest 2011 [Spilimbergo, PD] • BUF-BUSKERS Antimafia 2011 [Potenza, PZ] • “1° Maggio” 2010 [Rende, CS] • Festival Adriatico-mediterraneo 2010 [Ancona, AN] • Dea Fest 2010 [Reggio Calabria, RC] • Etno-jazz Festival 2010 [Castrovillari, CS] • Magaria 2010 [Reggio Calabria, RC] • Calabria e Toscana Regioni antiraket 2009 [Siena, SI – Firenze, FI]
Radio • Isoradio Rai [Roma] • Studio 54 Network [Reggio Calabria, RC] • Radio Flyweb [Bologna, BO] • Radio RedAzione [Potenza, PZ] • Radio Demo Rai 1 [Roma] • Radio Popolare [Milano, MI] • Nova Radio [Firenze, FI] • Radio Sound [Cosenza, CS] • Ponte Radio [Cosenza, CS] • Radio RC International [Reggio Calabria, RC] • Radio Touring 104 [Reggio Calabria, RC] • Radio Gamma Gioiosa [Gioiosa Jonica, RC]
TV • Play TV [Canale Satellitare] • RTV [Reggio Calabria, RC] • Telemia [Roccella Jonica, RC] • Telitalia [Cosenza, CS] • ReteKalabria [Vibo Valentia, VV] • 8Video Calabria [Crotone, KR]
Pubblicazioni • “Terre di Musica” Compilation • “Nero” Video Ufficiale • “Taranta Band” Compilation • “Tirullallero 2” Compilation • “apri-battenti” Album
Info e contatti myspace: www.myspace.com/koralira e-mail: koralira@gmail.com Tel: 320-6854787 Domenica Rita Buda / 320-3463749 Francesco Speziale / Fax: 0965-898331
Associazione Culturale Via Reggio Campi, II tronco, 307/D 89126 Reggio Calabria C.F. 92065260801
Presentazione Il progetto
“apribattenti”, questo è il titolo del nostro primo lavoro discografico, rappresenta il canale scelto per comunicare liberamente ciò che siamo in musica e nella vita. Un contenitore di idee, suoni, stili, esperienze differenti. E' la sintesi di un racconto allo stesso tempo individuale, storico, antropologico e sonoro. L'espressione musicale, intesa come fusione di parole e suoni, è sviscerata attraverso la produzione creativa di brani che traggono ispirazione dalla nostra terra, la Calabria, che porta in grembo miti, culture, viaggi e viaggiatori e tutto ciò che di loro è rimasto nel nostro DNA, alla ricerca di ciò che essa ha tratto dall'altro e cosa all'altro ha trasmesso. E' possibile leggere attraverso i brani dell'album un percorso che abbraccia diverse aree geografiche e culturali, diversi stili musicali. Le sonorità spaziano dal reggae alla musica tradizionale, attraverso una rivisitazione di essa del tutto personale, che non riguarda solo il campo musicale, bensì anche quello letterario. L'album proietta l'ascoltatore in un mondo che è già suo, raccontandogli storie di cui egli già conosce l'evoluzione, attuando però uno spostamento del punto di vista che rende contemporaneo e umanizza il mito. E' questo il caso di Morgana la donna ammaliatrice di cui si racconta nel brano dall'omonimo titolo. Umana, seducente e ingannevole. Il mito della seduzione, quello della conquista e quello storico, convivono rinascendo agli occhi dei contemporanei attraverso un rarissimo fenomeno fisico che si verifica in particolari condizioni atmosferiche agli occhi dei reggini che voltano lo sguardo alle coste siciliane. Staccata dall'antichità e proiettata in una realtà a noi vicina che non nega la sua natura mitologica, ma la umanizza. “Apri-battenti” è un gioco di parole che fa leva sull'ambiguità linguistica. Le due lingue in questione sono la lingua italiana e il dialetto reggino. Nel primo caso l'espressione indica “aprire i battenti” in senso di buon presagio, di apertura verso qualcosa di nuovo, di un inizio. Nel secondo invece la reale protagonista del nostro racconto è la chitarra battente, strumento tradizionale calabrese. La tradizione, nonostante l'album sia composto per la maggiore da brani di musica inedita, rimane radice primordiale del nostro excursus, non a caso nel brano che dà il titolo all'album è proprio uno strumento tradizionale che prende parola, e dice tutto ciò che la gente non è più in grado di pronunciare, per paura, per rammarico o per il troppo dolore. Una chitarra che urla i dolori di un popolo. Proprio quando la gente perde le speranze, è lei, che attraverso i suoi suoni ipnotici e allo stesso tempo stridenti, reca l'invito all'esorcizzazione del dolore. Il vecchio e il nuovo intesi non nella reciproca contrapposizione, ma nella perfetta e simbiotica dualità. I brani del disco, nonostante abbraccino una pluralità di stili, seguono un percorso ben preciso. Si passa così da tematiche che cercano l'interazione tra tradizione e modernità ad altre che raccontano dell'uomo e del suo rapporto col mito. Alla prima tipologia appartengono brani come: “Tarantella del Gargano” e “'U rusciu te lu mare”, che mantengono linea melodica e testo interamente tradizionali, ma sui quali è stato fatto un lavoro ex-novo per quanto riguarda l'arrangiamento; “Anagrammi”, brano originale nato dallo studio approfondito di una tarantella tradizionale; “Cridenza” anche questo originale, ma nato dalla fusione di diversi detti popolari. “Ena Dio Tria”, per il quale è stato mantenuto il testo gracanico originale e riscritta una nuova linea melodica; “A mastria”, che rappresenta l'unione di due strumenti musicali di matrice comune ma appartenenti ad un tempo cronologico e geografico diverso: la chitarra battente e la chitarra flamenco; “'U sceccu 'nto linzolu” che recupera le origini del famoso detto popolare calabrese; “Vento del Sud” brano originale che rappresenta la coesistenza di due realtà linguistiche di matrice comune: lingua italiana e dialetto reggino. Alla seconda tipologia, che racconta del rapporto tra uomo e mito, appartengono brani quali: “Morgana”, della quale s'è detto già in precedenza e la “Nuova colonia” colonna sonora originale dell'omonimo spettacolo teatrale che riprende la trattazione del mito sociale. Tutto fa parte di noi, di ciò che siamo, compresi e sospesi nell'arco di tempo che è stato e quello che sarà.
Recensione
Koralira: nelle vene dell’universo mediterraneo di Giuseppe Lombardo
Cogliere il senso di un progetto che volutamente si pone sulla linea di faglia tra filoni culturali, identità etniche, ritmi e modi della tradizione, suggestioni ed esperienze del nostro tempo, è operazione per nulla agevole e tranquillizzante. Forse il solo modo di esorcizzare il disagio che esso introduce nel disegno di “regolarità” delle nostre vite di ogni giorno, è proprio quello di abbandonarsi al suo “misterioso” potere attrattivo, scoprire i nessi e le analogie segrete che di volta in volta vengono portati alla luce, leggere in filigrana e perciò in profondità ciò che il nostro tempo convulso ci impedisce di fruire in maniera armonica e naturale. E’ questo l’invito dei Koralira, la loro chiave semplice e originale insieme per aprire porte altrimenti serrate, per navigare mari sconosciuti, per toccare approdi a prima vista ingannevoli e lontani. Nell’universo, per certi aspetti “babelico”, della ricerca di forme espressive originali che soddisfino un gusto musicale spesso poco duttile, frastornato dalla congerie di proposte commerciali rilucenti ma nella sostanza vuote e ripetitive, il filo conduttore dei Koralira è un “racconto” del nostro passato più o meno remoto. Non una trama fine a se stessa, però, intrisa di nostalgia per un mondo perduto, nutrita di insofferenza per un presente disarmante e massificato, privo di identità. Al contrario, questo “racconto” trova la sua ragion d’essere nel tentativo di vivere appieno la contemporaneità, di ricondurne ad unità le “membra sparse”, dando così significato al divenire non di rado casuale, erratico, dei fatti e delle sensazioni che ci accadono, ci coinvolgono. Ecco allora la scelta e la messa a punto attenta del “veicolo” con il quale comunicare un’esperienza che è e rimane individuale ma aspira alla dignità della proposta, chiede di essere riconosciuta per la serietà degli sforzi profusi e il rigore metodologico della ricerca. Dal cuore, inesauribile sebbene sondato senza posa nel corso dei millenni, della cultura, anzi delle “culture” mediterranee, dal grembo in perenne agitazione della nostra terra, della Calabria, vero crocevia di miti, tradizioni, e modelli rifusi sulla sincronia e diacronia della storia, i Koralira traggono ispirazione per una scrittura musicale in cui le sequenze armoniche tradizionali vengono aperte e decostruite, per essere poi ricomposte secondo un profilo nuovo, che parla all’oggi, al presente, grazie ad una sintassi innovativa e ad un taglio prima mai sperimentati. Il risultato è un’originale “contaminazione” fondata sui motivi sincopati e i sintagmi spezzati di un linguaggio moderno, per nulla intimidito dai rumori di fondo della nostra epoca. Al potere incantatorio del “racconto” dei nostri antenati, vero ponte fra presente e passato, strumento di una società statica e conservativa di assetti e poteri, si sostituisce il magma creato mediante una tecnica combinatoria di elementi diversi e talora contrastanti, tenuti insieme dalla fluidità del discorso, che hanno radici solidamente piantate nella tradizione ma rifioriscono e generano nell’atmosfera della modernità. E’ la ragione per cui, alla proposta dei Koralira non si può reagire con fastidio, quasi ci si debba districare dall’ennesimo rischio di “passatismo” tipico ancora di quanti si attardano sulla strada di una modernità vissuta con disagio e ai margini. I componenti del gruppo, pur nella varietà e diversità del profilo formativo di ciascuno, operano all’interno di una matrice comune, e su diversi fronti perseguono lo scavo e il recupero di blocchi culturali pregressi. La metodica di lavoro, affinata dalle esperienze comuni, si avvale di una nozione moderna di etnia, quella che rifiuta una tendenziale, e perciò ideologica, reificazione del concetto, a favore di una più spiccata attenzione verso i processi di etero ed auto identificazione condotti sulla base di elementi culturali ritenuti significativi. E’ ovvio che ciò implica il non chiudersi nel fortino, perennemente assediato, delle proprie certezze sedimentate, e la piena disponibilità ad aprirsi, a guardare e leggere la realtà anche con gli occhi dell’altro, del diverso, in una inequivocabile prospettiva di natura multiculturale. In quest’ottica si spiegano le particolari cure rivolte alle tradizioni popolari della sponda nordafricana e del vicino oriente mediterraneo, che nel plurisecolare intreccio di motivi spesso paralleli a quelli del nostro meridione hanno originato sintesi ricchissime e da noi quasi completamente sconosciute. Di queste culture si compulsano forme e stili di vita, elementi della civiltà materiale (come gli strumenti musicali), canoni letterari e di armonia, in uno sforzo di comparazione con le omologhe strutture tipiche del Sud d’Italia. L’analisi degli esiti è ragione fondante del processo creativo in cui si riflettono le diverse sensibilità dei singoli, pur nella unitarietà dell’impegno e nella specifica perizia tecnica di ciascuno. Il lavoro più ampio è quello effettuato finora sulle tradizioni calabresi, con un focus puntato in prevalenza sull’area reggina, ivi comprese le interessanti incursioni nell’ambito di culture minoritarie, come quella dell’area grecanica, Assai persistente, poi, lo studio e la ricostruzione dei sintagmi essenziali del ritmo di tarantella, in ragione della sua uniforme diffusione e stratificazione, e per il complesso intreccio di forme e atteggiamenti fisico-posturali, percettivi e sociali, che esso sottende. La via è aperta. Siamo tuttavia solo all’inizio. L’arco dei possibili percorsi d’indagine è oltremodo ampio. Si impongono giocoforza scelte e tagli che a prima vista possono sembrare limitanti. Quanto già realizzato costituisce un ragguardevole viatico e una garanzia di serietà e incisività per il futuro.
Info Calabria
Il vocabolario dialettale della Sila Greca di Ludovico Aurea ARENTO BRETTIA BOCCH. ROMANA CANZONI FOLK E CHITARRA BATTENTE di Alfonso Bastanzio L'ultima Brigantessa Un Bocchiglierese nel giro della grande editoria nazionale. di Rocco Giuseppe Greco PROFUMO DI NEPETA ambientato in Calabria all'inizio del 900. di Aurora Pagano