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Calopezzati
Superficie territoriale:2.231 Ha Abitanti:1.322 Municipio
:Via G. Capristo, tel. 0983-47245
Farmacie:Dr.ssa Marilena Romio, Via XX Settembre, 13 - tel. 0983-47288 Banche:Cassa Credito Cooperativo ”Carlo De Cortona”, contrada S.Giacomo tel. 0983-44162. Alberghi
e ristoranti :Hotel “Maria Grazia”, tel. 0983-44033; Camping “Boccuti”,
tel. 0983-44347
SITO UFFICIALE |
Caloveto
Superficie territoriale: 2.483 Ha Abitanti: 1.554 Municipio : Piazza dei Caduti, tel. 0983-63005 / 63183; gabinetto del sindaco fax 0983-63900 Comando VV.UU. : c/o Sede Municipale Ufficio postale: tel. 0983-63076 Farmacie: Dr.ssa De Capua, Piazza dei Caduti, tel. 0983-63009 Guardia Medica Notturna e Festiva: Ambulatorio
tel. 0983-530362.
In realta' il paese deve la sua origine ed il suo nome al monastero di S. Giovanni di Calabita ( = Buona Vita) fondato in territorio di Caloveto da una colonia di monaci orientali sfuggiti alle persecuzioni iconoclaste. Il suddetto monastero, originariamente di rito greco e poi (1237) latinizzato dai Benedettini, ospito nell'anno 1003 S. Bartolomeo da Rossano (981-1055) ancora dodicenne, che vi resto per tutto il tempo in cui non si perfeziono' nello studio dei sacri testi e nella disciplina della vita monastica. Attorno al cenobio medievale di S. Giovanni di Calabita, dunque, si addenso' una piccola comunita' agricola che diede origine a Caloveto. Infeudato inizialmente ai Sangineto, passo successivamente ai Santangelo, ai Ruffo di Montalto, ai Guindazzo (1471), ai Cavaniglia (1480), ai d'Aragona duchi di Montalto (1507-1593), ai Mandatoriccio (1593-1696) ed infine ai Sambiase, Principi di Campana (1696-1806). In base all'ordinamento amministrativo disposto da Generale Championnet (1799) fu compreso nel Cantone di Ciro'. Nel 1807 fu classificato come «luogo» e inserito nel «Governo», di Cariati. Con la legge 4/5/1811 fu dichiarato Comune e incluso nel Circondario di Cropalati. Retrocesso a frazione di Cropalati nel 1928, fu ricostituito come comune autonomo nel 1934. |
Campana
Superficie territoriale: 10.279 Ha Abitanti: 2.797 Municipio : Piazza del Parlamento, tel.
0983-93022 / 93191
Ospedale: ASL n.3. Poliambulatorio, Via Insorti d'Ungheria, tel. 0983-968218 Guardia medica e poliambulatorio: presso l'Ospedale Farmacie: Via Insorti d'Ungheria, tel. 0983-93000. Banche: Carime, tel. 0983-93324 Alberghi e ristoranti: Locanda “Vittoria”,
tel 0983-93383; Ristorante Pizzeria di Azzinnaro - Via Fani, 8 tel. 0983-93674;
Ristorante Pizzeria S.Antonio di Chiarelli - Via Insorti d'Ungheria n.
41, tel. 0983-93166; Rosticceria Chiarelli Piazza S.Croce tel. 0983-93166;
Ristorante Pasticceria Gelateria di Cava - Via Sila, 102 tel. 0983-937008
Molti e di epoca diversa sono stati i ritrovamenti di materiale archeologico che vanno dai pochi oggetti dell'eta' del bronzo provenienti da Ronza vecchia, ai vasi e cocci con residui di scene pittoriche o a fondo nero rinvenuti nella zona di Caprella, Cozzo del Leone, Cozzo del morto. Ad epoca bruzia risale una tomba a lastroni recentemente venuta alla luce in c.da S. Marina, mentre di epoca romana e' quella scoperta in c.da Pignataro, il cui corredo e' ora esposto al Museo di Crotone. Una ricca collezione di ben 78 monete greche e romane di cui 16 non identificabili per il cattivo stato di conservazione, e' stata rinvenuta nel 1934 in c.da Torracca ed e' in parte (17 pezzi) fruibile nel Museo di Reggio Calabria. Segni di civilta' rupestre con grotte intercomunicanti scavate nella roccia si notano inoltre in c.da Onrnarito. Il nuovo toponimo «terra Campanae» si trova citato la prima volta nei Registri Angioini al tempo della sua infeudazione. Primo intestatario sembra essere stato il francese Biviano di Clarence, cui successe Guglielmo Enardi di Bayrano. Nel 1271-72, alla morte di quest'ultimo, la Curia lo concesse a Guglielmo Brunello, vice maresciallo del Regno di Napoli. Dopo un breve periodo durante il quale il feudo fu di Muzio Matera, dal 1417 Campana lega la sua storia feudale alla contea di Cariati. Si susseguono come intestatari Polissena Ruffo, la sorella Covella, Marino Marzano. Tornata per poco al regio demanio, dal 1479 restò infeudata a Geronimo Riario (1479-82), Geronimo Sanseverino (1482-85). Nell'anno 1505 il feudo venne concesso a Giovambattista Spinelli «in remunerazione di sua fedeltà et servitù» alla casa aragonese. Gli Spinelli, a parte una parentesi nel 1534, tennero Campana fino al 1678, anno in cui Carlo Spinelli, fortemente indebitato, la cedette insieme a Bocchigliero al barone Alessandro Labonia di Rossano per 43.000 ducati. Nel 1694 il feudo venne acquistato da Bartolo Sambiase, la cui famiglia lo mantenne col titolo di principe fino alle leggi eversive del 1806. Durante il decennio francese (1806-15) divenne capoluogo di circondario nel distretto di Rossano ed ebbe la Pretura col carcere mandamentale. Fu anche sede notarile fino a poco tempo addietro. Dopo i terremoti del 1825 e 1836 si innescò il processo di sviluppo che diede al paese l’attuale configurazione urbanistica con la nascita dei nuovi popolosi rioni del Convento e di S. Croce e con la recente proiezione verso la Sila (zone Argutolo e S. Leonardo). GIGANTI DI PIETRA A CAMPANA |
Cariati
Superficie territoriale: 2.795 Ha Abitanti: 8.713 Municipio : Piazza Fabio Friozzi, tel. 0983-91525 Comando VV.UU. : Via Vignola, tel. 0983-96079
Ospedale civile: Via G.Natale tel. 0983-9411 Telefono amico: Informazioni, istanze e reclami- servizio socio psico pedagogico, 0983-968128 Banche: Carime, Via S. Giovanni, 5 tel. 0983-91066; Credito Cooperativo della Media Magna Grecia, Via d'Acquisto tel. 0983-968546 / 968722 Ufficio Promozione Turistica: tel. 0983-968128-96133 Agenzia Viaggi e Turismo: SIMET, Via Alcide De Gasperi, tel. 0983-968658-968697 Alberghi: “Berlin” Via Magenta, 15 tel. 0983-91686; “ Madonnina” Via Magenta tel. 0983-96687; “Nettuno” Via Lungomare tel. 0983-91459; “Il Pettirosso” Via Sardegna tel. 0983-968171. Agriturismo: Az. “Beneficio-Palumbo-S. Leo” di F. Caruso, tel. 0983-91992. Camping - Villaggi Turistici – Residence:
Villaggio Camping “Vascellero”, loc. Vascellero tel. 0983- 91127 - 96143;
Residenza Turistica Alberghiera “Gardenia” tel. 0983- 96431; Residence
Casa Vacanza “Black Out” tel. 0983- 91694; Residence Turistico Alberghiero
“Calipso” tel. 0983- 968240
Ai Bizantini viene attribuita la prima edificazione della cinta muraria cittadina, che fu consolidata e rimaneggiata nei secoli XV e XVI. Divenuta contea in epoca normanna (sec. Xl) e successivamente principato (1565), Cariati fu soggetta a varie signorie. Vi si alternarono i Ruffo, i Riario, i Sanseverino, i Coppola, i Borgia e, in ultimo (1505) gli Spinelli, Principi di Cariati dal 1565, che la tennero fino all'eversione della feudalita' (1806). Nel 1437, mentre si trovava sotto la signoria dei Ruffo, Cariati fu elevata a sede vescovile e tale titolo conserva ancora oggi. Fra i suo vescovi piu' importanti si ricordano Francesco Gonzaga (1633-1657), che promosse la costruzione del Palazzo Vescovile e del Seminario, e Nicola Golia (1839-1873) che nel 1857 riconsacro la Cattedrale di origine quattrocentesca, da lui fatta completamente ricostruire in stile neoclassico. Nella prima meta' del '500 Cariati subi' ripetuti attacchi e devastazioni da parte dei pirati turchi che infestavano allora il Mar Mediterraneo. Nel 1544 il corsaro Kaireddin Barbarossa la distrusse quasi completamente e ne fece prigioniera gran parte della popolazione, compreso il vescovo Giovanni Carnuto. Nel Seicento la citta' si riprese dalle devastazioni turchesche e vide rinnovarsi quasi tutto il suo tessuto urbano: a questo periodo risalgono il Palazzo Vescovile, il Seminario, le chiesette dell'Annunziata, della SS. Trinita', di Sant'Antonio, di S. Maria delle Grazie, nonche' molte abitazioni del centro storico e alcuni palazzi gentilizi rimaneggiati poi in epoche successive. Tra il 1806 e il 1815, nel cosiddetto «decennio francese», Cariati conobbe le conseguenze negative del brigantaggio, essendo stata scelta come quartiere generale delle sue imprese banditesche da Re Coremme, uno dei peggiori briganti dell'epoca. La cittadella fu assediata due volte dai Francesi, decisi a scovare ed annientare la banda del brigante filoborbonico. Nei primi decenni dell'Unita', Cariati conobbe le difficili condizioni di tutti i comuni del Mezzogiorno d'ltalia all'indomani dell'unificazione nazionale. Nel 1876, con il completamento della costruzione del tronco ferroviario Taranto- Reggio Calabria, si spezzo' finalmente il suo secolare isolamento e la comunita' locale si avvantaggio' di facili collegamenti con Napoli, Roma ed il resto dell'ltalia. In questi ultimi anni Cariati e' andata sempre piu' caratterizzandosi e attrezzandosi come centro turistico-balneare di un certo livello. Attualmente dispone di una non comune infrastruttura turistica: un porto con caratteristiche adeguate al turismo nautico e all'approdo di battelli da diporto, utilizzato anche come rifugio per le barche dei numerosi pescatori locali. |
Cropalati
Superficie territoriale: 3.290 Ha Abitanti: 1.392 Municipio : Viale Roma, tel. 0983-61064; Filo diretto al servizio del cittadino: tel. 800512538; ufficio del sindaco, tel. 0983-61261. Comando VV.UU. : tel. 0983-61003 Carabinieri : Via S. Biagio, tel. 0983-61003 Ufficio postale: tel. 0983-61004 Stazione Autobus extraurbani: Piazza S. Antonio Abate – Piazza Bologna Guardia Medica - Consultorio Familiare: tel. 0983-530364 Farmacie: Dr. R.Allevato - Via Roma 29, tel. 0983-61244 Alberghi e ristoranti: Trattorie locali:
"Acropolis" - "Il Granaio
II nome del paese e' di evidente derivazione bizantina, riferendosi etimologicamente ad un «Kouropalates», o in segno di onore verso l'imperatore di questo nome (Michele Curopalatis), o molto piu probabilmente perche' la terra venne data in feudo ad un funzionario di questo nome, che rivestiva a Rossano un importante ufficio. L'agglomerazione urbana di Cropalati sorse intorno a un castello feudale agli inizi del XIV secolo. Di questo castello avanzano tuttora dei ruderi nella parte alta del paese. Gia' pertinenza dello Stato di Rossano, Cropalati appartenne ai d'Aragona Montalto (1507-1600), ai Badolato (1600-1617) che vi ebbero incardinato il titolo di Marchese. Ritornato nel 1617 nuovamente nello Stato di Rossano, vi rimase fino al 1806. In base all'ordinamento amministrativo disposto dal Generale Championnet nel 1799, fu incluso nel Cantone di Ciro. Nel 1807 divenne un «luogo» del «Governo di Cariati». ll 4/5/1811 veniva elevato a capoluogo di Circondario, comprendente anche i comuni di Paludi, Calopezzati, Crosia e Caloveto. Da ricordare che Cropalati diede i natali al Beato Bernardino Otranto, che fu confessore di S. Francesco di Paola. |
Crosia-Mirto
Superficie territoriale: Ha 2.141 Abitanti: 8.001. Municipio: Via Isonzo, Tel. 41001. Comando VV. UU.: Sede municipale. Carabinieri: Caserma Mirto, Tel. 42122. Ospedale: Cariati o Rossano. Ambulatorio medico: Via Nazionale Mirto, Tel. 42552. Farmacie: Dr. Parisi, Piazza Dante 107, Mirto, Tel. 42269; Dr Minisci via Castello Crosia, Tel. 42608. Banche: Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania «Agenzia», via Nazionale, Tel. 42097. Scuole: Elementari, Medie, Istituto Professionale di Stato per il Commercio. Alberghi e ristoranti: «da Filippo», via nazionale, Mirto, Tel. 42024; ROMANO, via Risorgimento, Mirto, Tel. 42013. Lidi: Cento Fontane. Fiere: Mercato ultimo sabato di ogni mese. Feste religiose: S. Michele Arcangelo 8 maggio (Crosia). Sacro Cuore di Gesu' fine luglio (Mirto). Santo protettore: S. Michele Arcangelo. Valori storico ambientali: Castello Feudale di Mirto, Torre di S. Tecla. Prodotti tipici alimentari: Pesce salato, salciccie e soppressate. Annessa al territorio di Crotone, divenne centro di frontiera, assumendo grande importanza strategica per il porto ubicato nell’Hilyas, accogliendo probabilmente i superstiti Sibariti dopo la disfatta subita dai Crotoniati. Distrutta dallo spaventoso terremoto del 379 d.C., fu riedificata sulla parte alta della collina. Il Trionto, che lambisce la collina, fu teatro di due battaglie memorabili quanto cruente: nel 510 a.C. tra Sibariti e Crotoniati, in località Strange, e tra Goti e Bizantini, in località Caliò. Poco chiara e frammentaria è la successione feudale. Di certo nel sec. XIV risulta intestata ai Ruffo, ultimo dei quali fu Niccolò, ciambellano di corte di re Ladislao, morto senza figli. Il feudo, che per diritto di successione spettava al marchese di Crotone come parente più prossimo, a causa della resistenza di questi alla corte di Napoli, nel 1417 venne aggregato dalla regina Giovanna al principato di Rossano e concesso alla principessa Polissena Riffo. A lei seguirono la sorella Covella ed il figlio di questa Marino Marzano. In seguito alla congiura dei Baroni, di cui il Marzano fu «magna pars» contro la corona, il principato, e quindi anche Crosia, passarono al demanio regio. Nello scorcio del sec. XV, probabilmente, per breve tempo (1471-72) il feudo fu assegnato a Tommaso Guindazzo, signore anche di Pietrapaola e Cropalati. Nel 1503 Crosia venne acquistato insieme a Caloveto e Cropalati da Ferdinando D’Aragona, la cui famiglia lo mantenne fino al 1593. In tale anno Maria d’Aragona lo cedette per 20.650 ducati a Giovan Michele Mandatoriccio di Rossano. Il figlio di questi, Teodoro, ottenne nel 1625 da Filippo IV di Napoli il titolo di duca di Crosia, che aveva giurisdizione solo «intra parietes et in homines» del paese, mentre il territorio, essendo «in tenimentum» di Rossano, era sotto la giurisdizione feudale di quel principe. Nel 1596 Michele Mandatoriccio acquistò da Laudomia Grisara anche il fondo Mirto, che insieme alla Mastrodattia di Caloveto fruttava 800 ducati all’anno. Due anni dopo ingrandì il feudo con l’acquisto da Vespasiano Spinelli della baronia di Calopezzati per 25.500 ducati. Al duca Michele sembra dovuto il cambio di titolo dell’arcipretura, da lui dedicata a S. Michele Arcangelo, mentre, certamente fino al 1596, lo era a S. Angelo. Morto Francesco Mandatoriccio senza figli (1676), il feudo passò alla sorella Vittoria e per essa al marito Giuseppe Sambiase, dopo una lunga vertenza giudiziaria con i Toscano di Rossano, parenti del Mandatoriccio, che si concluse con una transazione per cui il Sambiase ottenne il riconoscimento del diritto di successione previo pagamento ai Toscano di 16.000 ducati, sostituiti con la cessione del fondo Arso in territorio Mandatoriccio. SITO DEL COMUNE |
Longobucco
Superficie territoriale: 23.000 Ha Abitanti: 4.123 Municipio : Via G. Mazzini, tel. 0983/72506
- 72505 – fax 0983/71071
Farmacie: Dr. Domenico Ioele, Corso Colombo, tel. 0983/71027; Dr. Giuseppe La Rocca, Corso Piazzetta, tel.0983/71019 Banche: CARIME, Corso Colombo 107, tel. 0983/71001 – 72305 Ufficio informazioni turistiche: Piazza G. Matteotti, tel. 0983-71076, a cura dell'A.C. e di Silatrekking. Alberghi e ristoranti : Hotel Camping “Cecita”,
sul lago omonimo, Loc. S.Giovanni Paliatico, tel. 0983/579074; Hotel "Stella",
con pizzeria, Loc. S.Brigida SS.177, tel. 0983/72083; "Al Tempio Libante",
pub-pizzeria, Corso Colombo, tel. 0983/72082; pizzeria “Salerno”, Corso
Colombo, tel. 0983-71130.
Tommaso Bartoli, cronista locale dell'Ottocento, rifacendosi alla tesi di alcuni storici calabresi dei secoli XVI e XVII, identifica Longobucco con l'antica citta' preellenica di Temesa, ma l'identificazione non risulta confermata da prove convincenti. Nel territorio di Longobucco sono presenti giacimenti d'argento il cui sfruttamento risulta documentato almeno dal Xll e fin quasi alla fine del XVIII secolo. Tali giacimenti erano noti gia' nell'antichita' e furono, con ogni probabilita', sfruttati dai Sibariti per la coniazione delle loro monete. Le origini storiche del Comune di Longobucco risalgono al Medioevo. Nelle carte del Duecento e del Trecento il paese risulta citato come «Terre Longobucti», e «Longobucto». Appartenne allo Stato di Rossano e fu feudo dei Marzano (dal 1445 al 1464), degli Sforza (dal 1487 al 1499), dei d'Aragona (dal 1499 al 1524), ancora degli Sforza (dal 1524 al 1559), degli Aldobrandini e, infine, dei Borghese, dal 1681 al 1806. A Longobucco prospera da secoli l'artigianato tessile. Vi si producono specialmente coperte e tappeti lavorati a mano su disegni tradizionali e di fantasia. |
Mandatoriccio
Superficie territoriale: 3.677 Ha Abitanti: 3.173 Municipio : Piazza del Popolo, tel. 0983-994220 - 994626. Sindaco tel. 0983-994047. Uff. Relaz. con il pubblico tel. 0983-994615 Comando VV.UU. : c/o Municipio
Ambulatorio medico e Guardia: Via Nazionale, tel. 0983-994597 Farmacie: Dr. Abbate, Via Umberto I, tel. 0983-994515 Ufficio postale: tel. 0983-994001 Banche: Banca Popolare di Crotone, Via Nazionale tel. 0983-994177 Agriturismo: Az. “Torre Jaccata” di C. Vennari, tel. 0983-91030; Az. “Abaticello” di N. Nucaro Alberghi e ristoranti: Albergo nel Centro Storico;
Hotel “Paradise” SS. 106, tel. 0983-90432; Albergo “Boccuti”, SS 106, tel.
0983-90212; Belvedere, viale Belvedere; La Perla Jonica, via A.Moro; La
Pineta, Mandatoriccio Mare; Le Ginestre di Flotta Nicola, Vill. Eucaliptus;
Luna Rossa, Vill.O.v.s.
Discordanti sono le tesi degli studiosi riguardo alle origini: gli storici N. Leoni e C. Zupi fanno risalire la sua fondazione intorno al 1535, epoca nella quale un certo Francesco Mandatoriccio, fiorentino, immigrato per cause politiche, rifugiatosi prima a Cariati e poi a Pietrapaola, fondò il primo nucleo di Mandatoriccio. Secondo le tesi sviluppate dal Valente, Mandatoriccio sarebbe nato intorno ai primi del Seicento per volontà di Teodoro Mandatoriccio, signore di Crosia; il centro così sorto venne dotato di un castello fortificato ad opera dello stesso fondatore. Lo storico in questione sostiene ancora che alla estinzione della famiglia Mandatoriccio (1676), il paese passò, per successione femminile, ai cosentini Sambiase, ai quali appartenne fino al 1806, anno della “eversione della feudalità”. Sempre secondo le tesi formulate dal Valente l’ordinamento amministrativo disposto dai francesi per legge il gennaio 1809, considerava Mandatoriccio «Luogo», ossia «Università» nel cosiddetto Governo di Cariati. Il successivo riordino operato per decreto 4 maggio 1811, istitutivo di Comune e Circondari, mantenendo Mandatoriccio nella giurisdizione di Cariati, gli attribuiva Pietrapaola come frazione. Nella sistemazione data dal Borbone per legge 1 maggio 1816 Mandatoriccio perdeva Pietrapaola, elevata a Comune autonomo. Dal 1929 al 1934 Pietrapaola tornava ad essere frazione di Mandatoriccio. Una «Bolla Ecclesiae» emanata dall’Arcivescovo di Rossano ci dice che Mandatoriccio venne dichiarata parrocchia nel 1708 e Felice Nicola di Sambiase, principe di Campana e barone di Casale, dotò la nascente parrocchia di un piccolo appezzamento di terreno detto «Milo» e di un mulino detto «Torno» e di decine di derrate da dare al parroco annualmente (le località menzionate esistono ancora oggi con le stesse denominazioni). In base alle notizie esposte possiamo dire che quasi tutti gli storici menzionati sono più o meno concordi nel far risalire le origini di Mandatoriccio intorno alla metà del 1500 e gli inizi del 1600, discordanti invece, come abbiamo visto, sono le tesi riguardo alle vicende politico sociali che ruotano intorno a Mandatoriccio. Un dato certo è che il paese anticamente dipendeva dal Principato di Pietrapaola dal quale prendeva lo stesso nome «Pietro-Paolo» come dimostra una carta del 1714 rinvenuta presso la biblioteca Nazionale di Napoli. Si è però propensi a ritenere che in quell’epoca esistesse di già il castello. Lo storico Valente parla del maniero del Marchese Guidosso, Signore di Pietrapaola, la cui fondazione viene fatta risalire intorno al 1400. SITO
DEL COMUNE
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Paludi
Superficie territoriale: 4.195 Ha Abitanti: 1.963 Municipio:
Comando VV.UU.:
Ambulatorio medico:
Guardia medica notturna e festiva:
Farmacie:
Ufficio postale:
Agriturismo:
Il legame fra Paludi e quel grande fenomeno
storico che fu il monachesimo greco-bizantino e confermato dal ritrovamento-
nei pressi dell'abitato - di bellissime laure scavate nella roccia.
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Pietrapaola
Superficie territoriale: 5.218 Ha Abitanti: 1.281 Municipio :
Comando VV.UU. :
Guardia medica e Ambulatorio medico:
Farmacie:
Ufficio postale:
Servizi per il turismo :
L'altopiano delle Muraglie
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Rossano
Superficie territoriale: 14.943 Ha Abitanti: 34.716 Municipio : Piazza SS.Anargiri, Centralino : tel. 0983-5291; Segreteria del Sindaco tel. 0983-520241/529401 Fax 0983-522164; Segreteria Generale tel. 0983-521505 Fax 0983-522161; Delegazione Municipale Scalo tel. 0983-529278; Ufficio relazioni con il pubblico tel. 0983-529211. Comando VV.UU. : c/o Municipio tel. 0983- 520636 / 529267 Carabinieri : Pronto intervento tel. 112 - Viale S. Angelo tel. 0983-530730 / 530731 / 530732 Polizia: Pronto intervento 113 - Via G. di Vittorio tel. 0983-511188 / 511275; distaccamento polizia Stradale, c/da Frasso, Scalo, tel. 0983-511122 Guardia di Finanza: Comando Contrada Donnanna, tel. 0983-511497 Corpo forestale : Via S.Stefano, tel. 0983-521033. Vigili del fuoco: Pronto intervento tel. 115 - Distaccamento V.L. S. Antonio tel. 0983-520555 Ospedale Civile Giannattasio: tel. 0983-5171 Farmacie: Barone G., Piazza Cavour tel. 0983-520725; Ferrari, Via Nazionale tel. 0983-512347; Pappalardo, tel. 0983-514657; Rizzo Corallo, tel. 0983-.520432; Guardia Medica Notturna e Festiva: tel. 0983-522440 Banche: IntesaBCI tel. 0983-513480; Banca Mercantile Italiana tel. 0983-514638; Banco di Napoli tel. 0983-512187; Carime, Filiale Centro, tel. 0983-520212; Carime, Ag. Scalo, tel. 0983-512298; Banca Popolare di Crotone tel. 0983-510719; Banca dei due Mari, tel. 0983-290876; Credito Italiano, tel. 0983-290544. Alberghi: Hotel “President” Contrada Frasso SS.106, tel. 0983-511375 / 511376; Hotel” Murano” Viale Mediterraneo, tel. 0983-511788-511789 Fax 0983- 530088; Lido “Europa Palace” Hotel, SS.106 bis, tel. 0983-512096; Hotel”Scagliano” Via Margherita, tel. 0983-511846; Euro Villaggio “Nausicaa” tel. 0983-569279; Affitta camere Brogneri tel. 0983- 521417; Pensionato Suore Clarisse tel. 0983-520151 Agriturismo: Agr.tur. “Calabria”, Via C. Battisti, Scalo, tel. 0983-530146; N°13 aziende “Cozzo Simari” di Elsa Lucia Morello, C.da Crocicchia, tel. 0983-520896 / 335-388065; “Fellino” di Vincenzo Di Salvo, C.da Fellino, tel. 0983-514859; “Il Giardino di Iti” di Francesca Cherubini, C.da Iti, tel. 0983-64508; “Amendoleto” di Luigi Rizzuti, tel. 0983-565015; “Pantano Martucci” di Jacobella Martucci, tel. 0983-520247; “Joele” di Franco Joele Pace, C.da Trapesini, tel. 0983-64392; “Valanello-Bucita” di Mauro Rizzo, tel. 0983-64092; “Casello Mascaro” di Vincenzo Mascaro, C.da Casello, tel. 0983-569130; “Bucita” di Donatello Cinicò, tel. 0983-64009; “Oliva Grossa-Amarelli” di Fausta Morello, tel. 0983-91244; “Toscano” di P.Pittore, tel. 0983-511374; “Pantano” di Carmela Tedesco, tel. 0983-569026; “Attadia” di Giuseppe Attadia, C.da Ciminata, tel. 0983-511498. Campings: ”Club Marina di Rossano” tel. 0983-512069; “Camping Torino” tel. 0983-510080; “Capo Trionto” tel. 0983-569051; “Camping Pitagora” tel. 0983-64393 Ristoranti Centro Storico e in Montagna: “Antiche Mura”Ristorante e Pizzeria, Via Prigioni, 40 tel. 0983-520042; “Il Casilino” C.da Ciminiti tel. 0983-511376; ”La Bizantina” Ristorante e Pizzeria, tel. 0983-520759;”La Villa” Ristorante e Pizzeria, Via S. Bartolomeo tel. 0983-522214;”Le Arcate” Piazza Duomo; ”Brogneri” Via Acqua di Vale, tel. 0983-521295 Ristoranti allo Scalo e al Mare: “Apocalisse”
Via C.da Donnanna, tel. 0983-510368; ”Bella Napoli” Ristorante e Pizzeria,
Via Corfù 5, tel. 0983-510153; ”Black and White” Pub, Viale S. Angelo,
tel. 0983-530658; ”Convivio” Ristorante, Pizzeria e Piano Bar, C.da Frasso,
Amarelli tel. 0983-510513; ”Forever” Via Acqua di Vale, tel. 0983-512135;
”Il Casello” Viale S.Angelo; ”Il Cigno” C.da Frasso, tel. 0983-511428;
”Il Drago” Ristorante e Pizzeria, Via Ippocrate 24, tel. 0983-512189; ”Il
Rifugio degli Artisti” Viale Margherita, tel. 0983-530745; ”Il Rifugio”
Piana dei Venti; ”Il Graticcio” Piazza Dante, tel. 0983-510605; ”Il Rusticone”
Viale De Rosis, tel. 0983-530593 / 512243; ”I Tre Moschettieri” C.da Santa
Caterina, tel. 0983-515838; ”La Bussola” S.S. 106, tel. 0983-511428; ”Lanterna
Rossa” Ristorante e Pizzeria, C.da Tornice, tel. 0983-515777; ”La Macina”
Ristorante e Pizzeria, Via Di Vittorio, tel. 0983-530337; ”La Romantica”
Viale Mediterraneo 12, tel. 0983-516346; ”Murano” Ristorante e Pizzeria,
loc. S. Angelo 239, tel. 0983-530658; ”Paladino” C.da Piragineti 11, tel.
0983-565186; ”Pizza e Sfizi” Via Nazionale, tel. 0983-515598;”Red Tavern”
Pub, Birreria e Pizzeria, Viale Margherita, tel. 0983-516195; ”Relax” Ristorante,
Pizzeria e Pub, Via Carducci, tel. 0983-530162; ”Stella dello Jonio” C.da
Momena, tel. 0983-516983; ”Platanus Pub” Viale Sant'Angelo, tel. 0983-515613;
”Nautica” Ristorante, Sala Ricevimenti, c/o Acquapark, loc. Zolfara, tel.
e Fax 0983-569323 / 22 / 67
L’itinerario Antonino del Il secolo d.C. indica “Roscianum” come una delle stazioni della strada Traianea che collegava Taranto a Reggio e così pure la cosiddetta Tavola Peutingeriana di poco posteriore. Procopio di Cesarea, nel suo resoconto sulla guerra gotica, cita “Ruskìa” quale porto di Turia e lì da presso un castello fortificato omonimo. Alcuni recenti rinvenimenti nel pianoro pedecollinare hanno attestato la presenza dì edifici a funzione polivalente, abitativa ed agricola, così come l’investigazione delle strutture murarie dell’antico convento dei Cappuccini ha consentito di accertare la costruzione di alcune pareti secondo tecniche riconducibili ad un impianto romano. Entrambi i casi costituiscono il riscontro oggettivo delle origini della città nata da un iniziale baluardo fortificato posto sul promontorio roccioso, immediatamente prospiciente il mare, ed eretto a difesa degli impianti residenziali e produttivi del sottostante pianoro; poi, il progressivo abbandono della pianura, sotto la spinta di una sempre più incombente minaccia saracena e deI conseguente inselvatichimento dei terreni agricoli, determinò il formarsi dell’agglomerato urbano, entro cui si raccolsero contadini e signori a difesa dei propri beni e della propria vita. Inespugnata dai Visigoti di Alarico nel 412 e dai Longobardi nel 573, passa, già durante il corso della guerra greco-gotica (535-553), sotto la dominazione dell'Impero di Bisanzio, di cui diventa in Italia uno dei centri più attivi e sicuri, dal VI all'XI secolo. Rossano consolida allora il suo ruolo strategico militare di città-fortezza, diventa l'avamposto più settentrionale del Bruzio, invalicabile dall'espansionismo dei Longobardi di Benevento; è l'unica città del Sud Italia a resistere alle incessanti e rovinose incursioni dei Saraceni della Sicilia. Un centro militare, dunque, sicuro e di primo ordine, oltre che un centro politico-amministrativo tra i più importanti del dominio bizantino, che ospita i più alti dignitari della corte di Bisanzio, ma anche dell'impero Italo-Tedesco, probabilmente Ottone I di Sassonia (969) e certamente Ottone II e il figlioletto, il futuro Imperatore Ottone III (982). Per la sua sicurezza ed affidabilità, Rossano, nel 951/952, accoglie tra le sue mura lo Stratego (cioè il capo militare e civile) dei due Themi di Calabria e Longobardia, allorché Reggio Calabria cade in mano agli Arabi, e diventa così la capitale dei possedimenti bizantini in Italia. È il momento della massima fortuna, potenza, importanza e notorietà per Rossano, che le valgono perciò i titoli onorifici di Ravenna del Sud, “la perla bizantina della Calabria”. La Rossano bizantina copre un ruolo, inoltre, di primissimo piano nella storia religiosa e culturale, che va oltre i limiti spaziali del Mezzogiorno d'Italia e temporali dell'Età bizantina: la città, infatti, per l'intensità delle attività del Movimento Monastico Calabro-Greco, è stata una dei più interessanti e qualificati punti di riferimento della spiritualità, della cultura e della Civiltà Greco-Cristiana dell'intera epoca medioevale. Rossano è, comunque, sicuramente sede di Diocesi nell'820, quando è Vescovo Cosma. A determinare o favorire il trasferimento della Sede Vescovile a Rossano intervengono pressioni molteplici di diversa natura, ma, in maniera decisiva, certamente ha influito l'ampiezza del proselitismo monastico, che, fin dalla metà circa del secolo VII, fa di Rossano un Aghion Oros, cioè una Montagna Sacra, una vera e propria Tebaide, un Monte Athos rossanese, una delle principali zone ascetiche del tempo. Infatti, nell'Oriente Bizantino, tra la fine del 500 e l'inizio del 600, le invasioni dei Persiani Sassanidi e poi quelle degli Arabi Musulmani determinano un'emigrazione massiccia e continua verso le regioni meridionali d'Italia: di quel forte esodo, una vera diaspora, i monaci greci costituiscono la parte più consistente. Agli inizi del secolo VIII, Rossano dà il suo secondo Papa alla Chiesa, Benedetto Sanidega, Pontefice, dal 705 al 707 col nome di Giovanni VII; il primo fu probabilmente San Zasimo (417-418). Al secolo VIII, al tempo delle persecuzioni iconoclastiche, risale probabilmente l'affresco parietale dell'Achiropita (Madonna non dipinta da mano umana), uno dei capolavori dell'arte sacra bizantina, appartenente ad un Oratorio ubicato presso la grotta di un eremita (forse Efrem), che verrà successivamente ampliato e diverrà, a metà del Mille, la nuova Cattedrale della Città, dedicata appunto all'Achiropita, alla quale i Rossanesi saranno tanto devoti fino ai giorni nostri. Il secolo X, che per l'Europa è uno dei secoli di ferro tra i più tormentati e drammatici della sua lunga storia, viceversa è il secolo d'oro per Rossano. Per un verso, essa diventa l'epicentro politico-amministrativo del dominio bizantino: Rossano allora è il centro urbano più grande ed importante della Calabria, con un porto di prim'ordine, tale anche dopo, sotto i Normanni, sede dello Stratego (il Governatore Bizantino), di Vescovado, di uffici amministrativi, di officine artigianali, di botteghe d'arte. Per l'altro verso, Rossano è anche una delle Città più importanti di irradiazione dell'Ellenismo Religioso e Culturale. Infatti, numerose e di alta qualità sono le istituzioni educative e le scuole monastiche cittadine, dalle quali escono gli uomini più rappresentativi di quel tempo. Intorno al sec. X, a Rossano i monaci calabro-greci sostituiscono all'architettura rupestre quella sub-divale (fuori terra) delle prime sobrie forme edificatorie in muratura, gli Oratori, tra i quali il S. Marco, la Panaghia, il Pilerio, la Cattedrale-Santuario dell'Achiropita, poi le deturpate Chiesette di S. Nicola all'Ulivo, dei SS. Apostoli poi S. Maria di Costantinopoli, di S. Vito, di S. Maria del Soccorso, di S. Michele ecc. Queste emergenze sacre costituiscono, assieme al Monastero del Patirion, le monumentalità bizantine più rappresentative, più note e meglio conservate dell'Italia Meridionale. Ed anche le testimonianze più significative della Bizantinità di Rossano, assieme alla stessa struttura urbanistica medioevale della Città Nel 1059, Rossano passa sotto il dominio dei Normanni. Questi le conservano dignità e riguardo, non feudalizzandola e riconoscendola Città Regia cioè Libera Università. Rossano, la potente, la fiera, costretta a cedere politicamente, oppone, però, una tenace resistenza al proposito dei Normanni di rilatinizzare la Chiesa e di imporre un Vescovo Cattolico, tanto che quelli sono costretti a rinunciare: la Chiesa Rossanese, caso, se non unico, raro, rimarrà di rito, liturgia e Vescovo greci per altri 400 anni, fino al 1460. Anzi, nella seconda metà dell'XI sec., la Sede Vescovile viene accresciuta d'importanza ed elevata ad arcivescovado prima e (lo rimarrà fino ad oggi) e a metropolia poco dopo (almeno dal 1190 fino agli inizi degli anni ‘50). Durante il Periodo Normanno (1059-1196), Rossano mantiene intatti il suo prestigio e la sua vitalità, così anche nel corso della Dominazione Sveva (1196-1266), quando continua a vivere il ruolo di protagonista, proprio di una città libera, specie al tempo dell'Imperatore Federico II. Il Periodo Angioino (1266- 1442) è, invece, una fase di decadenza complessiva per l'intero Sud, che nasce dal malgoverno, dallo sfruttamento fiscale e dal duro sistema feudale dei dispotici governi angioini. Rossano, allora, si autogoverna amministrativamente (il SEDILE). Nel 1417, per opera della regina Giovanna II, Rossano, da libera Università passa sotto il regime feudale e diventa Principato. Questo viene concesso a Polissena Ruffo, la prima principessa di Rossano; poi, alla sorella Covella; quindi al figlio di questa, Marino Marzano, che, a metà del '400, fa costruire, sulla parte alta della città, un grande castello, detto la Torre del Giglio (volgarmente Ciglio della Torre), poi andato perduto, e, nella parte occidentale, con i resti della fortezza romana, una Casamatta (attuale palazzo Sorrentino). Anche sotto gli Aragonesi (1442-1504), Rossano giace sotto il dominio feudale: il Principato, dopo la signoria del Marzano, passa a Ludovico Sforza, detto il Moro, futuro signore di Milano; successivamente, ad Isabella d'Aragona, quindi, nel 1524, alla figlia di questa, Bona Sforza, la quale assomma nella sua persona ben tre titoli, principessa di Rossano, duchessa di Bari e regina di Polonia. Il Periodo Aragonese, anche se migliore rispetto a quello Angioino, è funestato da lotte civili e dalle continue incursioni della pirateria Turca: vengono, perciò, approntati castelli fortificati e Torri di guardia sulla costa, alcuni ancora esistenti sulla fascia Ionica, come il massiccio Castel Sant'Angelo nella frazione omonima. Durante la Dominazione Spagnola (1504-1714), le condizioni demografiche, politiche, civili ed economiche segnano un grave ristagno e addirittura un peggioramento, a causa soprattutto del doppio sfruttamento feudale e regio: Rossano reagisce e spesso prorompe in aperte ribellioni, soffocate però con spietata ferocia. La città continua a svilupparsi urbanisticamente e ad arricchirsi di nuove e significative presenze. Sorgono numerosi e grandi palazzi gentilizi, Chiese e Monasteri, Associazioni culturali e religiose, assistenziali e sociali. L'arcivescovo Gian Battista Castagna diventa Papa col nome di Urbano VII (dal 15 al 27- IX- 1590). Sorge, nel 1595, l'Ospedale di San Giovanni di Dio, a fianco della Chiesa dell'Annunziata nella Piazzetta, allora il cuore della Città. Nel '600, Rossano passa alla Principessa Olimpia Aldobrandini, fondatrice della Chiesa di San Nilo (1620), ed infine ai Principi Borghese di Roma (1637-1806). Sul piano culturale, dai primi del '500 alla metà del '700, Rossano rivive e rinnova il ruolo di Città di cultura: infatti, proliferano le istituzioni religiose (tra le quali attivo e il Seminario Diocesano, inaugurato nel 1593); si affermano due Accademie (associazioni letterarie, scientifiche, filosofiche, giuridiche), note a livello nazionale, quella dei Naviganti, e quella degli Spensierati, che, alla fine del '500 si fonderanno ed avranno l'adesione di illustri personalità, come il Papa Benedetto XIII ed il filosofo Gian Battista Vico; sorge il teatro Paolella, modellato su quello della corte borbonica di Napoli, unico nella Calabria alla fine del '700. Nel Secolo dei Lumi, sotto il Dominio Austriaco (1714-1738) e Borbonico (1738-1860), Rossano partecipa attivamente al dibattito e alle lotte politico-sociali promossi dall'Illuminismo, specie giacobino, pagando un costo rilevante particolarmente nel corso della reazione sanfedista del 1799, quando molti Rossanesi scontano col carcere e con l'esilio il loro amore per la libertà e Pietro Malena di Carfizzi viene fucilato. Durante il Decennio Francese (1806-1815), Rossano ritorna ad essere Città Regia, liberata dagli orrori e dallo sfruttamento del feudalesimo. Partcipa intensamente al processo del Risorgimento, dando un contributo significativo di presenze, di lotte e di sacrifici sia nella fase cospirativa (eroica è la figura di Domenico Morici, uno dei protagonisti dei moti del 1820-1821), sia nell'impresa leggendaria di Giuseppe Garibaldi (Luigi Minnicelli è uno dei Mille), sia infine nella fase di costruzione dell'unità d'Italia. Rossano, ai primi dell'800 diventa Capoluogo di Distretto (28 Comuni), sede di Sottointendenza, capoluogo di Circondario e sede del Giusticente; per un momento pare che debba diventare Capoluogo di Provincia; dal 1894 al 1926 è comunque Sede di Sotto-Prefettura; nel 1865 diventa Sede di Tribunale, nel 1875 di Corte d'Assise e, nel contempo, di distretto militare; a partire dal 1811, la Città si arricchisce di nuove istituzioni scolastiche superiori e, nel 1871, prima di altre città più grandi e famose, di Ginnasio, che diventerà poi Liceo Ginnasio, scuola illustre per cultura e vita democratica e per aver formato gran parte della classe dirigente del comprensorio; inoltre, nella seconda metà dell'800, è centro di numerosi circoli culturali e produce vari giornali e periodici; nel 1876, Rossano inaugura il tronco ferroviario Ionico e, dopo qualche anno, avvia la prima illuminazione elettrica e le prime centrali termoelettriche dell'intera Calabria. Nel '900 Rossano vive le vicende che caratterizzano la Calabria con dignità e spesso da protagonista: conosce il dramma dell'emigrazione, è al centro delle lotte sociali, sindacali e politiche, patisce le sofferenze e le ingiustizie della dittatura fascista, alla quale reagisce con i suoi uomini migliori ed offre un contributo non indifferente di lotte e sofferenze alla Resistenza (Cesare Rossi paga con la vita il suo amore per la libertà e la giustizia sociale), partecipa con tanti coraggiosi alla lotta di liberazione dal nazi-fascismo, svolge una funzione attiva nel processo lento della ricostruzione della vita civile, democratica e materiale della Regione, esercitando un ruolo di grande prestigio, trainante ed egemonico, nel vasto territorio della Calabria Nord-Orientale. SITO DEL COMUNE Rossano Online |
Scala
coeli
Superficie territoriale: 11.100 Ha Abitanti: 1.476 Municipio : Via Provinciale 15, tel. 0983-95013, Fax 95336 - Delegazione Municipale, Fraz. "S. Morello", tel. 0983-969941 Comando VV.UU. : c/o Municipio
Ambulatorio e Guardia medica: Via Provinciale, tel. 0983-95305 Farmacie: Dr Maiorani, Via Bazia, Tel. 0983-95055. Ufficio postale: tel. 0983-95002 Ristoranti : Bar Pizzeria Ristorante "Quattro stagioni" di Lettieri Antonietta; ( apertura al pubblico: periodo estivo 24 su 24, invernale: dalle ore 8 alle 24); Lido "Valentino", sito in località "San Leo", frazione di San Morello, aperto il periodo estivo Agriturismo: Az. “Macchie – Pismataro” di L.
Pismataro, tel. 0983-520546
Nelle caverne site in località "Castelluccio" sono stati trovati una primitiva scultura in pietra, raffigurante la testa di un animale, ed i fossili di una grande stella di mare e di un pesce. Il paese sorge arroccato su una ripida rupe, svettante sulla sponda sinistra del fiume Nicà. "Sopra un colle murato, con due porte, cinto da rupi e grotte": così appare il centro abitato a Vincenzo Padula nel secolo scorso. Scala Coeli fu casale di Cariati e ne seguì le vicende feudali fino al 1678, quando passò ai Cossinelli che lo tennero fino al 1754. Per successione femminile passò poi ai Vitilio (1754-1768), dai quali ne fecero acquisto i Bonanno Parisani, che ne furono baroni fino all'eversione della feudalità (1806). Nel 1807 i Francesi ne fecero un "luogo" nel "Governo di Cariati". Nel 1816 le fu aggregata la frazione di San Morello. Dal punto di vista religioso-amministrativo Scala Coeli ha fatto parte della Diocesi di Cariati fin dall'anno in cui questa venne fondata (1437) e ne ha seguito le sorti fino alle ultime vicende la nascita, nel 1987, della nuova diocesi di Rossano-Cariati. |
Terravecchia
. Superficie territoriale: 2.027 Ha Abitanti: 1.197 Municipio : Via Garibaldi, tel. 0983-97013 Fax 0983-97197. Comando VV.UU. : c/o Municipio Ufficio postale: tel. 0983- 97095 Ambulatorio medico: Via Santa Venere, tel. 0983-968312 Farmacie: Dr. R. Grande, Via Santa Venere, tel. 0983-97003 Ristoranti
: L'Orizzonte, SS108 Ter Sud n.61, tel. 0983-97018
Nella parte alta del paese - m. 472 s.l.m. -, sul sito della odierna via Castello, dal 1391 è efficiente un edificio fortificato. Re Ferrante, nel 1474, dona le terre di Terra Vecchia a Geronimo De Riario, nipote del papa Sisto IV°; mentre nel 1482 è venduta a Geronimo Sanseverino principe di Bisignano. Il 1505 Terravecchia e Cariati sono concessi in feudo a Giovambattista Spinelli. Francesca Spinelli, ultima erede del principato di Cariati, nel 1565 sposa Scipione Spinelli duca di Seminara, portando in dote il feudo compresa Terravecchia. Nel febbraio del 1664 la stessa è un Comune autonomo (Università) con sindaco tal Marco Pignola. Acquistate dagli Spinelli, nel 1743 le terre di Terra Vecchia appartengono al principe di Campana Domenico Sambiase. Con l'eversione della feudalita', durante il dominio francese, nel 1807 Terravecchia è prima aggregata a Scala, oggi Scala Coeli, e successivarnente, dal 1808 in poi, e' unita a Cariati come frazione. I1 14 aprile del 1921 con la legge n° 495, ed in ultimo con il decreto del 23 settembre 1923, firmato dal Re Vittorio Emanuele III° e da Mussolini, la frazione Terravecchia è eretta a Comune autonomo. A circa 3 Km. dal centro urbano di Terravecchia, in una posizione dominante e di corttrollo sul corso del Fiume Hylias - l'odiemo Nicà - e sulla costa ionica, vi è il sito archeologico di localita Pruija, in cui e emergente un centro fortificato Brezio (IV°-III° sec. a. C.). Recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce parte di una imponente cinta muraria, persistente per circa 450 metri e larga m. 1,60, con una torre d'avvistamento del diametro esterno di mt. 7,65 innestata nello stesso muro. Le strutture fortificate di difesa cingono il pianoro su cui lo storico francese F. Lenormant ipotizza l'ubicazione della mitica città di Chone, capitale degli italici Coni. |