JOANNES RIZZO
DEI
ET APOSTOLICAE SEDIS
GRATIA
ARCHEPISCOPUS
ROSSANENSIS
DECRETO
DI EREZIONE DEL
SANTUARIO DI S. MARIA DI GESU IN BOCCHIGLIERO
L'anno Mariano indetto del S. Padre
Pio XII
ha visto uno sviluppo consolante di pietà mariana in tutto il
mondo cattolico.
L'archidiocesi
di Rossano che ha sempre
venerato la Vergine SS.ma sotto i titoli più
belli e significativi nei vari paesi ha vissuto giornate d'intensa
spiritualità
in onore della Madre del Signore.
Bocchigliero
- il paese posto all'estremità dei
confini dell'archidiocesi sulla dorsale di una collina delle ultime
propaggini
silane digradanti verso il Mare Jonio - si appresta a dare alto atto di
omaggio
alla sua Celeste Protettrice, Santa Maria de Jesu, sul tramonto di
questo
fulgente Anno Mariano.
La
popolazione di Bocchigliero sente da secoli che il cuore della propria
pietà
mariana ha un nome carico di ricordi e di speranze; la
Chiesa
di S. Maria di Gesù.
L'inizio
della devozione nel paese
all'Immagine Mariana è da porsi all'epoca della dominazione dei
Re d'Angiò in
Calabria (1266-1434), quanto appaiono le prime notizie precise
sull'abitato
(il1337 esisteva il Casale di Basilicò di Bocchigliero).
Uno
degli avvenimenti dell'epoca è il ritrovamento fra le rovine
dell'antichissima
chiesetta di Basilicò, di una pietra scolpita raffigurante la
Vergine
col Bambino e la costruzione della chiesa detta
oggi della Riforma.
Cara e
dolce immagine, anche se consistente in una rozza scultura; malamente
ricavata
da un pezzo di calcare. I Bocchiglieresi si son sentiti sempre
particolarmente
protetti da questa Santa immagine che volle ad essi rivelarsi e da essi
esser
venerata, e tutte le invocazioni di aiuto, nelle ore tristi dello
sconforto e
in quelle acerbe del dolore, si rivolgono alla Donna di tutte le
Grazie, che
elesse la sua dimora fra i castagni e le querce, nella bella spianata
sorgente
sull'alta rupe che, come un bastione, domina la profonda valle
dell'Arenzano e
guarda lo specchio azzurro del mare lontano.
Narra
la tradizione che ad una pia vegliarda, Suora Ortenzia Caligiuri, la
Madonna
comparve ripetutamente in sogno, incitandola ad
indurre la popolazione a recarsi nel Bosco Basilicò ed a frugare
fra i ruderi e
le macerie della vecchia chiesetta, perchè là avrebbero
ritrovato la sua
Immagine che Essa voleva venisse trasportata in paese e venerata nel
luogo che
avrebbe designato.
Suor
Ortenzia (così chiamata non perché fosse monaca, ma per
essere particolarmente
e fervidamente religiosa) indusse il suo confessore D. Domenico Marino
a
recarsi processionalmente a Basilicò.
Quivi,
dopo affannosi e lunghi scavi, ai piedi del dirupo altare, venne fuori
una
figura di pietra, rappresentante la
Santa Vergine, dal cui dito mignolo,
mutilato da un colpo di zappa, sprizzò, fra l'intensa commozione
degli astanti,
vivo sangue.
L'immagine,
fra canti di giubilo e di
devozione, fu trasportata in paese e collocata nell'unica chiesetta
esistente,
quella dell'Immacolata, oggi S. Francesco; ma la
Madonna
voleva una chiesa tutta sua, e in una mattina di
Agosto fece trovare coperto di neve un tratto di terreno dove
l'Immagine si era
per tre volte trasferita.
Sorse
così. Per spontaneo fervore di popolo, il piccolo santuario e
l'effigie
miracolosa, incastrata su di una tavola rozzamente dipinta fu chiusa
nel centro
dell'altare, protetta da solida vetrata.
Per
necessità di culto e per appagare il desiderio della
cittadinanza si fece in
seguito scolpire nel legno una statua che, se anche non molto bella e
non
proporzionata artisticamente, porta sul viso una soave espressione di
maternità
affettuosa. Tale statua viene portata
processionalmente in giro per le vie del paese il giorno di S. Maria a
Nives (5
Agosto), come pure tutte le volte che il popolo vuole l'aiuto della
Madonna.
Così
parla la tradizione.
Gli scrittori della storia di
Bocchigliero
ricollegano il ritrovamento della Sacra Immagine con i fatti di
persecuzioni
violente seguite all'ordine dell'Imperatore iconoclasta
Leone, di scovare e distruggere le
immagini esistenti nei
domini dell'Italia (anno 726).
I
poveri
anacoreti delle grotte, pur non possedendo pitture di pregio o marmi
artistici,
si videro calpestare e portare via le care povere immagini. Essi
però non si
scoraggiarono, e ciascuno, come meglio potette incise nel legno o
scolpì sulla
pietra l'Effige della Madonna o del Santo di cui era devoto,
contrapponendo la
fede all'atto insano dell'Imperatore d'Oriente. E queste immagini,
all'avvicinarsi di un nuovo pericolo di distruzione, venivano
sotterrate o
nascoste in un luogo sicuro, nel tronco di un albero o
nell'anfrattuosità dei
macigni, da dove poi, dileguata la minaccia, venivano tolte.
Alcune
di tale rozze sculture dovettero, per l'improvvisa morte dell'anacoreta
o per
il crollo del romitaggio, restare nascoste e seppellite; e mentre
quelle in
legno marcirono e andarono distrutte, quelle scolpite sulla pietra
resistettero
all'azione del tempo. L'immagine della Madonna de Jesu può
considerarsi come
una di tale pietra scolpita, venerata nell'antichissima Chiesetta di
"Basilicò", rimasta seppellita sotto le macerie della stessa,
quando
inclemenza di natura o di malvagità di uomini o volontario
abbandono fecero
andare in rovina il piccolo Santuario.
Grande
impulso diedero alla devozione alla Vergine SS.ma i Padri Minori
Riformati con
l'edificazione di un conventino, approvata dal papa Pio Sisto V il
1583. i
Frati si servirono, per il culto, della esistente Chiesa di S. Maria di
Gesù,
apportandovi sostanziali restauri come il coro, la navata sinistra, la
sacrestia ed eseguendovi pregevoli opere di intaglio e di affreschi.
Le
fiamme dell'incendio del 13 novembre 1783 distrussero quasi
completamente la Chiesa che, per il pronto contributo
della popolazione ed
il fervore fattivo dei frati, fu presto restaurata e riaperta al culto
nel
1791.
Le
vicende umane hanno inciso anche sulla vita del piccolo Santuario, e
sullo
sviluppo della comunità religiosa Francescana.
I
fedeli del paese e delle zone circostanti hanno espresso con
continuità e pietà
le attestazioni di devozione mariana con preghiere , pii pellegrinaggi,
processioni, ex voto, canti e specialmente con la celebrazione della
SS. Messa
in onore della S. Maria de Jesu.
Tale
storia costante di culto, di amore, di esaltazione e di riconosciuta
protezione
della madre di Dio venerata nella Chiesa di Santa Maria ci induce a
compiere
atto di più sentita e solenne pietà verso la
Vergine SS. A consolazione di tutti i nostri fratelli e
figli - in particolar modo di questo estremo lembo dell'Archidiocesi -
elevando
la stessa Chiesa a Santuario di S. Maria de Jesu con la fiduciosa
speranza di
un benefico influsso delle virtù di Maria sulla vita individuale
e familiare.
PERTANTO
" Nel nome della SS. Trinità
che ha
scelto la Vergine SS. Madre del Salvatore
corredentrice nostra e dispensatrice di tutte le grazie, in onore e
gloria
della medesina Genitrice di N.S.G.C., Assunta in Cielo e Regina
dell'Universo,
con il presente decreto che Noi stessi pubblichiamo nella quarta
domenica
d'avvento, eleviamo, di Nostra Autorità Ordinaria, conferitaci
dal Sommo
Pontefice, la detta Chiesa di SS. Maria de Jesu di Bocchigliero alla
dignità di
vero e proprio Santuario Mariano, cioè a sede di devoti omaggi
dei fedeli a
Maria SS. E di speciale favore di Maria ai fedeli di reciproca
rispondenza di
pietà e di misericordia tra la terra ed il cielo tramite la
Madonna.
Il
solenne atto da No compiuto possa incrementare il fervore cristiano in
tutti i
settori della vita sociale in mezzo dei forti figli dei monti ed a
quanti
affluiranno in questo Santuario.
Maria,
Madre di Gesù, la Torre e la Rocca di Salvezza, ci difenda dai
pericoli del male e ci
guidi sulla via verso un mondo migliore".
Rossano,
dal nostro palazzo Arcivescovile, 19 dicembre 1954,
IV Domenica
d'Avvento
Celebrazione Eucaristica presieduta
da S.Ecc.za Mons. Andrea Cassone,
Arcivescovo di Rossano-Cariati, in occasione del cinquantesimo
anniversario.
Bocchigliero 19 dicembre 2004.
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