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BASSO JONIO COSENTINO, CALABRIA DELL'EST, SILA GRECA,


Caloveto.


INFORMAZIONI UTILI

Municipio: Piazza dei Caduti, tel. 0983-63005 Comando VV.UU.: c/o Sede Municipale Carabinieri: a Cropalati (Via S. Biagio, tel. 0983-61003.) Farmacie: Dr.ssa De Capua, Piazza dei Caduti, tel. 0983-63009 Banche: a Mirto (Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania Agenzia Via Nazionale, tel. 0983-42097) Guardia Medica Notturna e Festiva: tel. 0983-530362. Guardie Forestali: a Cropalati, via Roma, tel. 0983-61132.

CENNI STORICI

Caloveto, paesello carico di storia, appollaiato sul crinale di colline che salgono dal mare e fanno da contrafforte alla Sila Grande, a destra della valle del fiume Trionto, nacque nel se­colo IX, allorquando un gruppo di monaci acemeti vi si stabilì, scavando nella roccia una se­rie di grotte, che funsero da Monastero (in cui venerare il loro santo, Giovanni Cali­byta), nonchè da chiesa e da approvvigionamento idrico degli abitanti che da lì a poco popo­larono il borgo. Col tempo, quindi, attorno al monastero di S. Giovanni di Calabyta, si addensò una piccola comunità agricola che diede origine a Caloveto. Il suddetto monaste­ro, originariamente di rito greco e poi (1237) latinizzato dai Benedettini, ospitò nell'anno 1003 S. Bartolomeo da Rossa­no, allora ancora dodicenne, che vi restò per tutto il tempo in cui non si perfezionò nello studio dei sacri testi e nella disciplina della vita monastica. Il cenobio medievale prosperò sotto i Normanni ed il paese si estese passando da una do­minazione all'altra. Infeudato inizialmente ai Sangineto, Ca­loveto passò successivamente ai Santangelo, ai Ruffo di Montalto, ai Guindazzo (1471), ai Cavaniglia (1480), ai d'Ara­gona duchi di Montalto (1507-1593), ai Mandatoriccio (1593-1696) ed infine ai Sambiase, Principi di Campana (1696-1806). In base all'ordinamento ammi­nistrativo disposto dal Gene­rale Championnet (1799) fu compreso nel Cantone di Cirò. Nel 1807 fu classificato come "luogo" e inserito nel "Gover­no" di Cariati. Con la legge 4/5/1811 fu dichiarato Comune e incluso nel Circondario di Cropalati. Retrocesso a frazione di Cro­palati nel 1928, fu ricostituito come Comune autonomo nel 1934.

 

ORIGINE DEL NOME

Il paese deve la sua origine ed il suo nome al monastero di S. Giovanni di Kalabyta (buona vita, dal greco-bizantino mone tu kalebitu) o dal greco caluvi (il tugurio, il pagliaio), in riferimento alle grotte eremi­tiche. Fu fondato da una colo­nia di monaci orientali sfuggiti alle persecuzioni iconoclaste. Il nome subì quindi numerose trasformazioni ortografiche nel corso dei secoli: Kalybita (750) - Kalyveto (1126) - Kalevito (1167) - Calviti (1300) - Caliveto (1450) - Caleviti (1587) - Calo­vito (1698) - Caluvitio (1871) - Caliviti (odierna espressione dialettale) - Caloveto.

RISORSE STORICO ARTISTICHE

Sotto i Sangineri (1352), per far fronte alla crescente popolazione di Caloveto, fu costruita una chiesa latina dedicata a S. Anna, per sostituire l'ormai inadatto mo­nastero ipogeo di S. Giovanni Calibyta. La chiesa, attuale Chiesa Madre, ha subito diversi restauri (l'ultimo nel 1992) e anche il nome è stato cambiato in onore di S. Gio­vanni Calibita. Di stile Norman­no, con tre rosoni sulla fac­ciata, uno grande centrale e due laterali più piccoli, ha pianta a croce latina con tre navate e volta a botte, su cui sono dipinte tre scene con pittura ad olio. Un grande quadro, affisso sul lato sinistro del presbiterio, rappresenta la "Morte gloriosa di S. Giovanni Calibyta", dipinto su tela da Aldo Moschetto nel 1995. Da poco tempo è stato alle­stito un Museo di arte sacra che custodisce oggetti del '600, '700 e '800: ostensori, calici, pissidi, croce ostile, la­vabo, turiboli, ampolle, cande­lieri, corone. I pezzi in ottone, bronzo, argento, oro sono stati recentemente indorati e plasti­ficati esternamente. Di fronte alla Chiesa Madre si trova la Chiesa del Carmine, detta di "donna Aurora", per­ché fatta costruire da una no­bildonna (donna Aurora Maz­ziotti in Pirelli) agli inizi del­l'800, come cappella annessa al palazzo del barone De Mun­do, che domina la piazza del paese. Il restauro seguito a quello del 1992 ha ridato alla chiesetta il valore di due secoli di storia. Anche la cappella dedicata a S. Antonio da Padova, fuori dall'abitato, meta di pellegri­naggio nel mese di Giugno, è stata restaurata ed abbellita di recente. Nelle vicinanze della cappella di S. Antonio da Pa­dova esiste un rudere di chiesa a croce latina, la Chiesa di Santa Rita. Antichissima è l'origine della Chiesa dell'An­nunziata con struttura a pian­ta latina; oggi è un oratorio parrocchiale elegantemente ri­strutturato, al centro del pae­se; un tempo invece era ubi­cata fuori dell'abitato, ed ospitava i monaci cenobiti. Tra le monumentalità civili spiccano invece: Palazzo de Mundo, costruzione dei primi del '900, a forma quadrata, che si erge nella parte principale del paese. Palazzo Comite, Suggestivo palazzo settecentesco nel cuore del centro storico. Incor­pora un caratteristico cortile coperto di forma quadran­golare, intorno al quale si svi­luppa la costruzione, ed una grotta scavata nella roccia. Casa Caruso, di derivazione neoclassica costituisce un complesso architettonico di notevole interesse artistico della seconda metà dell'800. Costruita su una collina roc­ciosa, a strapiombo sulla sot­tostante valle, presenta evi­denti segni di un'antica attività legata all'agricoltura, quale la lavorazione delle olive: frantoi, torchi, pietre da macina e attrezzature varie. Il frantoio è caratterizzato da una serie di archi a tutto sesto e da un loggiato, nonché da un cor­nicione scanalato di evidente cultura neoclassica. Palazzo Pirelli, antichissima costruzione del primo millen­nio, che, adibita originaria­mente a convento dai monaci sfuggiti alla persecuzione ico­noclasta, ha subito diverse trasformazioni. Sorge anch'es­so a strapiombo sulla roccia, nel cui ventre sono contenute le grotte di S. Giovanni. Casale Comite, è un carat­teristico casolare dell'inizio del secolo, che dista alcuni chi­lometri dal centro abitato, in c.da Serra. Abitato da un nobile avvocato di Caloveto, L. Comite, pullulava di vita ed intorno ad esso gravitava gran parte dell'attività economica del paese.

PRODOTTI TIPICI

Prodotti tipici alimentari Soppressata, salsiccia, pro­sciutto, ricotta, caciocavallo, formaggio caprino o misto Prodotti tipici artigianali Lavorazione del legno. In molte case sono custoditi preziosi oggetti, come mestoli, scodel­le, brocche, fiscole, sgabelli, sedie impagliate e le caratte­ristiche "chitarre battenti", se­gni inconfutabili di una labo­riosa civiltà contadina.



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