ORIGINE DEL NOMELa tradizione storiografica la identifica con l’antica Kalasarna o Kaliserna, di cui parla Strabone (VI, 254.1,3). il toponimo, di origine greca, sembra essere mutuato dalla pastorizia ivi praticata («Kaìòs-arnòs» = bell’agnello: terra dei begli agnelli) o dalla natura accidentata e ben difesa dalla sua posizione strategica («Kalòs-àrna» = bella roccaforte; o anche «Chalà-àrna»’ = rocca prominente). Al «castrum», in età normanna, venne dato il nome di «Terra della Campana», per la presenza, secondo la tradizione, di una grossa campana, posta nella torre civica, che serviva a chiamare a raccolta i campagnoli e dare l’allarme in caso di attacchi saraceni. RISORSE STORICO ARTISTICHESuggestivo e di notevole interesse storico-artistico è, nella parte bassa, il Borgo Medioevale (rione Terra), al quale si accede tuttora dalla porta del Ponte, ben protetta dalla Torre dell’orologio, unica rimasta delle 5 antiche torri di difesa dell’abitato. Qui è la Chiesa Matrice, dedicata all’Assunta, la cui architettura, per quanto composita e non più originale per i continui rifacimenti, presenta ancora segni del gotico-normanno. Su uno degli archi del Campanile, a struttura quadrata con tamburo superiore ottagonale, fa buona vista la campana, ormai in disuso, che consacrò l’Unità d’Italia. Testimonianza medioevale sono ancora i resti dell’antica porta Trinità, attraversata verso il Fiume Nicà da una ripida massicciata, opera del sindaco Pietro Grano (1856-60). La chiesa di S.M. di Costantinopoli risale ai primi del 600 ad opera dell’omonima Confraternita, cui si deve la cura della processione dei misteri il venerdì santo. Più in alto sorge la settecentesca chiesa di S. Domenico, già appartenuta ai Domenicani, che vi si trasferirono tra il 600 e il 700 dal loro primo convento «extra moenia» di S. M. delle Grazie, fondato nel 1659. Soppresso nel 1811, l’ex convento divenne sede del Municipio, giustiziato di pace e carcere mandamentale. Dopo un periodo di totale abbandono, oggi, opportunamente rinnovato, l’ex convento è stato destinato a sede della Pretura. La facciata della Chiesa, che funziona da parrocchiale dai primi del 900, recentemente è stata arricchita del mosaico di S. Domenico. Di pregevole fattura il portale in pietra con tipici motivi ornamentali. Al 1661 risale l’ex convento di S. Antonio dei Riformati, anch’esso soppresso nel 1811 e poi concesso nel 1947 ad uso ospedale. La chiesa, invece, rinnovata nelle sue parti, è funzionante al culto. La storia sacra di Campana si completa con i due monasteri basiliani di epoca normanna, di cui restano i ruderi: S. Angelo Militino, fondato nel 1081, e S. Marina, di cui si ha notizia almeno fin dal 1167. Sono ancora da ricordare i due popolosi rioni del Casalicchio e Castello, sorti fuori della cinta muraria a partire dal sec. XVI-XVII, quando il rione Terra non poté più contenere la crescente popolazione. PRODOTTI TIPICIProdotti tipici alimentari “Filicata”, ricotta fresca conservata in giunchi di asfodelo; “Giuncata”, fresca e secca; ”Butirri”; “Sopressata” e salciccia conservata nell'olio d'oliva con peperoncino e finocchio; “Caciocavallo”; “Provola”; “Ricotta” caprina fresca e stagionata. Conserve di funghi porcini, olio ed olive, castagne al mosto cotto, fichi freschi all'agrodolce. Prodotti tipici artigianali Canestri di “rastucciu”, cioè di paglia, arricchiti con disegni sempre in paglia colorata in carminio, cobalto e verde smeraldo; prima si usavano colori naturali, ora solo quelli già pronti (i disegni sono: fiori, cavalli, volute). Piccoli oggetti in legno riproducenti arnesi per la lavorazione della lana; nivule, rocche, matassari, o anche oggetti per il camino come le ventaglie. Per la tessitura a mano è sopravvissuto qualche vecchio telaio, ma sempre per produzioni casalinghe. |
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