BASSO JONIO COSENTINO, CALABRIA DELL'EST, SILA
GRECA,
Terravecchia.

INFORMAZIONI UTILI
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CENNI STORICI
Il suo territorio fu abitato fin da epoca remota. Agli inizi del secolo, furono effettuati scavi che misero in luce notevoli avanzi di un sistema di fortificazione eretto nella seconda metà del IV secolo a.C. dai Brezi. Il sito, in Contrada Proja, prima di essere stato occupato dalle genti italiche brezie, fu molto probabilmente sede di un villaggio protostorico. L'archeologo F. Lenormant sostiene che il sito di Terravecchia "sopra un'altura quasi a picco", ha tutte le caratteristiche di quelle aree su cui insistono, le "acropoli pelagiche" e avanza l'ipotesi che esso potrebbe aver ospitato la misteriosa città enotria di Chone. L'insediamento urbano attuale di Terravecchia risale, con molta probabilità, al Medioevo. Nella parte alta del paese (m. 473 s.l.m.), sul luogo della odierna via Castello, nel 1391 è efficiente un edificio fortificato. Re Ferrante, nel 1474, dona le terre di Terra Vecchia a Geronimo De Riario, nipote del papa Sisto IV; mentre nel 1482 è venduta a Geronimo Sanseverino principe di Bisignano. Nel 1505 Terravecchia e Cariati sono concesse in feudo a Giovanbattista Spinelli. Francesca Spinelli, ultima erede del principato di Cariati, nel 1565 sposa Scipione Spinelli duca di Seminara, portando in dote il feudo, compresa Terravecchia. Nel febbraio del 1664, la stessa è un Comune autonomo (Università), con sindaco tal Marco Pignola. Acquistate dai Sapinelli, nel 1743, le terre di Terra Vecchia appartengono al principe di Campana Domenico Sambiase. Con l'eversione della feudalità, durante il dominio francese, nel 1807, Terravecchia è prima aggregata a Scala, oggi Scala Coeli, e successivamente, dal 1808 in poi, è unita a Cariati come frazione. Il 14 aprile del 1921 con la legge n. 495, ed in ultimo con decreto del 23 settembre 1923, la frazione Terravecchia è eretta a Comune autonomo. Dal punto di vista amministrativo-religioso Terravecchia ha fatto parte della Diocesi di Cariati fin dall'anno in cui questa fu creata da papa Eugenio IV (1437) e ne ha seguito le sorti fino ai recentissimi (1986) provvedimenti vaticani che hanno portato alla formazione della nuova Diocesi di Rossano-Cariati.
ORIGINE DEL NOME
Centro tardo-medievale, fino al 1785 è chiamato Terra Vecchia. Il toponimo, prima di essere attribuito al paese, indica la circostante area di "terra vecchia": così infatti veniva chiamata questa parte di territorio, per distinguerla dal novello sito su cui è edificata Cariati. Terre da sempre appartenute alla contea cariatese.
RISORSE STORICO ARTISTICHE
Terravecchia, con le sue vecchie casette aggrappate all'alto colle che si affaccia come una balconata sul Mar Ionio, con le ripide viuzze del suo centro storico, col bel panorama che si gode dal suo belvedere non manca di attrarre il turista che decide di farvi una sosta. Oltre alla suggestiva Piazzetta in cui sorge il Monumento ai Caduti delle ultime due guerre (Piazza del Popolo), si segnala al visitatore la Chiesa Parrocchiale dedicata a S. Pietro, edificio sacro di origine seicentesca, completamente rimaneggiata agli inizi del '900. La facciata ha un corpo centrale sopraelevato e munito di bifora, fiancheggiato da una torre campanaria; l'interno è decorato a stucchi con motivi d'ispirazione barocca e vi si possono ammirare il crocefisso ligneo, la statua dell'Addolorata (XVI-XVII sec.), una tela raffigurante S. Caterina d'Alessandria. Meritevole di visita è anche la Chiesa dell'Addolorata, anch'essa di origine secentesca, che conserva un'icona settecentesca dell'omonima Madonna ed il caratteristico ciborio in marmo. Da segnalare, inoltre, i resti di una Torre di Guardia cinquecentesca, sita nella zona alta del paese. Nel santuario di "Santa Maria" dedicato alla Vergine, si può ammirare un affresco raffigurante la Madonna con in braccio Gesù Bambino (fine sec. XVI).
PRODOTTI TIPICI
Prodotti tipici alimentari
Formaggi (caciocavalli; la tipica "sciungata", formaggio morbido dal sapore acidulo; ecc.). Hanno particolare rilevanza, i "cullurelli" fritti (ciambelline composte da farina, acqua e lievito di birra); le melanzane a filetti all'olio e peperoncini dette "schipeci"; la paprika (pipicurnu) con la quale si aromatizzano le salcicce e la sardella; le olive in salamoia e le olive "a raconza", preparate a bagno in un composto di acqua e calce.
Prodotti tipici artigianali
Coperte, lenzuola e asciugamani tessuti a mano con disegni e motivi orientaleggianti, nonché ceste e cestini di varie forme e misure in vimini e paglia colorata. Si eseguono preziosi pizzi all'uncinetto e fini ricami a punto croce e a giorno.
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